La scomparsa degli alfaniani? Si vergognano a farsi vedere in giro. Così si mimetizzano…

4 giugno 2016

Gli analisti di fatti politici siciliani si interrogano dottamente sulla scomparsa del simbolo del Nuovo Centrodestra Democratico da questa competizione elettorale. Ma nessuno ha il coraggio di dire che il Ministro degli Interni e i suoi accoliti ormai si vergognano a farsi vedere in giro. E hanno ragione: come si fa a dire di essere di centrodestra e poi governare – a Roma e in Sicilia – con il centrosinistra? E le loro ‘divisioni’? Altra bufala: ben mimetizzati, si sono piazzati in tutte le liste civiche: tanto una di queste vincerà e così loro saranno comunque tra i vincitori…

Quante ne dobbiamo leggere e sentire! Su Live Sicilia, ad esempio, a proposito della scomparsa del simbolo del Nuovo Centrodestra Democratico di Angelino Alfano, il simpatico Francesco Cascio, esponente di questo partito, deputato-navigato, ci spiega che, ormai, in occasione delle elezioni amministrative, “la gente non sopporta i simboli dei partiti”. Ragazzi, questa sì che è sociologia politica di altissimo livello!

Però, a noi, la tesi non convince nemmeno un po’. Certo, alle elezioni comunali – domani, in Sicilia, lo ricordiamo, si vota in 29 Comuni per eleggere sindaci e Consigli comunali – ci sono le liste civiche. Ma se il simbolo di un partito sparisce del tutto, beh, un motivo ci sarà.

I dirigenti del partito alfaniano siciliano non se la sentono di raccontare un’altra amara verità. E si capisce: è una verità che li tocca da vicino: che li qualifica: che li rende unici del panorama politico italiano. Insomma: come può un partito politico che si definisce di centrodestra, anzi, che si chiama, addirittura, Nuovo Centrodestra Democratico governare a Roma – per giunta con Renzi – e in Sicilia niente poco di meno che con Rosario Crocetta?

E’ chiaro che, ormai, nel sentire le tre magiche parole: Nuovo Centrodestra Democratico – parole magari accompagnate dalla faccia del Ministro Alfano – la gente, dalle Alpi alla Sicilia, si mettere a ridere. Per poi chiedersi e chiedere: “Nuovo Centrodestra? Ma che serietà è mai questa?”.

Così i parlamentari e, in generale, i sodali di questo partito si mescolano tra le liste civiche, nella speranza che gli elettori dimentichino i loro capitomboli. Così ben nascosti, mimetizzati tra gli altri candidati, i ‘trans-politici’ del Nuovo Centrodestra Democratico sperano di non dare troppo nell’occhio: ovvero di essere ricordati per qualche clientela, ma non certo per quello che sono: politici double face, buoni per tutte le stagioni e per tutti i ‘piatti’ della ‘gastronomia politica…

L’Isola, si sa, è la terra dove il Nuovo Centrodestra Democratico è germogliato, per diffondersi come un’Edera nel resto dello Stivale. Tra I Vicerè di Federico De Roberto e I vecchi e i giovani di Luigi Pirandello, gli alfaniani, dalla ferace Sicilia si sono ricongiunti con le anime nobili di ‘Comunione & fatturazione’. E lì, tra i rami del lago di Como e le brume della Padania, allietano l’Italia con mirabolanti appalti, orologi, incarichi plurimilionari per le mogli, PON sicurezza, ricordandoci la ‘purezza’, a tratti perfino petrarchesca, della politica.

In Sicilia, poi, hanno superato l’immaginazione: nel giro di pochi giorni sono passati dai comunicati di fuoco contro il Governo di Rosario Crocetta a una rissa per accaparrarsi i posti nell’ufficio di gabinetto dell’assessorato ai Beni culturali: insomma, da un’opposizione ‘dura e pura’ sono passati al governo. Della serie: tutti in Spagna purché se magna…

Certo, qualcuno potrebbe obiettare: non sono Alfano e i suoi che si sono spostati a sinistra, ma è il PD di Renzi che si è spostato a destra sulle posizioni di Alfano e di Verdini (posizioni politiche, senza equivocare, per carità…). A tale enigma noi non sappiamo rispondere.

Sempre su Live Sicilia leggiamo, ormai estasiati, che in Sicilia, in occasione delle elezioni amministrative, gli alfaniani si sarebbero divisi. Succede a Favara, provincia di Agrigento, dove “I due referenti agrigentini dell’Ncd, cioè il parlamentare nazionale Nino Bosco e il deputato regionale Enzo Fontana sostengono due candidati diversi: il primo, con la lista Favara popolare è al fianco di Gabriella Bruccoleri (e alleato col PD), il secondo è con Gaetano Airò e con un pugno di liste civiche di centrodestra”.

Divisi? E chi lo dice che sarebbero divisi? Infatti, potrebbe essere vera un’altra tesi. E cioè: tu vai lì, io vado là, così uno di noi due deve vincere per forza e, alla fine, semu sempri assittati…

Insomma, per vincere le elezioni basta infilarsi in tutte le liste: una di queste, per la legge della caduta dei gravi, dovrà vincerle queste benedette elezioni e loro, gli alfaniani, saranno seduti al tavolo dei vincitori per spartirsi poltrone & potere.

Volete mettere?

P.S.

E se – a partire dalla Sicilia – gli elettori siciliani decidessero di non votarli più?

 

 

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