Parco dei Nebrodi, le domande ancora senza risposta

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La verità è che gli attentati di mafia, quando falliscono, sono più inquietanti di quelli che riescono. Un attentato mafioso non riuscito ci catapulta in uno scenario di indefinito, di sospeso. Dove, spesso, a prevalere è l’angoscia. Perché la mafia, quando decide di colpire qualcuno, di solito non sbaglia

 

Potrà sembrare un paradosso, ma gli attentati  di mafia, quando falliscono, sono più inquietanti di quelli che riescono. Lasciano dietro di sé una sensazione di indefinito, di sospeso, e, quindi di  angoscia.

Perché la mafia, quando vuole colpire veramente, non fallisce.

E allora?

Domanda che chiama altre domande.

Che cosa è veramente accaduto? Che cosa accadrà adesso? Era questo che si voleva? Dare un segnale a chi deve intendere, a chi è andato oltre, perché si fermi, oppure a chi non è andato oltre, perché si affretti?

La mafia, sia sa, crea dipendenza, crea modelli, paradigmi; spesso ci siamo trovato davanti a fatti che, nonostante l’apparenza, nulla avevano di mafioso.

L’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, in quale categoria si colloca?

Mentre la magistratura indaga e sicuramente risponderà a tutte queste domande, noi cerchiamo di leggere quantomeno lo scenario in cui l’attentato si colloca, sperando di riuscire a farci un ‘idea. A partire dagli interessi in giuoco.

Abbiamo cominciato a ragionare su questa vicenda (come potete leggere qui), ma crediamo che una seria riflessione sulla gestione complessiva (istituzionale e delegata) dei Parchi e delle Riserve naturali della nostra Isola sia ormai improcrastinabile.

Parco dei Nebrodi e attentato ad Antoci: ma non è stato il Governo regionale ad abbandonare le aree montuose?

Visualizza commenti

  • Se qualcuno mi riesce a spiegare perché si
    tratta di un attentato mafioso e non di un'azione
    di criminalità comune, gliene sarei grato......
    Convincente però.

  • A breve, il 23 Maggio sarà il ventiquattresimo anniversario della strage di Capaci. Dopo tanti anni ho notato che la sottocultura mafiosa fatica ancora ad andarsene via... Tuttavia nella coscienza dei siciliani forse è cambiato qualcosa, ma nella realtà tutto è uguale a prima. Tutti i mafiosi, arrestati durante il primo maxi processo, stanno tutti fuori esclusi gli ergastolani.
    La gente, paradossalmente, ha ancora paura a parlare bene di Falcone & Borsellino, difatti quando io personalmente parlo di certi argomenti noto che la gente del posto si gira dall'altra parte oppure cerca di cambiare subito discorso. Non ci sarà futuro in Sicilia se prima non si sopprimono tutti i vecchi ideali imposti dalla sottocultura mafiosa, e di cui i più bassi strati del tessuto sociale ne sono ancora vittime.
    Ditemi voi se è normale il fatto che ancora nel 2016 coloro che parlano male della mafia vengono presi come dei criminali dalla gente comune...

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