AMAT: l’autobus si prende, il biglietto non si paga (slogan anni ’70 ancora attuale…)

5 giugno 2016

Di fatto, uno slogan della Palermo degli anni ’70 del secolo passato è diventato realtà nell’anno di grazia 2016: “AMAT: l’autobus si prende, il biglietto non si paga”. Così almeno leggiamo su facebook. Sono le testimonianze delle persone che raccontano scene alle quali hanno assistito. Eccole

Nei primi anni ’70 del secolo passato a Palermo andò in scena uno sciopero che coinvolse mondo del lavoro e scuole. Operai e studenti uniti nella lotta, come si diceva allora. Cos’era successo? L’AMAT – che allora era una municipalizzata – aveva aumentato il biglietto di 50 lire. Sindaco della città era Giacomo Marchello, un ufficiale dell’Aeronautica, gran persona per bene che, già allora, provava a far quadrare i conti di un’azienda per il trasporto pubblico delle persone che a Palermo non ha mai avuto pace.

L’aumento dei biglietto colpiva lavoratori e studenti. Allora, sugli autobus dell’AMAT c’erano in parte i ‘bigliettai’ che vendevano i biglietti all’entrata. Che stavano per essere eliminati. Sostituiti da controllori che i controlli li facevano per davvero. Da qui lo sciopero che durò giorni e giorni.

Lo slogan degli scioperanti era il seguente: “L’autobus si prende, il biglietto non si paga”.

Alla fine l’aumento del biglietto passò.

E oggi? Su facebook leggiamo un post di Rino Canzoneri: 

“I controlli sugli autobus AMAT a Palermo.

Scena prima. Salgono due controllori sull’autobus e si annacanu un po’. Di modo che alla successiva fermata chi è senza biglietto può scendere tranquillamente.

Scena seconda. Alcuni si mettono in coda davanti al controllore col biglietto in mano ancora vergine e questo glielo oblitera.

Scena terza. Quelli senza biglietto vengono invitati a scendere alla successiva fermata.

Mi chiedo e vi chiedo: ma che min… di controlli sono questi? Pensate di educare così i portoghesi a fare il biglietto?”.

Commenta Pietro Busetta:

“Poi quelli rimasti vengono controllati bene e se sei abbonato non basta la tessera, ma vogliono il tagliando allegato che dimostri di essere in regola con il pagamento! Ma vaffanculo! I portoghesi scendono da un autobus e prendono il successivo!”.

Però ci dicono che sul Tram non è così: lì senza biglietto non viaggia nessuno. Sarà vero?

Qualche giorno fa Pino Apprendi ha postato, sempre su facebook, il seguente post:

“Siparietto serale. Nel pomeriggio ho preso il 102 per tornare a casa. Salgo in piazza Politeama e vedo che si svuota l’autobus. Mi avvio ad obliterare il biglietto e vedo che l’autista sorrideva. Incuriosito gli ho chiesto cosa era successo. Mi ha guardato e mi ha detto: “L’hanno scambiato per un controllore per come è vestito”. In effetti indossavo pantalone e giacca neri e camicia azzurra…”.

 

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