Mentre la Sicilia affonda all’Ars si accapigliano sulla preferenza di genere

22 giugno 2016

Si tratta di quella che, in termini ‘tecnici’, viene definita la ‘Riserva indiana’ per le donne da intruppare nelle istituzioni elettive, a prescindere dal consenso che sono riuscite a guadagnarsi nella vita sociale e politica. La commissione Affari istituzionali dell’Ars ha ‘bocciato’ la ‘Riserva indiana’. Apriti cielo! I parlamentari che non hanno aperto bocca per difendere la Sicilia dagli scippi finanziari del Governo Renzi ritrovano improvvisamente la parola per darsi un ‘contegno progressista’. A cominciare dal presidente dell’Ars, Ardizzone, che parla come il padre-padrone del Parlamento siciliano

Tra le tante cose serie che stanno affondando la Sicilia, la politica siciliana ha trovato un nuovo vacuo argomento sul quale dividersi. Tema: la legge elettorale per i Comuni in discussione presso la commissione Affari istituzionali dell’Ars. Dove, a maggioranza, è stata bocciata quella che in termini ‘tecnici’ viene chiamata la ‘Riserva indiana’ per le donne, ovvero la doppia preferenza di genere. In pratica, una sorta di costrizione elettorale che obbliga gli elettori a votare per un uomo e una donna. Un modo per riempire le istituzioni elettive di donne, a prescindere dal consenso che sono riuscite a guadagnarsi nell’attività sociale e politica.

Sono in tanti a stracciarsi le vesti per la ‘bocciatura’ della preferenza di genere. Il primo ad esibirsi nella sceneggiata è il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. Il presidente che dice di difendere l’Autonomia siciliana e che non ha ancora aperto bocca per commentare il vergognoso ‘Patto’ Renzi-Crocetta Atto secondo (i dettagli su questo ennesimo tradimento del Governo regionale di Rosario Crocetta ai danni di 5 milioni di Siciliani li potete leggere qui), ha invece trovato il tempo e la voglia per intervenire in questa polemica sulle ‘Riverve indiane’ per le donne in politica:

“Solo nella terra di Pirandello – scrive il presidente dell’Ars, Ardizzone – si possono continuare a fare appelli per bocciare un emendamento già da me dichiarato inammissibile”.

Resta da capire perché tale emendamento sarebbe stato dichiarato “inammissibile” da Ardizzone. Il presidente dell’Ars fa riferimento a una legge dello Stato? O, come gli capita spesso, pensa di essere non il garante del Parlamento siciliano, ma una sorta di padre-padrone dell’Assemblea regionale siciliana?

Con Ardizzone, infatti, i regolamenti d’Aula non si applicano: si interpretano a suo uso e consumo. Questo ‘stile’ nella discutibile conduzione dei lavori parlamentari da parte del presidente dell’Ars si evidenza, soprattutto, in occasione del dibattito su Bilancio e Finanziaria, quando stralcia e ammette gli emendamenti sulla base della propria convenienza politica di parte.

Anche il segretario regionale del PD siciliano, Fausto Raciti – altro soggetto che non ha mai aperto bocca sugli scippi finanziari operati dal Governo Renzi ai danni della regione siciliana – trova il boccone troppo ghiotto per non assestare un bel ‘morso’:

“Senza la doppia preferenza di genere – dice Raciti – non siamo disponibili a votare alcuna legge elettorale”.

Contro le ‘Riserve indiane’ alle donne nelle istituzioni elettive, a prescindere dal consenso reale tra gli elettori, si schierano i parlamentari dell’Ars del Movimento 5 Stelle:

“Non battetevi per il voto di genere, ma affinché i partiti diano spazio alle donne nelle loro liste”.

E’ chiara la posizione del Movimento 5 stelle sul doppio voto di genere, bocciato dai parlamentari 5 stelle in commissione Affari istituzionali all’Ars.

“Alla base del ‘no’ alla norma – si legge nel comunicato del Movimento 5 Stelle all’Ars – ci sono numerosi motivi, in primis l’aumento esponenziale del controllo del voto e il rischio di elezione di candidati ‘fantocci’ (sia uomini che donne), solo perché collegati ad un candidato forte”.

“E’ una discriminazione al contrario – dicono i deputati 5 stelle -. Inserire corsie preferenziali solo in base al sesso significa preferire il genere al merito, che deve essere sempre la bussola per le scelte. Il M5S è la prova lampante del fatto che non c’è bisogno di strumenti del genere per far entrare le donne nelle istituzioni, lo testimonia l’infornata di sindaci donne nella recente tornata elettorale”.

“La scarsa partecipazione delle donne in politica – sottolineano i grillini – non è un problema di norme, ma culturale e di mancanza di servizi sociali che consentano alle donne di impegnarsi per la cosa pubblica” ⁠⁠⁠

Un altro che si schiera in favore delle ‘Riserve indiane’ è il vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino:

“Sia chiaro a tutti che il Psi-Pse è contro l’emendamento che riguarda la soppressione della doppia preferenza di genere alle elezioni amministrative. Dopo che il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, ieri pomeriggio, nel corso dei lavori d’Aula, aveva dichiarato l’inammissibilità dell’emendamento. Quanto accaduto oggi in commissione Affari istituzionali costituisce un fatto grave, oltre che un errore da segnare in rosso”.

sulla vicenda interviene anche Giusi Savarino, portavoce di #Diventera Bellissima:

“Solo in Sicilia – dice Giusy Savarino – poteva succedere che lo Statuto speciale venisse calpestato ogni giorno, umiliato da un Presidente Crocetta che riceve elemosine a Roma in cambio di ogni recriminazione e diritto che ci compete, e poi lo stesso Statuto diventi strumento per quella stessa maggioranza per togliere alle donne siciliane una conquista di democrazia paritaria come la doppia preferenza di genere”.

“È inaccettabile che si torni indietro su questo – aggiunge la portavoce del movimento di Nello Musumeci -. E’ inaccettabile che lo si faccia con una motivazione bugiarda, ipocrita e meschina come il voler combattere il voto di scambio e la mafia, vergogna! E magari questi stessi deputati domani bocceranno col loro voto il nostro emendamento sullo spoglio d’istituto che evita davvero il controllo del voto! Ormai da questa Assemblea regionale ci aspettiamo solo il peggio, prima vanno a casa è meglio è!”.

Su facebook la parlamentare del PD, Mariella Maggio, lancia strali:

“Sulla Doppia Preferenza di genere la vergogna continua, gli emendamenti che ne prevedono la soppressione, dichiarati inammissibili dal Presidente dell’Assemblea, sono stati riportati in commissione ed hanno ricevuto il voto favorevole!”.

Superfluo aggiungere che, anche Mariella maggio, si è guardata bene dall’intervenire sugli scippi finanziari del Governo Renzi ai danni della Sicilia: non a caso fa parte del PD…

 

 

 

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