Dal Porcellum all’Italicum per ‘costituzionalizzare’ la corruzione

26 maggio 2016

La sovranità appartiene al popolo, recita la nostra Costituzione. Ma come si fa ad esercitare la sovranità con una legge elettorale – non a caso definita incostituzionale dalla Corte Costituzionale – che seleziona e protegge i peggiori? Se il Parlamento non è eletto con metodi democratici, ma dando spazio agli amici e sodali del potente di turno, la corruzione continuerà a trionfare. E allora? Mandiamoli a casa

L’articolo di Massimo Cacciari su L’Espresso sulla questione morale fa un po’ sorridere. Da uno come lui ci si aspetta una profonda analisi sulle cause del fenomeno, piuttosto che una casistica  ovvia e scontata di episodi di corruzione.

Senza superbia, proviamo noi a dare un contributo.

Si dice sempre che in democrazia non ci sono cattivi governi, ma cattivi elettori. E’ vero! Quindi se in un Paese democratico ci sono cattivi governi, la colpa è degli elettori. Amen.

Piano! La nostra Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo, però, subito dopo, aggiunge, che la esercita nei modi stabiliti dalla legge. E qui casca l’asino, si scapicolla il bue, ovvero si rompono i telefoni.

Voi pensate che la legge elettorale che ha mandato al Parlamento i nostri attuali rappresentanti, ossia il Porcellum, sia stato un modo corretto per esercitare democraticamente la sovranità?

Secondo la Corte Costituzionale no, quella legge è proprio una porcata che andava eliminata prima di subito dal mondo giuridico e subito subito dal mondo reale; e sostituita immediatamente da una legge elettorale che prevedesse che il popolo sovrano, subito chiamato alle urne, potesse essere affrancato dal dovere subire scelte preconfezionate.

Che ha fatto invece la politica? Ha fatto l’Italicum, un Porcellum dal volto umano e, grazie ad un irriducibile vecchio comunista, è rimasta in sella e ci resterà, delegittimata e squalificata, fino alle prossime elezioni, quando cioè potrà liberamente riciclarsi.

La madre di tutte le corruzioni è proprio qui e la peculiarità del nostro infelice Paese è che è l’unico Paese avanzato ed evoluto a essere gestito da questo sistema di corruzione, meglio, dalla corruzione eretta a sistema.

Un po’ di corruzione c’è anche in Svezia e in Germania, per carità, ma noi siamo, quanto a corruzione, nella parte bassa della classifica mondiale, allo stesso livello del Lesotho, sperduto Paese africano. Ma in nessun posto “occidentale” il sistema è così corrotto come in Italia.

Praticamente in Italia la corruzione non è più tale, è diventata una struttura tribale di interessi comuni e scambio di favori con un unico obiettivo: la spartizione del bene pubblico. Ma chiediamoci perché.

E torniamo al sistema elettorale. Con il Porcellum in Italia il sistema elettorale è stato sganciato dal territorio. Che hanno fatto i politici? Hanno messo in lista non i migliori, ma chi era disponibile al compromesso, all’obbedienza cieca e insensata. E’ un quasi pregiudicato? Non importa: è fedele al capo? Sì?! Ecco, questo conta!

E questa gente è ancora in Parlamento, e questa gente ha approvato una riforma della Costituzione a misura di Porcellum. Stanno tentando di costituzionalizare la corruzione. 

La corruzione poi, è come la peste nera: è contagiosissima. E per li rami discende in tutte le ramificazioni del “pubblico” e della spesa pubblica.

Questo Paese non si salverà se prima di tutto non verrà cambiata la legge elettorale. Occorre un sistema che responsabilizzi i politici e che permetta la selezione, perché la casta si mantiene tale proprio grazie a sistemi elettorali artificiali che non responsabilizzano le scelte e fanno in modo che chi è eletto un domani non debba rendicontare ciò che ha fatto.

Sistemi chiusi, listini, liste bloccate: mancanza di selezione, scelte verticistiche (e, come abbiamo detto, incostituzionali) hanno portato l’Italia nel baratro. Per la felicità di pochi.

Mandiamoli a casa!

 

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