Politiche del lavoro/ E’ ufficiale: Governo Crocetta e Ars hanno preso in giro mille e 400 persone

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Questo blog l’aveva scritto subito dopo l’approvazione di una norma, da parte della commissione Bilancio e Finanze che si è prestata a questa burla. Poi è arrivato il sì dell’Aula. E poi è arrivato il nulla mescolato col niente. A certificarlo ufficialmente, adesso, è un’interpellanza presentata dai parlamentari dell’Ars della Lista Musumeci

In Sicilia funzionano le politiche del lavoro? La domanda sorge spontanea leggendo un’interpellanza presentata da tre parlamentari dell’opposizione all’Ars: Nello Musumeci, Santi Formica e Gino Ioppolo. 

“Il Governo regionale – scrivono i tre deputati di Sala d’Ercole – adotti, in tempi brevissimi, tutti i provvedimenti attuativi contenenti le modalità, i criteri e la tempistica dovuta, per garantire e salvaguardare economicamente e giuridicamente i lavoratori indicati nell’articolo 13 della legge ex ddl 1133/1155 A Stralcio I, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 24 maggio 2016”.

Nell’interpellanza, naturalmente rivolta al Governo della Regione, i parlamentari chiedono “di individuare la copertura finanziaria da destinare a questi lavoratori, per assicurare loro la continuità lavorativa e retributiva mensile”.

I lavoratori in questione sono, soprattutto, i cosiddetti ex sportellisti, cioè i dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali licenziati dal Governo regionale di Raffaele Lombardo e tenuti a ‘bagno-maria’ dall’attuale Governo di Rosario Crocetta e dai parlamentari dell’Ars di centrosinistra.

Nei mesi scorsi il Parlamento siciliano ha approvato una norma che avrebbe dovuto consentire a questo personale (circa mille e 400 soggetti) di tornare al lavoro. Questo blog ha scritto subito che si trattava di una presa per i fondelli (come potete leggere qui).

I fatti ci stanno dando ragione. Una certificazione della presa in giro che arriva, per l’appunto, anche dalla citata interpellanza dei parlamentari dell’Ars della Lista Musumeci:

“Il Decreto Legislativo n. 150, del 14 settembre 2015 – si legge infatti nell’interpellanza – impone di assicurare i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). Fra questi vi sono l’orientamento, sia di primo che di secondo livello, nonché l’orientamento finalizzato all’autoimpiego e le misure di accompagnamento al lavoro”.

“Gli articoli 22 e seguenti, del medesimo Decreto Legislativo- si legge sempre nell’interpellanza – fissano le regole inderogabili, in virtù delle quali i lavoratori possono beneficiare degli ammortizzatori sociali e, più in generale, delle iniziative di sostegno al reddito. Tali regole, la cui violazione è sanzionata con la perdita dei benefici (indennità, assegno, etc), prendono il nome di ‘condizionalità’ e al loro interno vi è proprio l’implementazione dei servizi per l’impiego, il cui mancato potenziamento viene ritenuto preclusivo ai fini dell’accesso ai finanziamenti comunitari”.

“Con l’art. 13 della legge ex ddl 1133/1155 A Stralcio I – Disposizioni stralciato/A – prosegue il testo dell’atto ispettivo – si intende dare attuazione al decreto legislativo 14 settembre 2015 n. 150, per assicurare i livelli essenziali di prestazioni in materia di servizi e politiche attive e passive del lavoro. Nello stesso articolo 13, tuttavia, non si evincono né le modalità, né i criteri da adottare per i lavoratori di cui all’art. 12 della legge regionale n. 24 del 2000 e neanche la tempistica nell’attuare l’iter amministrativo per porre in essere quanto sancito dallo stesso art. 13, che dunque, ad un’attenta lettura, appare privo dei punti essenziali e necessari che vadano oltre alla mera individuazione dei lavoratori”.

“Erogare i Livelli essenziali per l’impiego (Lep) e attuare la riforma – conclude Musumeci – sono condizioni improrogabili per garantire l’accesso ai fondi SIE e inoltre, in assenza di strutture idoneamente potenziate, questi sarebbero soggetti a disimpegno automatico, con ovvie ricadute negative per la Sicilia”.

Insomma, dopo l’approvazione della norma da parte dell’Ars è tutto fermo. Nessun atto amministrativo è stato fatto dopo l’approvazione della norma, neppure l’elenco che doveva essere prodotto entro 30 giorni dalla pubblicazione della legge. Una presa in giro su tutta la linea.

Visualizza commenti

  • Grazie per aver ripreso in modo chiaro e conciso l'interpellanza della lista Musumeci.
    Ex operatore sportelli multifunzionali, operavo dal 2006 all'interno dei Centri per l'Impiego per espletare le politiche attive del lavoro, ora LEP + servizi aggiuntivi a supporto dell'utente e ora licenziato dopo quasi 30 anni di servizio.

  • La competenza in materia di politiche attive è attribuita ai centri per l'impiego, uffici regionali di cui le regioni in base al 150 si sono dovute dotare obbligatoriamente. In Sicilia i Cpi sono organizzati come unità operative di base,quali strutture periferiche del dipartimento lavoro. Creare un'agenzia per l'impiego in cui incardinare i cpi equivale a creare un nuovo dipartimento ciò dopo che l'agenzia l'hanno soppressa nel 2012 anche a seguito dei rilievi della CdC, nel giudizio di parifica del 2011 in cui si rilevò anche la sovrapposizione di compiti tra cpi e spmf. Relativamente alla natura giuridica, un'agenzia deve essere strutturata come ente pubblico dotato di autonomia finanziaria e quindi con un proprio bilancio idoneo sia per gli aspetti gestionali che per le iniziative coerenti con le finalità .A cio' occorre aggiungere che poichè dev'essere organizzata secondo la lr 10/2000 necessiterebbe di strutture intermedie oltre che di uob. Mentre si fa la riduzione delle attuali strutture si va a crearne un'altra aumentando la spesa? Non lo faranno mai per ovvi motivi. Per il bilancio, si evidenzia che il dipartimento lavoro è organismo intermedio già riconosciuto e pertanto le risorse del Por non possono essere destinate ad altri e, peraltro, l'agenzia non potrebbe operare in house providing ed essere destinataria di affidamenti diretti. Dovrebbe partecipare ad eventuali bandi. Occorre anche precisare che lo spirito della norma proposta e presentata in finanziaria è quello del potenziamento dei cpi con fondi del fse con compartecipazione statale e a zero I costo per la regione siciliana, quindi risorse del Por, mentre le eventuali risorse da cui attingere per un'agenzia sono fondi del fse con compartecipazione regionale e dietro progettazione. Detto questo sia l'idea dell'agenzia che quella relativa della norma possono coesistere e come abbiamo sempre ribadito, la norma non ostacola eventuali altre soluzioni che potrebbero contribuire a trovare una soluzione alla mattanza. Chi parla di ciapi o di altri organismi in house sa perfettamente che lo stesso organismo si trasformerebbe in agenzia e diventerebbe come qualsiasi altra apl e che vivrebbe di progettazione a risultato, per chi pensa al ciapi come "Spartacus" se lo scordi, non potrebbe più ricevere risorse dirette dalla regione. Personalmente non accettero' soluzioni per cui finora ho combattuto e cioè apl e pagamento a rimborso. La creazione di una agenzia unica sarebbe solo un apl che al posto di chiamarsi anfe piuttosto che ecap si chiamerebbe ciapi o in un altro nome. In conclusione è chiaro che si può realizzare con il ciapi o altra struttura regionale un'agenzia unica ma come apl e non potrebbero ricevere più affidamenti diretti in house dalla regione.
    "AGNEDDU E SUCU E FINIU U VATTIU"
    È stato spiegato in tutte le lingue ma hanno preferito trovare una quadra sul nulla per i lavoratori, ma non importa per loro conta altro, contano i poteri forti!

  • Speriamo che questa interpellanza riesca a ripristinare la legalità in materia di politiche attive del lavoro, ora Lep grazie agli Onorevoli Musumeci Formica e Ioppolo da un operatore degli ex sportelli multifunzionali dal 2003 licenziato dopo 25 anni di servizio!!!!!

  • Ripristinare la legalità in materia di politiche attive del lavoro? Qui in Sicilia? Ha ha ha ha ha ha! Da quarant'anni sento dire frasi del genere. In una terra dove gli stessi "antimafiosi" sono ancora più mafiosi dei veri mafiosi...

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