Due modi di essere politici del Sud: l’orgoglio di Michele Emiliano e gli ‘ascari’ della Sicilia

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Mentre Sabato scorso i politici siciliani ‘scodinzolavano’ al cospetto di Renzi, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, si è rifiutato di firmare il ‘Patto per il Sud’. Denunciando che il Governo nazionale ha scippato al Mezzogiorno circa 20 miliardi di Euro. Soldi del Meridione dirottati, con molta probabilità, nelle Regioni del Centro Nord Italia

Ci sono politici meridionali con la schiena dritta e ci sono quelli che lo scrittore Leonardo Sciascia chiamava “Quaquaraquà”. Alla prima categoria appartiene il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che si è rifiutato di firmare il ‘Patto per il Sud’. Alla seconda categoria appartengono invece i politici siciliani che Sabato scorso si sono andati ad ‘inginocchiare’ al cospetto del capo del Governo, Matteo Renzi.

Sentite con quale dignità politica e con quale orgoglio di uomo del Sud Michele Emiliano, su La Gazzetta del Mezzogiorno it (che potete leggere per esteso qui) manda a quel Paese Renzi e la sua corte dei miracoli:

“Io non ho firmato il ‘Patto per il Sud’ perché nella sostanza non aggiunge nulla a ciò che noi abbiamo già ottenuto e a quello che abbiamo il diritto di ottenere. Se io firmo il ‘Patto per il Sud’ partecipo ad un meccanismo di comunicazione che dà l’impressione che io abbia ottenuto chissà che cosa in più rispetto al dovuto, è evidente che sto facendo cattiva informazione e in più sottoscrivo un forte abbattimento del denaro del Fondo di sviluppo e coesione che, secondo la legge italiana, ammontava a 58 miliardi di Euro, poi scesi a 38 e ora la suddivisione per il patto del Sud di quel fondo dovrebbe essere da 12,8 miliardi di Euro e quindi noi dobbiamo firmare praticamente la riduzione ad un terzo di quelle che erano le somme destinate al Mezzogiorno”.

“Abbiamo ricevuto dalla Repubblica – ha concluso Emiliano – un certo tipo di addestramento per il quale non si può firmare una cosa solo perché vuoi partecipare a tutti i costi. Firmi una cosa se quella cosa ha un significato e un’utilità. Sono convinto che alla fine riuscirò a parlare col Governo, magari con l’aiuto del governatore di Bankitalia (facendo riferimento a Ignazio Visco che gli siede accanto ndr) e a cercare di capire perché non essere ascoltati da un interlocutore che ha intenzione di venirti incontro è una delle ragioni della grande questione meridionale”.

Insomma, Emiliano non solo non ha firmato il ‘Patto per il Sud’, ma ha denunciato il fatto – un fatto grave – che il Governo nazionale di Renzi ha scippato quasi 20 miliardi di Euro alle Regioni del Mezzogiorno per trasferirli, con molta probabilità, alle Regioni del Centro Nord Italia. 

Questo significa fare politica nel Sud. Invece che cosa hanno fatto i vari Davide Faraone, Leoluca Orlando, Enzo Bianco e via continuando, Sabato scorso? Tutti dietro a Renzi a ‘scodinzolare’: tutti dietro al capo del Governo che, in via del tutto speciale, quasi a titolo di ‘regalo’, dà a questi quattro politici siciliani i soldi che sono già dei siciliani e che, anzi, Renzi ha ridotto di un terzo!

Che pena, ragazzi! Passi che a ‘scodinzolare’, in prima fila, c’era il sottosegretario Faraone, che era un signor nessuno che Renzi ha fatto ‘cristiano’. Ma che persone di quasi settant’anni come Orlando e Bianco (che erano già sindaci delle due più grandi città della Sicilia quando Renzi portava ancora i pantaloni corti) si siano prestati a questo gioco, beh, questo è veramente troppo.

Ragazzi, perfino Rosario Crocetta, il presidente della Regione siciliana che h firmato con Renzi il ‘Patto scellerato’ del Giugno 2014 si è tirato indietro. Persino lui che, da tre anni e mezzo, pe ril ‘bene del PD’ indossa i panni dell’ascaro si è tirato indietro.

Credeteci: non vogliamo denigrare Orlando, Bianco e gli altri dirigenti del PD siciliano che si sono prestati a questa farsa: ma non possiamo provare, come dire?, una certa ‘pietà’ politica nel vedere i politici che dovrebbero rappresentare la Sicilia ridotti così. Non ci piace. Ci dispiace. Ci amareggia. Ci getta nello sconforto.

Si possono avere idee politiche diverse. Ma non è giusto vedere una politica siciliana che si umilia così, che diventa proteiforme, che si piega pur di compiacere ai potenti di Roma. Non è giusto. Fate qualcosa: fate qualcosa di meridionale: fate qualcosa che somigli, almeno vagamente, ai reali interessi della Sicilia.

Signori politici siciliani che trattate con il Governo Renzi: prendete esempio dal presidente della Regione Puglia. Fate valere i diritti dei siciliani che rappresentate. Avanti, provateci: metteteci un po’ di orgoglio: fatelo per voi oltre che per la vostra terra!

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  • Ci sono altri modi per portare risorse nel nord Italia che
    fanno veramente indignare, l'ho potuto constatare con i
    miei occhi durante un viaggio nella cosiddetta padania, i
    carburanti costano ben 30 centesimi circa in meno rispetto
    alla Sicilia, nel Veneto pare che gli sconti sono dovuti perché
    sede di una raffineria di petrolio, in Sicilia oltre che raffinare
    petrolio viene estratto petrolio dai nostri territori da oltre
    50anni, sono convinto che alla Sicilia vengano negate
    perfino le royalties, infatti non ho mai sentito che la Regione
    incassa introiti per questa attività, a Livigno addirittura i
    carburanti costano circa la metà rispetto alla Sicilia, senza
    avere pozzi di petrolio o raffinerie, ci dovremmo sputare in
    faccia per tollerare una gravissima discriminazione
    territoriale come quella di pagare in più anche i premi della
    RCA per i veicoli.
    Meglio ancora dovremmo sputare in faccia ai nostri politici
    nostrani, una vera vergogna al cubo, pagano di più quelli che
    hanno meno in termini di lavoro, infrastrutture, scuole etc.
    Siamo dei veri polli e ci chiamano anche mafiosi.
    Vergogna.Vergogna.Vergogna!

  • La Regione mi pare che dalle royaltees incassi poco più di 800.000 euro l'anno. Meglio va ai comuni.

    Oltre alla benzina, anche il gas è il più caro d'Italia, perché i costi di distribuzione sono più alti!

  • Mi risulta che la Regione Sicilia concede alle
    società petrolifere un determinato tonnellaggio
    di petrolio estratto annualmente, oltre il quale
    FORSE cominciano a pagare le royalties, chi e come
    controlla quando viene superata la soglia stabilita ?
    Dire che in Sicilia i costi di distribuzione sono più
    alti mi sembra una barzelletta che non fa ridere
    purtroppo, anzi sembra una beffa.
    Se la Sicilia raffina circa il 60% del petrolio in tutta
    Italia, i minori costi di distribuzione dovrebbero
    essere a beneficio della nostra regione e non viceversa
    considerato solamente il costo del trasporto, invece
    avviene il contrario, avere una raffineria a pochi km
    di distanza abbatte di molto il costo della distribuzione,
    cosa che avviene in Veneto, senza contare il petrolio
    estratto nell'isola che dovrebbe abbattere
    ulteriormente i costi. Mi sono perso qualcosa?

  • Dimenticavo, ottocento milioni di euro l'anno su
    quale quantità estratta ? Alla Sicilia a quanto pare
    FORSE, pagano le royalties più basse del mondo, oltre
    lo sconto sulle prime ICS tonnellate di petrolio
    estratto, una vera pacchia, ma non per noi, che siamo
    gravati di un costo altissimo dei carburanti.

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