I ‘nuovi’ socialisti di Palermo sono favorevoli o contrari a Renzi e alla sua riforma costituzionale?

3 luglio 2016

Insomma, sono autonomi o sono la ‘ruota di scorta’ del PD di Renzi? Già la presenza dell’ex Ministro Carlo Vizzini ci dice che siamo davanti agli ‘eredi’ della scissione di Palazzo Barberini e non del PSI. Ma gli elementi politici importanti da chiarire sono altri. E cioè: ‘sti ‘ nuovi’ socialisti sono o no all’opposizione di un Governo che sta calpestando la tradizione socialista? E qual è la loro posizione sul referendum costituzionale del prossimo Ottobre?

Tutto ci saremmo aspettati, ma non di vedere i neo-rinati socialisti a braccetto con il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. E invece, nel capoluogo dell’Isola – per la precisione a Mondello (forse complice un colpo di sole?) – i socialisti, o presunti tali, con in testa l’ex Ministro della Repubblica, Carlo Vizzini (che nella Prima Repubblica è stato, oltre che, per l’appunto, Ministro, anche il segretario nazionale del PSDI, e che nella Seconda Repubblica è stato, per anni, parlamentare nazionale di Forza Italia), si sono riuniti per celebrarsi e auto-celebrarsi.

Una premessa: non eravamo presenti all’evento. Le nostre conoscenze si limitano alla lettura delle notizie sui giornali.

Ma appunto perché abbiamo letto i giornali non possiamo fare a meno di registrare una nota stonata e due mancate precisazioni da parte di questi ‘socialisti’, o presunti tali. 

La nota stonata è la presenza del sindaco di Palermo a una kermesse socialista. Ricordiamo che i socialisti, per bocca di quello che è stato uno degli ultimi dirigenti dell’ormai defunto PSI, Claudio Martelli, nel lontano 1987, chiamavano l’allora e l’ancora oggi sindaco di Palermo, “Leoluca Orlando Cascio”. Dove “Cascio” non era certo une testimonianza di stima…

Insomma, i rapporti tra Orlando e i socialisti non sono mai stati idilliaci. Anzi.

Diverso il discorso tra Orlando e l’ex Ministro Carlo Vizzini. Ma quest’ultimo non aveva e non ha nulla a che vedere con la tradizione del PSI, se è vero che il PSDI nasce da una scissione del PSI voluta dagli americani. Per la cronaca, il Partito Socialista Democratico Italiano nasce nel 1947, in seguito alla scissione di Palazzo Barberini, capeggiata da Giuseppe Saragat.

Nel 1987, quando Orlando dà vita alla Giunta pentacolore in salsa rossa di Palermo, il PSDI di Vizzini appoggia l’operazione. Mentre il PSI rimane all’opposizione. Anche perché è proprio da Palermo – e proprio con Orlando rieletto sindaco con l’appoggio del PCI – che inizia la fine della Prima Repubblica. Con un’operazione politica che vede la luce proprio contro il PSI di Craxi e Martelli.

Il signor Carlo Vizzini e i suoi socialisti avrebbero dovuto specificare che si tratta dell’ex PSDI e non dei socialisti, che sono una cosa molto diversa dai ‘figli di Palazzo Barberini’.

Questo per ciò che riguarda la nota stonata di Leoluca Orlando a un appuntamento socialista.

Poi ci sono le due mancate precisazioni.

Prima mancata precisazione: ‘sto Partito Socialista che rinasce con Vizzini e compagnia bella come si colloca nello scenario politico? Sta con Renzi o contro di Renzi?

La domanda è centrale. Infatti non basta dire che i ‘nuovi’ socialisti sono contro il Governo regionale di Rosario Crocetta. Anche il sottosegretario Davide Faraone si dice contrario a Crocetta, salvo a mantenere tre o quattro assessori nella Giunta regionale dello stesso Rosario Crocetta.

Insomma, per dirla tutta, se l’opposizione, o presunta tale, del PD di Faraone (leggere renziani siciliani) è una pagliacciata politica, l’eventuale alleanza di questi ‘nuovi’ socialisti siciliani con il PD di Renzi suonerebbe come una comica politica, uguale a quella di Faraone all’opposizione del Governo Crocetta.

I socialisti, infatti, non possono definirsi tali se avallano il Jobs Act, la ‘Buona scuola’ e le altre pessime riforme del Governo Renzi. Per carità: sarebbero un’ottima ruota di scorta del PD di Renzi. Ma, se le cose stanno così, bisognerebbe dirlo, per evitare equivoci.

Seconda mancata precisazione: qual è la posizione di questi ‘nuovi’ socialisti rispetto alla riforma-papocchio della Costituzione del Governo Renzi?

Anche questa domanda è centrale: essere favorevoli alla riforma costituzionale del PD di Renzi significa collocarsi, automaticamente, fuori dalla tradizione socialista.

Non abbiamo dubbi sul fatto che gli eredi della scissione di Palazzo Barberini potrebbero trovarsi a proprio agio con Renzi e la Merkel. Ma questo, per l’appunto, è un altro elemento che non ha nulla, ma proprio nulla a che spartire con i veri socialisti, che sono un’altra cosa.

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