Libro di Riina jr: Salvatore Borsellino non lo vuole a Palermo. E la Rai che lo ha portato in tutta Italia?

7 giugno 2016

Il fratello del giudice Paolo annuncia proteste contro la presentazione del libro del figlio del boss in città. Anche il Siap annuncia un sit-in. Comprensibile, ma nulla può essere più grave di una Rai che lo ha ospitato portandolo nelle case di tutti gli italiani

Se tutti gli italiani sanno che Salvo Riina, figlio del boss di Corleone, ha scritto un libro dedicato al padre e se tanti italiani, anche solo per curiosità, lo compreranno, il merito è tutto della Rai. Ricordate l’intervista di Bruno Vespa a Porta a Porta? Ricordare le furenti polemiche indirizzate non solo alla qualità (scadente) dell’intervista ma anche alla vergogna di un servizio pubblico che si presta a fare da cassa di risonanza a un tale personaggio che vuole vendere il suo libro?

Ebbene, come è finita? A caffé e pasticcini, come sempre quando si parla del feudo della politica. Nessun responsabile, nessuno ha pagato. Non stupisce neanche constatare che negli ultimi giorni la Rai non si sia affannata – nè i TG né i vari Porta a Porta- a dare notizia della sentenza di Firenze che ha praticamente confermato la trattativa Stato-mafia negli anni roventi delle stragi (qui l’articolo in questione).  Più importante dare la parola al figlio del boss che ai giudici fiorentini, evidentemente. 

Ricordiamo tutto questo per arrivare alla protesta annunciata da Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, che è saltato dalla sedia quando ha letto che, con ogni probabilità, Salvo Riina presenterà il suo libro a Palermo in un un noto albergo del centro il prossimo 18 Giugno. Protesta comprensibile: nel città di Falcone e Borsellino suona come un affronto alla loro memoria. Ma- a nostro parere- non così grave come l’affronto subito per mano della Rai.

Il 18 giugno dovesse essere permesso a Salvo Riina di presentare il suo libro a Palermo, – dice Salvatore Borsellino- sarò a Palermo per impedire questa ulteriore offesa alla memoria di mio fratello e dei ragazzi massacrati insieme a lui. Niente e nessuno mi potrà impedire di farlo. Ho 74 anni, ho vissuto già 22 anni più di mio fratello, sono pronto a qualsiasi cosa”.

Non convince chi difende l’annunciato evento (pochi in realtà) parlando di diritto alla parola e citando l’articolo 21 della Costituzione: chi non ha rispetto per la vita (e per la morte) altrui, chi non mostra un minimo di compassione per le vittime, non può appellarsi ad altri diritti, tanto meno a quello di espressione, perché esprimersi, in questo caso, vorrebbe dire ignorare il male compiuto delle persone di cui si parla, ignorare il dolore altrui, ridimensionare terribili reati familiari e costruirci sopra pure un business editoriale.

Di cosa parla Salvo Riina? Vuole raccontarci verità mai udite, aiutare i siciliani a scoprire verità finora taciute? Vuole contribuire a rimettere insieme i cocci di un passato ancora oscuro? No. Vuole solo parlare e bene della sua famiglia.  Questa non è libertà di espressione. Questa è libertà di trasfigurare delle verità su argomenti sui quali non si può essere leggeri.

Comprendiamo dunque lo sdegno di Salvatore Borsellino, ma lo ripetiamo, il vero scandalo, il vero oltraggio è arrivato dalla Rai, il cui comportamento, non caso, è stato definito dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, simile a quello della mafia.

Quindi va bene protestare contro la presentazione del libro a Palermo, ma il silenzio caduto sulla vicenda Rai non è tollerabile.

Sul caso, comunque, interviene anche il sindacato di polizia, Siap:Consideriamo un affronto irricevibile l’annunciata presentazione del libro – che non intendiamo neppure nominare – scritto dall’ormai noto Riina junior a Palermo, proprio a cavallo delle ricorrenze delle due terribili stragi del 1992. Ci accerteremo se la data effettivamente prevista sarà quella del 18 giugno, intanto è per quel giorno che, a partire dalle 16, saremo tutti in piazza Politeama con i nostri striscioni e bandiere per dire no a fenomeni inqualificabili come questo”.
«Continuiamo a sperare che l’annunciata presentazione del libro in un noto albergo della città – prosegue il Siap – non debba avvenire. Ma se così fosse, abbiamo già comunicato al questore di Palermo che saremo lì, in piazza Politeama con striscioni e bandiere del Siap di Palermo e di tutte le associazioni che siamo certi si uniranno a noi. Chiediamo per questo al mondo dell’associazionismo in genere, a ogni cittadino, a chiunque rivesta un incarico pubblico o privato, politico o amministrativo, ad ogni tv o radio di essere in piazza con noi per dire ‘SÌ ad una Palermo libera dal malaffare e dalla mafia, e ad una città che non dimentica e che fa della memoria il suo punto di partenza verso un domani in cui i nostri figli potranno respirare il fresco profumo della libertà”.

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