Ma all’AMAT di Palermo comanda il presidente o il direttore?

18 maggio 2016

La domanda è legittima, perché in queste ore il direttore dell’Azienda, Gianfranco Rossi, tratta con i rappresentanti di UGL e COBAS. Mentre il presidente, Antonio Gristina, tratta con i rappresentanti di altre cinque sigle sindacali. Il problema è che, sulla gestione e, in generale, sul futuro dell’Azienda (turni, Tram e altro ancora) UGL e COBAS da una parte e le altre cinque sigle sindacali dall’altra parte la pensano in modo diverso. Insomma i due tavoli aperti dall’AMAT rischiano di degenerare in un teatrino…

  

L’AMAT – la società del Comune di Palermo che dovrebbe occuparsi del trasporto pubblico delle persone – si sdoppia per dialogare con i sindacati. Il direttore dell’azienda, Gianfranco Rossi, intavola una trattativa con i COBAS e con l’UGl. Mentre il presidente, Antonio Gristina, dà vita a una seconda trattativa con altre sigle sindacali. Sembra una sceneggiata teatrale, invece è la realtà: ed è anche comica, se è vero le sigle sindacali che ‘dialogano’ con il presidente – supponiamo che dovrebbero esserci i rappresentanti di CGIL, CISL e UIL e di altre due signe sindacali – non sono affatto sulla stessa linea di COBAS e UGL: infatti, agli scioperi organizzati da queste due organizzazioni sindacali – che, per inciso, hanno coinvolto il 70-80 per cento degli autisti dell’AMAT – non hanno aderito gli iscritti alle altre cinque sigle sindacali.

Resta da capire – e non è facile – chi comanda all’AMAT: comanda il direttore che sta trattando con i rappresentanti dei COBAS e dell’UGL? O comanda il presidente che sta trattando con i rappresentanti di altre sigle sindacali? Vattelappesca!

Da questo teatrino l’unica cosa che si capisce è che all’AMAT ci sono organizzazioni sindacali che, da qualche tempo, inghiottono amaro. Forse perché agli occhi degli autisti dell’Azienda controllata dal Comune queste cinque sigle appaiono un po’ troppo appiattite sulle posizioni dell’Amministrazione guidata da Leoluca Orlando? Il dubbio c’è, avvalorato dal fatto che i rappresentati di queste cinque sigle sindacali trattano, come già ricordato, con il presidente della società che è nominato, guarda caso, dal sindaco…

Detto questo, come l’hanno presa i sindacalisti di COBAS e UGL? Male, a quanto pare.

“Se qualcuno pensa che si possa giocare con due mazzi di carte, a scapito dei lavoratori dell’AMAT, sbaglia di grosso – afferma Antonino La Barbera, segretario regionale dei COBAS del Lavoro Privato, stigmatizzando il comportamento delle sigle sindacali che hanno disertato la riunione convocata nei giorni scorsi dall’AMAT -. Il direttore generale dell’AMAT, Gianfranco Rossi, ha programmato una riunione con all’ordine del giorno temi importanti per il futuro dell’Azienda e dei suoi dipendenti, alla quale si sono presentati solo COBAS, cioè noi, e i rappresentanti dell’UGL. Gli altri sindacati, che evidentemente pretendono tavoli separati, hanno invece bussato alla porta del presidente Gristina. Il quale, in modo istituzionalmente poco corretto, li ha ricevuti. Una condotta inopportuna che, tra l’altro, ha creato seri momenti d’imbarazzo. Non solo tra di noi”.

“Se da un  lato abbiamo constatato la buona volontà da parte del direttore Rossi – aggiunge l’esponente dei COBAS – dall’altro ci lascia quantomeno perplessi l’atteggiamento della ‘parte politica’ dell’azienda”. Dove per “parte politica” s’intende, ovviamente il presidente.

Sulla stessa lunghezza d’onda Corrado Di Maria, segretario provinciale UGL-Autoferrotranvieri:

“Noi abbiamo rispettato la parola data revocando lo sciopero perché l’azienda ci ha assicurato una rimodulazione del programma d’esercizio. Sia chiaro che non firmeremo mai l’accordo sui turni, che ha causato danni sotto gli occhi di tutti. Resta inteso che nel caso in cui non dovessero essere rispettati gli impegni, siamo pronti a riprendere la protesta”.

Per la cronaca, COBAS e UGL hanno contestato la riorganizzazione del lavoro e dei turni all’AMAT, dopo l’entrata in funzione del Tram, promuovendo proteste e scioperi (come potete leggere qui).

In un comunicato del 26 Febbraio scorso, giorno dello sciopero, gli esponenti di COBAS e UGL scrivevano:

“Dal mese di gennaio – cioè da quando è entrato in funzione il Tram – l’AMAT effettua il 30% di corse in meno. Sono meno di 200 gli autobus che giornalmente escono dalla rimessa per effettuare il servizio di trasporto urbano; nel 2012 erano 370. I numeri parlano chiaro. La diretta conseguenza è che i ricavi sono in costante e veloce calo perché sta scemando l’attenzione verso il gommato, vero ‘cuore pulsante’ dell’AMAT”.

P. A.

La verità è che l’Amministrazione comunale di Palermo non aveva messo nel conto che all’AMAT sarebbero venute fuori due organizzazioni sindacali che si battono per i diritti degli autisti invece di ‘giocarseli’ sui tavoli della politica-politicante. 

Di fatto, COBAS e UGL sono diventate il riferimento della maggioranza degli autisti dell’AMAT: che, non a caso, aderiscono in massa agli scioperi proclamati da queste due organizzazioni sindacali. Mentre le altre sigle contano la maggior parte dei propri iscritti negli uffici.

Il problema è che i turni massacranti se li ‘sciroppano’ gli autisti e non chi sta dietro le scrivanie. Ed è con gli autisti che AMAT e Comune dovranno trattare.       

 

 

 

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