Mafia dei Nebrodi: il mistero dell’incendio di ‘Case Pratesi’ nel 2013

9 giugno 2016

A ricordare quanto accaduto tre anni fa sui Nebrodi è il senatore di Sinistra Italiana, Francesco Campanella. E’ la storia, mai del tutto chiarita, di un incendio doloso che ha colpito ‘Case Trapesi’ a Cesarò, nel cuore di questo Parco naturale. “Dov’era il presidente della Regione, Rosario Crocetta quando la criminalità organizzata faceva la voce grossa sui Nebrodi?”   

Nelle scorse settimane si è consumato l’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. Che cosa stia succedendo in questa parte della Sicilia non è chiaro. Forse una chiave di lettura può essere offerta dalla ‘rilettura’ di quello che è avvenuto qualche anno fa. Ed è quello che prova a fare il senatore di Sinistra Italiana, Francesco Campanella, che negli scorsi giorni ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere al Governo nazionale maggiore chiarezza sulla vicenda che nel 2013 ha riguardato ‘Case Pratesi’, sui Nebrodi, e di cui per oltre tre anni nessuno ha saputo nulla.

“Una ristrutturazione da oltre un milione di Euro – dice Campanella – resa possibile grazie ai finanziamenti comunitari; una richiesta di assegnazione per il bene, per un canone di locazione di 4 mila Euro annui, negata; una gara d’appalto per la gestione dell’immobile (la prima in tema di terreni e immobili demaniali della Regione siciliana) e alla fine un incendio doloso che ha devastato tutto, pochi giorni dopo l’aggiudicazione dell’appalto. È questa in sintesi, la storia di ‘Case Trapesi’, un immobile di proprietà del Demanio che ricade nel territorio di Cesarò, nel cuore dei Nebrodi, finito in fiamme nel Marzo 2013, nel silenzio generale”.

A questo punto il senatore si rivolge al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta:

“Dov’era Crocetta quando la criminalità organizzata faceva la voce grossa sui Nebrodi, quando non permetteva alla pubblica amministrazione di intraprendere la strada della legalità, quando preferiva mandare in fumo oltre un milione di Euro, pur di non lasciare spazio alle buone prassi che gli uffici regionali portavano avanti?”.

“Era la primavera del 2013 – sottolinea ancora Campanella -, quando veniva predisposto il primo bando pubblico in tema di terreni e immobili demaniali della Regione siciliana per l’affidamento di ‘Case Trapesi’. Il sospetto è che quel bando suscitò la risposta violenta di chi non vedeva di buon occhio la decisione di seguire la strada della trasparenza e della legalità. Già nel novembre 2012 i vertici regionali erano stati messi in condizione di conoscere la situazione sui monti messinesi, e non solo. A partire dal governatore Rosario Crocetta, all’epoca appena eletto alla guida della Sicilia. Eppure, pur conoscendo le criticità nell’assegnazione in concessione dei beni demaniali con largo anticipo e avendo ricevuto seri campanelli d’allarme attraverso episodi criminali come quello di ‘Case Trapesi’, l’Amministrazione regionale non ha ritenuto opportuno agire in tempo”.

“Nella migliore delle ipotesi – afferma il senatore siciliano – questa Amministrazione regionale si è dimostrata incapace di leggere i tanti segnali che dai Nebrodi sono arrivati. Nella peggiore, ben più grave sotto il profilo sia etico che politico, ha scelto di non leggerli, di ignorarli, di voltarsi dall’altra parte. In ogni caso su questa vicenda bisogna fare luce al più presto. I responsabili materiali vanno individuati e puniti, mentre i responsabili politici hanno il dovere di trarre le dovute conseguenze”.

“Mi domando – conclude Campanella – come sia possibile che la commissione Antimafia all’Ars non si sia presa la briga di ascoltare l’allora dirigente generale per verificare quanto accaduto. Non basta prendere le distanze dai colpi di pistola se quando invece si sarebbe potuto intervenire, si è intrapresa la via del silenzio”.

Per la cronaca, la commissione Antimafia dell’Assemblea regionale siciliana presieduta da Nello Musumeci, nei prossimi giorni dovrebbe rendere nota una relazione sulle agro-mafie. Dove si dovrebbe parlare anche di alcune vicende dei Nebrodi.

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