L’incredibile storia del gioielliere di Palermo Ignazio La Barbera, taglieggiato dalle banche

23 giugno 2016

Oggi, difeso dagli avvocato Fausto Amato e Marcella Alberghina, si accinge a chiedere alle banche che gli hanno procurato un sacco di guai, un risarcimento. Una storia emblematica di che cosa sono capaci di fare le banche che piacciono tanto al sistema di potere che oggi governa l’Italia

Prima dissanguato da una banda di usurai poi stritolato dalla banca che gli sta vendendo all’asta, per una cifra ridicola, l’unica casa dove vive con la sua famiglia.

E’ la storia di Ignazio La Barbera, imprenditore palermitano commerciante di gioielli, che ha coraggiosamente denunciato una banda di usurai e che oggi, alla luce dei risultati di una perizia, ha intrapreso una nuova battaglia decidendo di denunciare la banca che lo ha ridotto sul lastrico.

La banca che la Barbera vuole citare in giudizio è il Monte dei Paschi-Italfondiario, supportato dall’associazione antiracket e antiusura S.O.S. Impresa’ il cui presidente è il senatore Costantino Garraffa.

“Il mio calvario – dice La Barbera – non è terminato. Dopo avere denunciato i miei usurai ed estortori, lo Stato mi ha riconosciuto lo status di vittima, ma oggi rischio di perdere l’unico bene che mi è rimasto: la casa dove vivo con la mia famiglia messa all’asta dalla banca Italfondiario per una somma irrisoria rispetto al valore dell’immobile”.

La casa, valutata dalla stessa banca un miliardo e mezzo, fu ipotecata per un prestito di cinquecento milioni delle vecchie lire concesso dalla banca per pagare gli usurai, trecento milioni dei quali già restituiti.

“Nonostante la consistenza del mio patrimonio e la garanzia dell’ipoteca privilegiata, mutuo fondiario che impedisce ad altri eventuali creditori di rivalersi sull’immobile – racconta sempre La Barbera – la banca mi ha dichiarato fallito. E’ superfluo spiegare che tale ‘colpo di grazia’ ha determinato la chiusura della mia attività e la conseguente impossibilità di saldare il mio debito”.

“Ciò nonostante – prosegue l’imprenditore – nel corso degli anni ho fatto numerosi versamenti alla banca per un totale di circa centoquarantamila Euro, ma il meccanismo perverso della banca ha fatto sì che il mio debito originario aumentasse sino a diventare sproporzionatamente irraggiungibile. Ebbene, da un’analisi fatta oggi da un perito di parte, consulente del Tribunale, in base agli estratti conto della banca risultano applicati interessi usurai per diverse centinaia di migliaia di Euro, interessi che non mi hanno consentito di poter saldare il debito”.

Secondo il perito di parte, dai conteggi fatti, La Barbera risulta creditore nei confronti della banca di circa duecentosessantamila Euro e per questi motivi lo stesso ha deciso di denunciare la banca per usura e anatocismo.

“Voglio trascinarli in giudizio penale e civile – conclude l’imprenditore –. Con la mia famiglia e gli avvocati Fausto Amato e Marcella Alberghina abbiamo deciso di chiedere un risarcimento per tutte le sofferenze che questa banca ci ha procurato”.

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