Formazione, nuovo stop all’accreditamento: Marziano continua a vagheggiare…

20 maggio 2016

Nuovo stop accreditamento enti di formazione. Sviluppo Italia Sicilia non abbocca alle vane promesse dell’assessore regionale, Bruno Marziano e blocca le attività…

“Sviluppo Italia Sicilia, ancora senza risposte concrete. All’assemblea dei lavoratori odierna saranno manifestate  le perplessità di una trattativa con il governo regionale in cui continuano a mancare, nonostante tutti gli sforzi e i buoni propositi, le risposte attese da troppo tempo”. E’ quanto si lehhe in un comunicato stampa di  Fabi, First CISL, Fisac CGIL, Uilca UIL e Ugl Credito.

Ieri pomeriggio, infatti, una delegazione sindacale di SIS è stata ricevuta dall’Assessore alla Formazione, On.Marziano, per la verifica degli impegni con cui ci si era reciprocamente lasciati la settimana precedente: superamento della crisi di Sviluppo Italia Sicilia, società liquidazione con i dipendenti senza stipendio da oltre 10 mesi, e ripresa  delle attività sull’accreditamento degli Enti di formazione professionale. A fronte della ripresa a pieno regime delle attività sugli accreditamenti da parte dei dipendenti di Sviluppo Italia Sicilia – prosegue la nota – non si è avuto riscontro di atti concreti con cui risolvere le annose criticità, come promesso invece dall’ On. Marziano”.

“Sono seguiti piuttosto ulteriori impegni personali dell’Assessore che non possono più ritenersi sufficienti di fronte all’enorme disagio che vivono le famiglie dei 75 lavoratori dell’azienda. Sembra di rivivere con nuovi protagonisti il film, purtroppo drammatico per i lavoratori, che hanno visto negli ultimi tempi, in cui continuano a mancare gli atti formali di affidamento di nuove commesse e di assegnazione di risorse finanziarie che lascino sperare in una rapida soluzione della vicenda. In mattinata – conclude la nota- i sindacati riferiranno al personale di Sviluppo Italia Sicilia riunito in assemblea i risultati  dell’incontro di ieri per riprendere lo sciopero laddove era stato interrotto a tutela del diritto dei lavoratori alla salvaguardia del proprio posto di lavoro e delle retribuzioni per il lavoro che hanno già svolto”.

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