Parco dei Nebrodi e attentato ad Antoci: ma non è stato il Governo regionale ad abbandonare le aree montuose?

20 maggio 2016

Dietro l’abbandono e l’illegalità che si registra sui monti Nebrodi ci sono scelte amministrative del Governo: l’utilizzazione irrazionale del Corpo delle Guardie forestali e il sostanziale smantellamento dell’Azienda Foreste Demaniali della Regione siciliana. Rosario Crocetta e i suoi predecessori hanno seminato vento: oggi si raccoglie la tempesta

 

In queste ore ci si interroga sull’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. Come capita spesso quando di mezzo ci sono i protagonisti dell’attuale Governo regionale, la retorica finisce con il sostituirsi all’analisi.

Cosa c’è dietro questo attentato? I soldi, di certo. Tanti soldi. Contributi pubblici. E l’uso del territorio, magari i pascoli, ma non solo.

La parola mafia, però, pronunciata in un territorio come quello dei Nebrodi, significa poco o nulla se non inquadrata in una dimensione legata al contesto. Dove alcuni settori della pubblica amministrazione di questi luoghi non sembrano ‘terzi’ rispetto a quello che succede. Anzi.

Dice Nello Musumeci, presidente della Commissione Antimafia del Parlamento siciliano:

“Dall’indagine condotta dalla nostra Commissione emergono preoccupanti omissioni da parte delle istituzioni locali (vedremo se per dolo o per paura) ed il coinvolgimento di settori della pubblica amministrazione e di strutture di consulenza e di patronato. E’ proprio con i ‘colletti bianchi’ che si chiude il cerchio della dilagante mafia dei pascoli in Sicilia. Le Forze dell’ordine e la magistratura faranno come sempre la loro parte, ma la politica non si limiti ad esprimere solidarietà (spesso ipocrita) e ad invocare l’intervento degli altri”.

Il passaggio sulla politica che si limita ad “esprimere solidarietà” è rivolto non soltanto al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta – che quando si verificano fatti del genere coglie la palla al balzo per fare vetrina con la sua antimafia ‘gridata’ – ma anche ai politici che, a parole, si schierano contro la mafia e poi ci vanno a nozze al momento del voto (cosa, questa, che non riguarda l’area dei Nebrodi, ma tutta la Sicilia).

Musumeci solleva un altro tema: quello del massimo rappresentante del Governo regionale che, davanti all’attentato al presidente del Parco dei Nebrodi, va in Tv invocando l’intervento dell’esercito, dimenticando – per esempio – di avere mal utilizzato gli uomini del Corpo forestale, militari a tutti gli effetti che dipendono dalla stessa Regione:

“Prima di invocare l’arrivo dell’esercito per presidiare le campagne siciliane contro la presenza mafiosa – sottolinea sempre Musumeci – il Governo della Regione farebbe bene a dire cosa vuol fare del proprio Corpo delle Guardie forestali. Un migliaio di uomini con funzioni di polizia giudiziaria, anni di esperienza alle spalle e una profonda conoscenza del territorio isolano, dei quali non si conosce la sorte. Distribuiti nelle nove province secondo logiche irragionevoli, con distaccamenti dotati spesso di una sola unità, con mezzi e risorse limitati e senza mai ricevere alcuna seria motivazione dai vertici regionali. Si cominci da casa nostra a dare l’esempio”.

Insomma, sono state proprio le scelte amministrative adottate dal Governo Crocetta e, in parte, anche dal precedente Governo di Raffaele Lombardo a mal utilizzare il proprio personale, peraltro specializzato in questo genere di attività.

Di fatto, il Governo regionale ha privato le aree alto collinari e montuose siciliane di personale che, se ben utilizzato, avrebbe potuto e potrebbe ancora esercitare un’azione di controllo nel territorio. 

L’ipocrisia dell’attuale Governo regionale si evince non soltanto dalla cattiva utilizzazione delle guardie del Corpo forestale della Regione, ma anche osservando il sostanziale smantellamento dell’Azienda Foreste Demaniali della stessa Regione siciliana: uno smantellamento iniziato dal Governo Lombardo e proseguito dall’attuale esecutivo.

Forse l’Azienda Foreste Demaniali arrecava molto fastidio, perché si occupava veramente della tutela del territorio.

Il resto sono chiacchiere, retorica e ipocrisia.

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