Vanadia: “Il Resort di Torre Salsa? Va realizzato al di fuori del Sito d’Interesse Comunitario”

18 aprile 2016

Abbiamo intervistato una figura storica degli ambientalisti agrigentini. Antonio Vanadia, nei primi anni ’80 del secolo passato, ha contribuito a salvare Torre Salsa da una mega speculazione turistica. La storia della Riserva naturale e la sua importanza sotto il profilo ecologico. La colonizzazione delle associazioni ambientaliste della Sicilia da parte della sinistra. La necessità di scongiurare la privatizzazione della spiaggia. Le speculazioni andate in scena tra Giallonardo e Siculiana

Antonio Vanadia sospira. Dice: “La verità è che io sono un romantico. Una parte importante della mia vita l’ho dedicata a Torre Salsa. E non posso accettare l’idea che un luogo magico venga sfregiato. Non riuscirei mai a farmene una ragione”.

Nei primi anni ’80 del secolo passato Vanadia, funzionario dell’Azienda Foreste Demaniali della Regione siciliana, è stato uno dei protagonisti del WWF in Sicilia.

“Ma erano altri tempi – ci racconta -. Tutto era diverso. Il mondo era diverso. Ricordo che il WWF aveva avviato una campagna per salvare le coste e le rive. Mi chiesero di segnalare un tratto di costa dell’Agrigentino da salvaguardare. Erano gli anni in cui l’attività edilizia, in Sicilia, non risparmiava certo aree di pregio. Avevo conosciuto Torre Salsa e ne ero già innamorato. Non ebbi difficoltà a segnalare questo luogo. Appena in tempo prima di iniziare una battaglia culturale e sociale per salvare questo tratto di costa”.

Cosa successe?

“C’era chi aveva gettato gli occhi su questo Paradiso terrestre. Per realizzarvi, al solito, alberghi, campi da golf e multiproprietà. Il tutto con l’avallo del Comune di Siculiana. Opporsi a questo mega progetto di ‘cementificazione’ di Torre Salsa non fu facile. Ma alla fine, insieme ad altre associazioni ambientaliste, riuscimmo a bloccare la speculazione”.

Allora, se non ricordiamo male, lei rischiò un po’.

“Beh, l’azione di difesa del territorio sviluppata in quegli anni a Torre Salsa diede fastidio ad alcuni potentati. Non mancarono le minacce”.

Insomma, nei primi anni ’80 andò in scena, per certi versi, quello che sta succedendo oggi: oggi assistiamo all’eterno ritorno delle stesse cose…

“Oggi, in verità, l’attacco a Torre Salsa mi sembra un po’ più insidioso. Anche perché è cambiata l’atmosfera politica”.

In che senso?

“In quegli anni gli ambientalisti erano distinti e distanti dai partiti politici. Si lavorava con passione, non c’erano rapporti economici con le istituzioni. La tutela dell’ambiente veniva prima di tutto il resto. Insomma, c’era libertà di azione. Poi, piano piano, le cose sono cambiate”.

In che senso?

“Alcune associazioni ambientaliste hanno subito una lenta ma inesorabile ‘colonizzazione’ da parte della sinistra: prima da parte del PDS e poi dei Democratici di Sinistra”.

Il cambiamento l’abbiamo notato nel 2012, quando Legambiente Sicilia ha avallato un fallimentare Piano dei rifiuti – frutto di un accordo tra il Governo nazionale retto da Mario Monti e il Governo regionale retto da Raffaele Lombardo – che prevedeva di bruciare i rifiuti siciliani nelle cementerie della nostra Isola…

“Beh, con il passare degli anni si è perso lo spirito originario”.

Lo smarrimento continua e, a quanto pare, non riguarda solo Legambiente Sicilia: i gestori della Riserva naturale di Torre Salsa – ci riferiamo al WWF del luogo – ha dato parere favorevole al progetto del Resort del gruppo imprenditoriale austriaco.

“E’ vero. Ma c’è stato anche l’intervento dei vertici siciliani del WWF – mi riferisco al professore Franco Andaloro – che hanno rimesso le cose a posto”.

Ma cosa succede nel WWF? Com’è possibile che i gestori della Riserva di Torre Salsa dicano una cosa e i vertici regionali l’esatto opposto?

“Di preciso non saprei. Immagino una diversità di vedute tra diplomatici e puristi. Detto questo, dico che gli attuali gestori della Riserva – mi riferisco a chi ha lavorato in questi anni a Torre Salsa – hanno lavorato molto bene. L’azione di tutela c’è stata. E ricordo che, in certi momenti, hanno operato anche con ritardi nelle retribuzioni”.

I diplomatici del WWF potrebbero aver subito l’influenza di una certa sinistra che oggi governa  l’Italia e la Regione siciliana?

“In Italia, oggi, non c’è più una sinistra. La malattia renziana ha travolto tutto e tutti”.

Torniamo alla politica attuale. Come si pone la politica siciliana nei riguardi di questa Riserva naturale istituita, lo ricordiamo, dalla Regione siciliana nel 2000.

“Fatta qualche eccezione, la politica siciliana non sembra bene intenzionata verso Torre Salsa. E’ inutile che ci nascondiamo dietro un dito: oggi questa Riserva naturale è accerchiata dalla politica. Oggi non vedo una forza politica che difende Torre Salsa. Oggi, in Sicilia, l’ambiente in generale e Torre Salsa in particolare viene difesa da un movimento politico trasversale”.

Ma ‘sto Resort, a suo avviso, si deve fare?

“Il problema è dove e come si deve fare questo Resort. Torre Salsa è un’area naturale molto importante, ma anche molto delicata. Con equilibri ecologici che non possono e non debbono venire compromessi dalla speculazione e dagli speculatori. C’è una diversità genetica da tutelare. Ci sono le falesie, le praterie di Posidonia e il cordone dunale. Se realizzare il Resort significa compromettere tutto questo, ebbene, allora è arrivato il momento di avviare una battaglia sociale e politica per bloccare tale progetto”.

E l’alternativa?

“L’alternativa è realizzare il Resort al di fuori dall’area del Sito d’Interesse Comunitario. Ovviamente nel rispetto delle leggi e dell’ambiente. Evitando di creare problemi alla fauna di questa Riserva. Ricordo che la notte, in certi periodi dell’anno, le tartarughe vanno a deporre le uova. Anche il Fratino vive e nidifica tra le dune di Torre Salsa. E col buio anche le volpi si avvicinano alla spiaggia. Insomma, c’è un mondo che va tutelato”.

Come lei sa, Torre Salsa è stata istituita in un’area che, per oltre il 90 per cento, insiste su terreni privati. C’è un grande proprietario. Ma ci sono anche tanti agricoltori, proprietari di piccoli appezzamenti di terreno. Sono piccoli proprietari che – stando a quello che ci raccontano – non sarebbero stati messi nelle condizioni di coltivare i propri fondi. 

“Non mi pare che le cose stiano in questi termini. A me risulta che i gestori della Riserva non abbiano creato problemi agli agricoltori. Tant’è vero che, ancora oggi, i terreni che si trovano all’interno di Torre Salsa sono coltivati. Ci sono le vigne, ci sono gli ulivi e anche colture arborea. Altra e ben diversa cose sono certe richieste avanzate dai privati: per esempio, realizzazione di manufatti o trasformazione di vecchi caseggiati in ville e villette. Ecco, rispetto all’attività edilizia è giusto evitare speculazioni”.

Tutto sommato, nei giorni scorsi, durante i lavori della commissione Ambiente dell’Assemblea regionale siciliana, è stato detto che il progetto del Resort, così com’è stato presentato oggi, è sbagliato e va rifatto. Al di fuori dall’area SIC. Anche se abbiano notato un po’ di disinformazione: tipo che il progetto è a posto e che è tutto a posto…

“Da quello che ho letto, in commissione Ambiente e Territorio dell’Ars il dibattito è stato proficuo e appassionato. Ciò posto, noi ci auguriamo che si passi dalle parole ai fatti. E’ importante, tanto per citare un esempio, che non vanga messa in discussione la natura pubblica della spiaggia di Torre Salsa. Se qualcuno pensa di fare a Torre Salsa quello che è stato tratto alla foce del fiume Sosio-Verdura con il Resort del gruppo di Rocco Forte – dove di fatto è stata privatizzata la spiaggia – è bene che se lo levi dalla testa”.

Certo non sarebbe il massimo privatizzare la spiaggia di Torre Salsa e, magari, quella che resterebbe libera, riempirla di chioschi…

“Mi auguro che questo non succeda. Perché sarebbe la fine di Torre Salsa. Che, lo ricordo ancora una volta, non è un tratto di costa dove si può fare di tutto. Al contrario, è una Riserva naturale”.

Tra Siciliana e Montallegro non è che l’ambiente venga rispettato. Nei giorni scorsi, tanto per gradire, è stato sequestrato il depuratore di Montallegro che inquinava il mare…

“E’ vero, in provincia di Agrigento, lungo le coste, ci sono stati in alcuni casi problemi di inquinamento e non sono mancate le speculazioni. Tra la spiaggia di Giallonardo e Siculiana, in territorio di Realmonte, è andata in scena una speculazione nel promontorio delle Pergole. Io ho denunciato un ristorante realizzato a due passi dalle dune. Purtroppo, spesso, di queste cose ce ne accorgiamo a cose fatte. E scopriamo anche che chi ha realizzato certi manufatti ha tutte le autorizzazioni di legge”.

Ultima domanda: nei giorni scorsi, per problemi finanziari, si era pensato addirittura di interrompere la gestione delle Riserve naturali. La questione, oggi, contrariamente a quanto è stato detto, non è affatto risolta, perché la Regione ha detto che interverrà utilizzando fondi che lo Stato dovrebbe ancora erogare alla Regione. Questa crisi finanziaria non potrebbe essere l’occasione per affidare la gestione delle Riserve naturali alla Regione?

“Mi rendo conto che la gestione delle Riserve naturali siciliana, oggi, non è più affidata al volontariato. Detto questo, a mio avviso l’esperienza di questi anni è stata positiva. Le associazioni ambientaliste hanno gestito bene. Non mi sembra il caso di cambiare. Anche perché, lo dico con chiarezza, non vedo bene l’idea di

 

 

 

 

 

 

 

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