Licenziamenti in vista all’AMAP. La CISL sorvola le responsabilità del Governo Renzi

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Continua la recita a soggetto di questa organizzazione sindacale che, per non disturbare il ‘manovratore’ di Palazzo Chigi, si arrampica sugli specchi, facendo finta di non sapere che i soldi della Regione e dei Comuni siciliani se li è presi il Governo Renzi, come ha ammesso lo stesso assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei

 

Ormai è una ‘gara’: da una parte c’è la Sicilia che cade a pezzi per mancanza di risorse finanziarie; dall’altra parte c’è il Governo nazionale di Matteo Renzi – che è il responsabile del sostanziale default della Regione, dei Comuni, delle ex Province, di enti e società regionali comunali e provinciali, dei precari, della sanità siciliana ridotta a brandelli – che, per provare far dimenticare a 5 milioni di Siciliani i soldi che gli ha scippato procede di annuncio in annuncio: il G7 in Sicilia (si dice a Taormina), la festa dell’Unità e via continuando. Gli annunci, però, non risolvono i problemi economici.

Non c’è giornata in cui, in Sicilia, una categoria sociale non minacci di scendere in piazza perché lasciata senza soldi o per provare a scongiurare i licenziamenti.

A questa seconda categoria appartengono i circa 200 lavoratori assunti da APS, la società privata che, fino a qualche anno fa, gestiva l’erogazione del servizio idrico nei Comuni della provincia di Palermo. Poi APS è fallita e i 200 dipendenti – che, lo ricordiamo, sono stati assunti da una società privata – sono passati sotto l’egida dell‘AMAP, la società del Comune di Palermo che gestisce il servizio idrico in città.

Dopo varie vicissitudini è stato deciso che l’AMAP dovrebbe gestire il servizio non in tutti i Comuni della provincia di Palermo, ma solo in una trentina di Comuni (gli altri Comuni del Palermitano si sono organizzati diversamente: e questo in una Regione dove regna il caos – si pensi a quello che sta succedendo nel settore dei rifiuti, dove ogni Comune, in barba a una legge regionale, si organizza da sé – è ormai una consuetudine).

Con tale impegno i dipendenti di APS – che sono circa 200 – sono stati trasferiti sul ‘groppone’ dell’AMAP. Solo che nessuno ha mai capito con quali soldi l’AMAP dovrebbe pagare questi dipendenti. Così adesso i nodi cominciano a venire al pettine, perché ‘mamma Regione’ – che alla fine avrebbe dovuto pagare lo stipendio a questo personale – non ha più soldi.

Sulla vicenda interviene la CISL siciliana:

“Non consentiremo nessun licenziamento, siamo pronti a discutere di un piano di riduzione dei costi laddove è possibile, tagliare spese superflue ed evitabili con l’obiettivo, però, di mantenere i posti di lavoro della ex municipalizzata, a garanzia dei dipendenti AMAP, degli ex APS e dei cittadini per rilanciare il futuro del servizio idrico e dell’azienda”.

Così si esprimono Franco Parisi, segretario regionale Femca CISL e Rosalia Arcuri, segretario aziendale Femca in AMAP. A quanto pare, a rischio sarebbero 81 dipendenti.

“Ieri – si legge nel comunicato della CISL – si è tenuto ieri in Prefettura l’incontro fra parti sociali, comune e azienda. La proposta dell’azienda, basata su un piano industriale poco veritiero e gonfiato, prevede il passaggio di soli 118 lavoratori, con scelte immotivate. Ribadiamo che riteniamo indispensabile mantenere i livelli occupazionali e quindi il posto di lavoro per tutti i 199 lavoratori. E’ necessario improntare la gestione del servizio non solo su meri criteri di economicità, ma anche e soprattutto di efficacia ed efficienza. Il servizio affidato era esteso a 52 Comuni – aggiungono Parisi e Arcuri – si è data la possibilità a molte Amministrazioni locali di riprenderne la gestione senza far transitare il personale che operava in quei Comuni, così come previsto dalla normativa nazionale e regionale sul servizio idrico”.

“Ci rivolgiamo a tutti i soggetti che, a vario titolo, hanno la responsabilità sul futuro dell’AMAP  – commenta Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani – e quindi Prefetto, Comune di Palermo e quelli della Provincia, Ati e Regione, affinché convochino una conferenza di servizio per affrontare l’incancrenita situazione che vede, da un lato, l’abbandono del servizio nei Comuni,  dall’altro la minaccia di licenziamento dei lavoratori. Occorre intervenire utilizzando tutti gli strumenti economici e normativi a tutela del diritto al lavoro dei dipendenti della fallita APS, che hanno assicurato il servizio nella provincia di Palermo e per sostenere il progetto di ‘acqua pubblica -gestore unico’ in un percorso legislativo di riforma del settore, che possa portare all’affidamento del servizio non per 42, ma per tutti gli 82 Comuni della provincia. Bisogna rilanciare il servizio, ma anche assicurare un futuro a tutti i lavoratori”.

P.S.

I sindacalisti della CISL fanno finta di non sapere che la Regione siciliana è in sostanziale default. Anche se il Governo Renzi, bontà sua, dovesse restituire alla Regione 500 milioni di Euro che si attendono da Febbraio  – che, lo ricordiamo, sono solo una parte dei 7 miliardi di Euro che lo Stato scippa ogni anno dal Bilancio della Regione siciliana, come ha ammesso anche l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei (come potete leggere qui) – molti dei problemi finanziari che oggi travagliano la Regione e i Comuni non verrebbero risolti.

I vertici della CISL siciliana dovrebbero smetterla di fare i pesci dentro il barile e farebbero bene a raccontare la verità ai Siciliani. 

E’ indubbiamente un’ingiustizia che l’AMAP assuma 118 dipendenti dell’ex APS e si sbarazzi degli altri 81. Tuttavia nessuno di questi dipendenti ha vinto un concorso, dal momento che APS era una società privata. Mentre l’AMAP, benché società di capitali, fa capo al Comune di Palermo.

L’idea di caricare sulle spalle dei cittadini – magari con nuove tasse ingiuste, come sta provando a fare il Comune di Palermo con le ZTL – il costo del personale precario o di altra provenienza non può funzionare. Perché così si ottiene solo un effetto: continuare a impoverire famiglie e imprese siciliane.

I soldi per pagare questo personale il Comune di Palermo e l’AMAP debbono farseli dare dal Governo Renzi, evitando di scippare altri soldi ai cittadini siciliani.    

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