La casa del commissario Montalbano a Punta Secca è abusiva? Storia di una polemica postdatata. E inutile

3 aprile 2016

La grande informazione nazionale ha scoperto l’acqua calda. La celebre abitazione sul mare dove vive il commissario Montalbano – il noto personaggio dei romanzi di Camilleri – potrebbe essere abusiva. Il problema, in realtà, riguarda migliaia e migliaia di abitazioni realizzate in tanti tratti costieri della Sicilia. Ma guarda caso l’attenzione si va a concentrare su un’abitazione che sta dando lustro (e tante presenze turistiche) alla nostra Isola

 

L’ormai celebre casa del commissario Montalbano, a Punta Secca, è abusiva? Il dubbio era stato sollevato una decina di anni fa dal Codacons. Oggi se ne torna a parlare dopo che le ‘Iene’ hanno consegnato un dossier al sindaco di Santa Croce Camerina, Franca Iurato. 

Il dibattito è aperto. E’ intervenuto anche il presidente della Regione siciliana, il solito Rosario Crocetta, che annuncia l’apposizione di un vincolo monumentale sul’immobile.

Sul quotidiano La Repubblica di ieri (come potete leggere qui) il proprietario della casa, Pietro Di Quattro, a proposito del dossier delle ‘Iene, precisa. “Hanno presentato delle vecchie carte, ma sono trascorsi più di vent’anni e non sì è mai fatto nulla. Se fossero andati avanti nelle loro ricerche avrebbero saputo che una sentenza mi ha assolto per non aver commesso il fatto. Mio nonno comprò questa porzione di terreno dalla Stato nel 1904 e realizzò questo terrazzino in maniera legale. Questa è una vicenda strumentale, agirò per vie legali”.

Che dire? Che stabilire la verità è molto semplice.

Cominciamo col dire che, fino al 1976, in Sicilia era consentito costruire sulle spiagge. Si poteva costruire abusivamente, o con le autorizzazioni di legge. Ancora oggi ci sono abitazioni, costruite a pochi metri dal mare, che sono a norma di legge. Questo perché sono state costruite prima del 1976.

In quell’anno il Governo regionale dell’epoca – presieduto dal democristiano Angelo Bonfiglio – ritenne opportuna una legge regionale per vietare qualunque tipo di attività edilizia a 150 dalla battigia. Erano gli anni in cui l’edilizia, nella nostra Isola, era in piena espansione. Si costruiva ovunque. In questo scenario il Governo e l’Assemblea regionale siciliana dell’epoca ritennero giusto mettere un freno al cemento, tutelando le aree costiere.

Fu in quell’anno che il Parlamento siciliano approvò la legge regionale numero 78 del 1976. E’ la legge che ha introdotto il vincolo di inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia.

Ricordiamo che, qualche anno fa – presidente dell’Ars era Francesco Cascio – per consentire alla società di Rocco Forte di realizzare un campo da golf entro i 150 dalla battigia nel Resort che si trova alla foce del fiume Sosio-Verdura, tra Sciacca e Ribera, in provincia di Agrigento, Sala d’Ercole ha approvato una norma apposita che va in deroga alla legge regionale n. 78 del 1976.

Va anche ricordato che nel 1978 – presidente della Regione era allora Piersanti Mattarella – il Governo regionale varò una grande legge urbanistica, tutt’ora in vigore. E’ la legge regionale n. 71 del 1978. Questa legge, in materia di tutela del territorio, non solo reitera i principi della legge regionale n. 78 del 1976, ma introduce anche limiti nell’attività edilizia nel verde agricolo, riducendo drasticamente la cubatura.

Queste due leggi – la legge regionale n. 78 del 1976 e la legge regionale n. 71 del 1978, che sono ancora oggi in vigore – hanno consentito di salvare le coste e tante aree a verde agricolo, aprendo la strada all’istituzione dei Parchi e delle Riserve naturali che prenderà il via negli anni ’80 del secolo passato.

Questo è lo scenario.

In questo scenario la considerazione sulla casa del commissario Montalbano è semplice: se è stata realizzata prima del 1978 l’abitazione è perfettamente in regola; se è successiva al 1978 ci potrebbero essere dei problemi.

Che tipo di problemi? Con molta probabilità, tutta questa gazzarra sulla casa del commissario Montalbano suona un po’ stonata oltre che postdatata.

Va ricordato che in Sicilia, in tante aree costiere, esistono, dalla fine degli anni ’70, dei veri e propri villaggi edificati abusivamente entro i 150 metri dalla battigia. Li troviamo in provincia di Messina, in provincia di Catania, in provincia di Siracusa, in provincia di Ragusa, in provincia di Caltanissetta, in provincia di Agrigento, in provincia di Trapani, in provincia di Palermo.

Sono mai state abbattute? A nostra memoria ricordiamo un sindaco di Carini degli anni ’90 – Nino Mannino, grande dirigente del PCI siciliano – che in solitudine ordinò di abbattere alcune abitazioni nel tratto di costa del suo paese immortalato da una celebre canzone di Francesco De Gregori: “… e case costruite sulla sabbia, nient’altro da segnalare…”. Superfluo aggiungere che se lo stavano sbranando…

Un altro che ha provato a far abbattere le abitazioni abusive è stato il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, Alberto Di Pisa.

Ricordiamo inoltre che, negli anni ’90, un docente universitario, commentando le abitazioni abusive realizzate in alcuni centri costieri del Catanese, si chiedeva, polemicamente, se, per caso, le Norme tecniche di attuazione urbanistica (che ogni Comune adotta nel proprio Piano regolatore generale) consentivano ai Comuni di andare in deroga alla legge regionale n. 78 del 1976…

Ora – ironia a parte – cosa vogliamo dire? Semplice: che troviamo singolare che la grande informazione nazionale accenda i riflettori solo sulla celebre casa di Punta Secca – dove viene ambientata la serie televisiva del celebre commissario Montalbano – quando il problema riguarda tutta la Sicilia!

Ricordiamo che, dal 2001, in Assemblea regionale siciliana, si cerca di far approvare una legge per sanare tutte le abitazioni abusive realizzate in violazione della legge n. 78 del 1976. Una sanatoria che, se approvata, farebbe acquisire valore a tante abitazioni abusive dove i proprietari, in tanti casi, pagano regolarmente le bollette della luce, dell’acqua, eccetera eccetera eccetera.

In questa situazione l’unica casa abusiva – ammesso che lo sia – sarebbe quella dove vive il commissario Montalbano?

Insomma, dobbiamo gettare fango su una delle poche cose che sta dando lustro (e presenze turistiche) alla Sicilia?

 

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