Patto per il Sud: chi (e come?) si sta ‘ammuccando’ la ‘torta’ di 2,5 miliardi di Euro?

19 aprile 2016

Lo chiedono i parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Ars. Già nel Gennaio scorso era esplosa la polemica sulla spartizione di questi fondi. La commissione Bilancio e Finanze aveva ‘bocciato’ una prima stesura che privilegiava Gela (Crocetta), Messina (Ardizzone e D’Alia) e Termini Imerese (il senatore Lumia). Le precisazioni dell’assessore Lo Bello dello scorso febbraio. Ora i grillini tornano alla carica

Finalmente c’è qualcuno che alza il dito e dice: “Ragazzi, ci spiegate un po’ come state facendo sparire 2,5 miliardi di Euro del cosiddetto Patto per il Sud?”.

A puntare i riflettori su questa grande torta – che è già stata oggetto di polemiche – sono i parlamentari del Movimento 5 Stelle all’Ars.

Patto per il Sud, come si sta dividendo dal torta da 2,5 miliardi di Euro? – dicono i deputati del Movimento 5 Stelle -. Pretendiamo trasparenza, il governo venga in commissione a riferire”.

La commissione legislativa dell’Assemblea regionale siciliana alla quale si fa riferimento deve essere la commissione Bilancio e Finanze del Parlamento dell’Isola. 

Lo scorso Febbraio – dice la deputata Claudia La Rocca – è stata approvata in commissione Bilancio una risoluzione che prevedeva di rivedere totalmente il Patto per il Sud. Nessuno del Governo, ad eccezione dell’assessore Maurizio Croce, si è presentato in commissione per dare spiegazioni in merito alla scelta dei progetti, alcuni ancora in fase preliminare, alcuni già coperti da altre risorse e sicuramente dislocati in parti ben precise della Sicilia. Ci era stato detto che, nella scelta dei progetti, erano stati coinvolti i Comuni, cosa che non ci risulta affatto, che non è stata fatta prima e neanche ora”.

“Ci chiediamo, pertanto, come si stia dividendo la torta e con quali criteri – prosegue la parlamentare grillina -. Basterebbe poco per chiedere ai Comuni progetti cantierabili. E’ doveroso che ci sia il massimo della trasparenza e che vengano concesse a tutti eque possibilità. Il Governo ci deve dare risposte in commissione”.

A fine Gennaio di quest’anno la commissione Bilancio e Finanze ‘bocciato’ la delibera della Giunta regionale che approvava gli interventi ufficialmente messi a punto da Palazzo Chigi. la commissione ha chiesto al Governo di Rosario Crocetta di riscrivere la delibera, procedendo a una più equa distribuzione delle risorse.

La delibera ufficialmente scritta dal Governo nazionale privilegia le provincia di Trapani, Messina e Palermo. Cosa, questa, che non è affatto piaciuta ai parlamentari dell’Ars.

A Febbraio l’assessore alle Attività produttive, Mariella Lo Bello, ha rifatto il punto della situazione (come potete leggere qui).

Due mesi fa si è parlato di 149 progetti cantierabili da realizzare quest’anno e il prossimo anno. nel prossimo biennio (2016-2017), dal valore di ben 2,5 miliardi.

In realtà, sulla cifra non mancano dubbi. Questo perché il piano è ancora in corso di definizione. Cosa che, lo scorso Febbraio, ha ribadito la stessa assessore Lo Bello.

Dei 2,5 miliardi di Euro, 507,3 milioni di Euro dovrebbero essere utilizzati per la viabilità primaria, 315 milioni di Euro per la viabilità secondaria e minore (collegamenti con le autostradale e interventi per le strade di scorrimento). Altri 391 milioni di Euro sono dovrebbero essere assegnati al Consorzio Autostrade Siciliano (CAS), soggetto regionale che gestisce l’autostrada Messina-Palermo 8A20), l’autostrada Messina-Catania (A18) e l’autostrada Siracusa-Gela.

Altri 40 milioni di Euro circa dovrebbero essere utilizzati per la progettazione di infrastrutture stradali. Poi 200 milioni di Euro per le dighe e 150 milioni di Euro per i porti degli arcipelaghi siciliani.

Per Lampedusa, Linosa e Ustica sono previsti interventi di bonifica dall’amianto, mentre per Pantelleria si dovrebbe puntare alla viabilità, al sistema idrico, al ciclo dei rifiuti, all’edilizia scolastica e alle fognature.

Quindi 30 milioni di Euro per la sicurezza degli edifici pubblici.

Poi ci sono 846 milioni di Euro per la tutela dell’ambiente. A cominciare dal dissesto idrogeologico per il quale è prevista una spesa di 368 milioni di Euro. Altri 246 milioni di Euro per le bonifiche e 50 milioni di Euro per la protezione civile.

Per il turismo e la cultura si prevede una spesa di 70 milioni di Euro: 50 milioni per impianti sportivi, 12 milioni per itinerari turistici e naturalistici e 8 milioni per i siti culturali.

Poi ci sono i soldi eufemisticamente destinati allo ‘Sviluppo economico’. Dovrebbero essere 343 milioni di Euro. Di questi, 100 milioni per Gela (destinati lì, dicono i maligni, perché così avrebbe voluto il presidente Crocetta, che è nato in questa città). Quindi 50 milioni di Euro per Termini Imerese (qui secondo i soliti maligni ci sarebbe stata l’intercessione del senatore Giuseppe Lumia, che è nato in questa città (per completezza d’informazione, stando ancora ai soliti maligni, i soldi dirottati in provincia di Messina sarebbero arrivati lì grazie al peso politico del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, e del suo compagno di partito, Giampiero D’Alia).

E, ancora, 120 milioni per il credito d’imposta, 44 milioni per la cantieristica navale, 21 milioni per improbabili aree industriali e 8,5 milioni di Euro per quella che viene definita “L’idrovora sanitaria della Sicilia”: l’ISMETT, il Centro trapianti americano che costa alla Regione oltre 90 milioni di Euro all’anno (cifra dello scorso anno, perché nel 2016 non si hanno notizie: notizie che nemmeno la commissione Sanità dell’Ars riusciva ad avere).

 

 

 

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