All’Ars un emendamento per ridurre la compravendita di voti nei Comuni

13 giugno 2016

La proposta è stata presentata dal movimento #DiventeràBellissima di Nello Musumeci. Si tratta di un emendamento al disegno di legge che dovrebbe cambiare la legge elettorale nei Comuni dell’Isola. Detto questo, il provvedimento, se verrà approvato, ripristinerà il cosiddetto ‘effetto di trascinamento’ (collegamento del voto tra candidato sindaco e candidato al Consiglio comunale) che nel passato non è stato certo un elemento di correttezza elettorale. Anzi…

Una proposta di legge per arginare il voto di scambio, ovvero la compravendita di voti in Sicilia. Tema scottante, se è vero che in queste ore la rete è piena di video dove si vedono candidati che distribuiscono pacchi di pasta e, in generale, beni alimentari non soltanto nei giorni che precedono il voto, ma anche in prossimità dei seggi elettorali. In Italia la povertà è aumentata: Eurostat ci dice che nel nostro Paese ci sono quasi 7 milioni di poveri – record negativo in Europa (almeno in questo siamo primi…) -: persone che non possono affrontare una spesa inaspettata, che non possono permettersi un pasto a base di carne ogni due giorni e che non possono mantenere una casa. In queste realtà la compravendita di voti impazza.

I video che in queste ore fanno i ‘numeri’ sulla rete riguardano la Campania. Ma anche in Sicilia non si scherza. Da qui la proposta del parlamentare regionale. Nello Musumeci, leader di #DiventeràBellissima:

“Abbiamo individuato un modo semplice, un emendamento al disegno di legge di modifica alla legge elettorale siciliana, all’ordine del giorno in Ars, che semplicemente prevede che le schede elettorali di tutte le sezioni presenti in uno stesso plesso scolastico vengano mischiate tra loro e poi riassegnate alle sezioni originarie per lo spoglio, così sarà impossibile ricondurre il voto espresso all’elettore. Basta al mercimonio del principio base di ogni democrazia, la libera espressione del proprio voto”.

La proposta di Musumeci ha un senso: oggi il voto si controlla grazie al fatto che, chi lo mette in vendita, dice all’eventuale ‘acquirente’: “Io voto in questa sezione. Potrai andare a verificare la mia ‘correttezza’ (si fa per dire… ndr) controllando i voti di tale sezione”.

Mescolare – come propone l’onorevole Musumeci – le schede di tutte le sezioni di un plesso scolastico per poi procedere allo spoglio limiterebbe, ma non eliminerebbe la possibilità di verificare la compravendita dei voti. Tanto che, nel corso degli anni, sono state avanzate altre proposte: per esempio, quella di far convergere le schede votate in centinaia di sezioni in un unico seggio.

In questo caso diventerebbe quasi impossibile, per chi ‘acquista’ i voti, verificare la ‘correttezza’ di chi ha venduto il proprio voto. A meno che non vadano in scena casi limite: un candidato che, ad esempio, ha acquistato mille voti, ma ne trova 700 dopo lo spoglio nel seggio unico. In ogni caso, gli verrebbe difficile trovare i 300 traditori…

Detto questo, c’è chi ha fatto notare che, durante il trasporto delle schede verso il seggio unico (si potrebbe prevedere un seggio unico per un certo numero di sezioni di quartieri diversi di una città), si potrebbero verificare brogli: per esempio, la sostituzione delle schede.

La proposta del movimento #DiventeràBellissima è comunque interessante:

“Quello presentato oggi – aggiunge la portavoce del movimento  Giusi Savarino – è molto simile ad un emendamento presentato da me già nel 2005, e poi bocciato dal voto d’Aula. Voglio vedere oggi chi sarà disposto a votarlo (Giusy Savarino è stata parlamentare regionale ndr)”.

Il riferimento, ovviamente, è al Parlamento siciliano dove è già stato incardinato il disegno di legge sulla riforma elettorale nei Comuni.

“Vogliamo il voto palese stavolta – precisa Giusy Savarino -. Vogliamo il nome e cognome di chi vuole tutelare e alimentare la campagna acquisti dei voti, la magistratura farà il suo corso, ma la politica deve fare la sua parte”.

Per la cronaca, il disegno di legge per il voto nei Comuni è stato incardinato dall’Ars la scorsa settimana. Questa settimana Sala d’Ercole non si riunirà perché Domenica prossima si vota per i ballottaggi (entro Mercoledì di questa settimana, però, scade il tempo per la presentazione degli emendamenti a tale disegno di legge).

Tra i punti qualificanti della riforma elettorale c’è l’abolizione del cosiddetto ‘effetto di trascinamento’. Con la riforma varata qualche anno fa, nei Comuni siciliani si vota con un’unica scheda con voto disgiunto per il candidato sindaco e per i candidati al Consiglio comunale.

In genere, quando si opta per il voto disgiunto tra sindaco e Consiglio comunale si ricorre alla doppia scheda: una per il sindaco e una per il Consiglio comunale.

La scheda unica con voto disgiunto è stata voluta dal centrosinistra. Un’opzione che ha aumentato la confusione tra gli elettori e la confusione nei seggi al momento dello spoglio. Basti pensare che lo spoglio delle schede per il Consiglio comunale di Palermo, nella Primavera del 2012, è stato contrassegnato dal caos: così, alla fine, 30 consiglieri comunali sui 50 del Consiglio comunale di Palermo sono andati alla lista del sindaco eletto, Leoluca Orlando.

Oggi lo stesso centrosinistra siciliano che ha voluto questa legge vive con terrore l’ipotesi che quello che si è verificato a Palermo, grazie alla scheda unica con voto disgiunto, possa verificarsi in altri Comuni in favore dei grillini: da qui l’accordo quasi unanime della vecchia politica siciliana per cambiare la legge elettorale per i Comuni ripristinando il ‘trascinamento’: ovvero il voto collegato tra sindaco e liste.

Si torna, insomma, alla vecchia legge elettorale: chi voterà il candidato di una lista per l’elezione al Consiglio comunale darà automaticamente il voto al candidato sindaco collegato a tale lista.

Questo dovrebbe sfavorire i partiti che si presentano, insieme, per sostenere un candidato sindaco. E sfavorirà i grillini che, invece, si presentano da soli.

P.S.

Il voto ‘ricongiunto’ tra sindaco e Consiglio comunale – questo è un dato oggettivo – favorirà la ‘semplificazione’ del voto nei quartieri popolari dove l’elettorato non ha molta dimestichezza con la scheda elettorale. 

Chi ha dimestichezza con le schede elettorali non ha problemi a votare con un’unica scheda sindaco e consigliere comunale. Ma nei quartieri popolari, come già accennato, con l’attuale legge elettorale comunale non sempre gli elettori si trovano a proprio agio con la scheda unica con voto disgiunto: abbiamo già detto della confusione che si è verificata a Palermo alle elezioni comunali del 2012, quando sono state annullate migliaia di schede. Con tanti, forse troppi candidati al Consiglio comunale che si aspettavano i voti che, invece, risultavano scomparsi…

Reintroducendo il ‘trascinamento’ si semplificherà il voto nei quartieri popolari. Basterà dire: vota per questo candidato al Consiglio comunale e il voto al sindaco collegato a tale lista andrà automaticamente.

Ma tale metodologia di voto – che ha fatto la fortuna del centrodestra siciliano negli anni ’90 – oltre a facilitare il voto nei quartieri popolari, facilita anche altri soggetti e altre organizzazioni…   

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