Migranti in Sicilia: chi paga la loro assistenza sanitaria? Lo Stato? La UE? O i siciliani?

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Dell’assistenza a migranti che sbarcano a ritmo continuo nelle coste siciliane si occupano i medici delle ASP. Chi sta male viene inviato nei Pronto soccorso. Giustissimo. Ma alla fine chi paga? Paga l’Unione Europea? Paga lo Stato? O paga la regione siciliana  attraverso i fondi delle ASP e delle Aziende ospedaliere? Le autorità ci daranno una risposta?

In un articolo che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi (che potete leggere qui), abbiamo posto il tema dell’accoglienza in Sicilia, sotto il profilo sanitario, dei migranti, o profughi, o rifugiati o richiedenti asilo, tanto è lo stesso, nonostante la singolare mutazione lessicale cui è sottoposta la denominazione data di volta in volta, secondo le convenienze, a questi disperati, senza che ne muti il destino cinico e baro.

Abbiamo posto la questione della sicurezza degli operatori sanitari e del rischio che l’accoglienza e la promiscuità nei centri di Pronto soccorso possono provocare. Ovviamente, le disposizioni dall’alto impongono sempre stesso percorso.

“Medici, infermieri, operatori sanitari in genere e profughi siete tutti uguali davanti a Dio e quindi  anche di fronte ad eventuali virus, bacilli e batteri”.

Fin qui dunque tutto bene, come diceva quello che era caduto dal tetto di un grattacielo di 200 piani ed era arrivato al 100esimo piano.

Ma oggi un’altra domanda sorge spontanea, soprattutto di fronte ad una inopinata regalia che in questi tempi di bassa macelleria statale per la Sicilia ha escluso dai tagli alla sanità: vuoi vedere che chi paga il conto di questa accoglienza  sanitaria è proprio la Regione siciliana attraverso le Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) e attraverso le Aziende ospedaliere?

Per caso, per assistere i migranti che sbarcano in Sicilia a ritmo continuo stanno utilizzando i fondi  destinati a curare i siciliani?

Potrebbe qualcuno che la sa lunga ragguagliarci in proposito?

Se dobbiamo andare in Paradiso per la nostra generosità, almeno saperlo.

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