‘Caso Siracusa’: Crocetta attacca i renziani perché vuole prendere le distanze da un Renzi ormai in crisi?

14 giugno 2016

Crocetta sta approfittando della vicenda giudiziaria che coinvolge i renziani di Siracusa sia per regolare vecchi conti in sospeso, sia per aprire un fronte contro una parte del suo partito. Vuole anche prendere le distanze da un Renzi sempre più ‘spompato’? Il dubbio c’è, se è vero che il presidente della Regione avrebbe riavviato il ‘dialogo’ con i grillini su un tema peraltro molto importante come quello della compensazione dei debiti e dei crediti delle imprese portata avanti da Riscossione Sicilia spa

La domanda è una: cosa ci fanno ancora insieme il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e i renziani del PD siciliano? Può un’Isola di 5 milioni di abitanti essere governata da personaggi che dovrebbero operare insieme e che, invece, ogni qual volta si presenta l’occasione, si scambiano colpi durissimi? Lo sfascio della Regione siciliana non è anche il frutto delle faide interne al Partito Democratico della Sicilia?

In queste ore le cronache raccontano di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Siracusa su appalti e asili nido. Una vicenda che coinvolge Giovanni Cafeo, ex capo di gabinetto del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, renziano della prima ora.

In questa fase, da quello che si capisce, Cafeo è indagato per turbativa d’asta e traffico di influenze illecite: indagato e non condannato.

Nella storia – che comunque non è bella – si getta a capofitto Crocetta che all’ANSA dichiara:

“Mi opposi in modo durissimo all’ingresso di Cafeo in Giunta. La prima volta durante la formazione del governo bis: in quell’occasione fu Davide Faraone a farmi il nome di Cafeo per bilanciare la presenza in giunta di un altro siracusano, ma siccome sapevo dei legami di parentela che aveva con la famiglia Foti, puntai i piedi e alla fine decisi di nominare Maria Rita Sgarlata“.

“Cafeo – aggiunge il presidente della Regione – mi fu riproposto per la seconda volta durante le trattative per il terzo governo. Questa volta a farmi il suo nome fu Giancarlo Garozzo, delegato da Faraone alle trattative. Non cedetti e nominai il giovane Gerratana”.

In realtà, la storia di quei passaggi politici sofferti è un po’ più complicata e Crocetta la ricostruisce in modo parziale. Corre l’anno 2014. In quei giorni in provincia di Siracusa – caso unico nella storia dell’Autonomia siciliana – andava in scena una mini-tornata elettorale. In seguito alla sparizione di alcune schede la magistratura decideva di far celebrare le elezioni in alcuni Comuni della provincia aretusea.

I renziani siciliani – capeggiati dal parlamentare nazionale del PD, Davide Faraone (ancora non era stato designato sottosegretario) e dal sindaco di Siracusa, Garozzo – ne approfittano per cercare ‘sbarellare’ il parlamentare del PD, Bruno Marziano (oggi assessore regionale alla Formazione professionale). Il candidato che, nella mini-tornata elettorale, avrebbe dovuto prendere più voti di Marziano per sostituirlo all’Assemblea regionale siciliana è proprio Cafeo.

Per la cronaca, Marziano faceva capo – e dovrebbe fare ancora capo – all’area del PD dei cosiddetti cuperliani (in realtà, Marziano, per noi che lo conosciamo dagli anni ’80, è sempre stato autonomo: forse l’unico compagno di partito al quale è stato legato è l’ex parlamentare del Pci-Pds, Nino Consiglio, che è stato un punto di riferimento, per anni, della sinistra di Siracusa).

In ogni caso, Marziano, nella mini-competizione elettorale siracusana del 2014, era nel mirino dei renziani: su questo non ci piove. Crocetta, oggi, dice che si oppose alla nomina di Cafeo ad assessore della sua Giunta. In effetti, nominare assessore regionale l’avversario di Marziano non sarebbe stato un atto di eleganza politica e istituzionale…

Però c’è un però. Perché Crocetta, in occasione della mini-tornata elettorale siracusana, non ha tenuto il suo Governo al di fuori della contesa: anzi. E’ stato proprio Crocetta a nominare assessore regionale il giovane Piergiorgio Giarratana: nomina renziana a ventiquattro carati per portare acqua al mulino di Cafeo.

Insomma: nel 2014 Crocetta ha messo a disposizione dei renziani siciliani il Governo regionale che presiede ancora oggi per provare a fare le scarpe a Marziano e per ingraziarsi non solo i renziani siciliani, ma forse anche Renzi in persona. E l’ha fatto sacrificando con machiavellico cinismo – e sulla base di accuse poi dimostratesi sbagliate – l’allora assessore Maria Rita Sgarlata.

Questo non lo diciamo noi: lo diceva, in quei giorni, proprio l’onorevole Marziano, che presentava una denuncia contro Crocetta per voto di scambio. Certo, oggi Marziano è un assessore della Giunta Crocetta: e come possa un uomo politico fare parte di un Governo presieduto da un personaggio che ha denunciato per voto di scambio noi non lo riusciamo a capire.

Ma si sa: cercare di applicare la logica e, soprattutto, la logica politica alle vicende dell’attuale PD siciliano significa perdere solo tempo, perché le ragioni di questo partito e di chi ne fa parte si fondano su ragioni che la ragione dei ‘comuni mortali’ non può comprendere…

Quello che possiamo dire è che la polemica che oggi Crocetta solleva verso i renziani siciliani a noi convince fino a un certo punto, soprattutto se illustrata come la illustra lo stesso presidente della Regione.

Non possiamo non ricordare che proprio in quell’anno, a Giugno, Crocetta firmava il ‘Patto scellerato’ con Renzi in base al quale, a nome di 5 milioni di Siciliani, rinunciava, per quattro anni, agli effetti di una sentenza della Corte Costituzionale favorevole alla Regione in materia di territorializzazione delle imposte.

Il tutto con un Parlamento siciliano che, a maggioranza, ha consentito a Crocetta di fare questo e altro.

Stando al calcolo dal professore Massimo Costa – che nella vita fa il docente universitario di Economia – la Regione siciliana rinunciava a oltre 5 miliardi di Euro. Oggi, con questi soldi che Crocetta ha regalato al Governo Renzi, la Regione non si troverebbe nell’attuale, gravissima crisi finanziaria.

Restano due domande.

Prima domanda: perché oggi Crocetta ricostruisce in modo così parziale – non senza qualche punta di sciacallaggio politico – una storia del quale lui, gli piaccia o no, è stato anche protagonista non certo ‘incolpevole’?

Noi una risposta proviamo a darla, anche se con il beneficio dell’inventario. Crocetta non è un genio di governo: e lo sta dimostrando. Ma è un furbo di quattro cotte. Forse il presidente della Regione ha capito che la stella di Renzi è al tramonto e sta provando a ritagliarsi un nuovo spazio di azione politica?

Una mezza ‘tresca’ politica tra Governo e grillini è in corso. C’è l’operazione – assolutamente meritoria – di Riscossione Sicilia spa sulla compensazione debiti-crediti per aiutare le aziende siciliane in difficoltà. Ripetiamo: operazioni giustissima. Presentata in conferenza stampa dai grillini e dal presidente della società, l’avvocato Antonio Fiumefreddo.

Ora, pensare che Fiumefreddo stia agendo senza il consenso del Governo regionale non è credibile. L’amministratore unico di Riscossione Sicilia spa è molto vicino a Crocetta ed è stato nominato dallo stesso presidente della Regione, che ha ignorato il veto del PD.

Un po’ meno ‘nobile’ quello che è avvenuto nella quinta commissione legislativa dell’Ars, con l’invio di un importante disegno di legge di riforma della Formazione professionale (leggere soprattutto abolizione della legge regionale n. 24 del 1976: fatto politicamente molto grave sia come fatto in sé, sia perché è stato fatto senza il coinvolgimento delle parti sociali) alla commissione Bilancio e Finanze nel silenzio generale: silenzio che ha coinvolto anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle dell’Ars, che hanno preso posizione su questi spinoso tema solo dopo che questo blog ha fatto esplodere il ‘caso’.

Che vogliamo dire? Che Crocetta potrebbe avere deciso di giocare a tutto campo, magari con passaggi politici un po’ spregiudicati: in questo scenario l’attacco ai renziani è molto diverso – e molto più ‘politico’ – dello scambio vivace di idee che nel passato ha avuto con Faraone.

La seconda domanda ci porta all’inizio di questo articolo: cosa ci fanno ancora insieme il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e i renziani del PD della nostra Isola?

Ricordiamo che alla fine della legislatura mancano ancora due anni. E difficilmente, se Crocetta dovesse decidere di sbarazzarsi dei renziani della sua Giunta, i parlamentari dell’Ars lo manderebbero a casa, perché a casa dovrebbero andare anche loro…

 

 

 

 

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