Le stranezze di Torre Salsa: il “no” al progetto dei vecchi pagliai con gli asinelli e il “sì” al Resort della Adler

27 marzo 2016

Come abbiamo già scritto in altri articoli, il vero problema di Torre Salsa non è rappresentato dai grandi e i piccoli proprietari del terreni che insistono in questa splendida Riserva naturale, ma dalla commistione tra politica e ambientalisti. E risulta emblematico il “no” al ripristino dei vecchi pagliai, magari con gli asinelli, e il “sì” di certi ambientalisti al progetto di un Resort

 

Le stranezze di Torre Salsa, la Riserva naturale che si distende tra Eraclea Minora e Siculiana marina, in provincia di Agrigento, si arricchisce, ogni giorno, di nuovi particolari. La storia di un contestato progetto che prevede la realizzazione di un Resort è stata raccontata per la prima volta dal quotidiano on line La Voce di New York (come potete leggere qui). Oggi la notizia è un po’ meno ‘corsara’. Ed anzi è oggetto di dibattito tra gli ambientalisti siciliani.

Ma forse, oggi, la notizia importante di quello che si annuncia come un serial a puntate è la storia dei vecchi pagliai. Qualche anno fa, come ci raccontano alcuni abitanti che vivono in queste contrade (non dobbiamo dimenticare che la Riserva naturale di Torre Salsa è stata istituita nel 2000 su terreni che, per oltre il 90 per cento, fanno capo a privati), si discuteva di ripristinare i vecchi pagliai. Erano delle costruzioni rudimentali, in pietra e canne, che servivano da riparo agli agricoltori.

Parliamo, ovviamente, del passato: della vecchia Sicilia. Anche da queste parti c’erano i latifondi. I contadini non vivevano nei luoghi dove si coltivavano il grano, l’olivo, il mandorlo e la vite, per citare le colture tipiche di tante aree della nostra Isola, compresa Torre Salsa. Al contrario, vivevano nei centri abitati, lontani spesso chilometri e chilometri dagli appezzamenti di terreno messi a coltura. I pagliai erano dei ricoveri dove i contadini trovavano riparo quando, per esigenze di lavoro, lasciavano i centri dove abitavano per recarsi a raccogliere il grano, le olive e via continuando. Stavano lontani dai centri abitati per quattro-cinque giorni. E dormivano, per l’appunto, nei pagliai.

Alcuni abitanti di Torre Salsa, qualche anno fa, hanno chiesto al WWF l’autorizzazione per ripristinare i vecchi pagliai, magari con gli asinelli. Insomma, per ritornare a far rivivere un’antica tradizione.

Ma l’ente gestore della Riserva – cioè gli uomini del WWF – ci raccontano – hanno detto no. Tant’è vero che i vecchi pagliai non ci sono. 

Strani, questi personaggi del WWF: si sono opposti ai vecchi pagliai, ma poi non hanno trovato nulla da dire sul Resort della Adler. Dove si dimostra che i problemi di Torre Salsa non sono ascrivibili ai tanti proprietari dei terreni – dai piccoli ai grandi proprietari (come vi abbiamo raccontato qui) – che alla fine hanno conservato benissimo questi luoghi quando le coste siciliane venivano ‘cementificate’ dall’abusivismo edilizio (gli anni ’70, ’80 e ’90 del secolo passato) e che, tirando le somme, fanno il proprio mestiere: propongono progetti – che possono piacere o no – ma che altri approvano (gli uffici della Regione siciliana, il Comune di Siculiana e anche chi gestisce le aree protette).

Insomma, il vero problema, in questa storia, è la politica. O meglio: la commistione tra politica e ambientalismo (o presunto tale). Il vero nodo da sciogliere è questo.  

Tra i soggetti che hanno approvato il progetto per il Resort di Torre Salsa targato Adler c’è anche il WWF. Che come si legge in un articolo pubblicato dal quotidiano La Sicilia (che potete leggere qui), adesso è tornato sui propri passi. Con Franco Andaloro, commissario del WWF Sicilia, che sconfessa i rappresentanti locali della stessa associazione ambientalista.

Abbiamo già chiesto la revoca delle concessioni – dice oggi Andaloro – e abbiamo inoltrato alla soprintendenza a i beni culturali un’istanza per far considerare nullo il nostro parere che risale al 2012. In quell’anno avevamo spiegato che la costruzione si sarebbe potuta realizzare, ma con tantissime prescrizioni. Oggi, in base a quello che vorrebbero costruire nel sito di interesse comunitario, non possiamo che dire ‘no’ a quel Resort”.

Che dire? Oggi i vertici regionali del WWF si sono ricordati che il loro parere, espresso nel 2012, è precedente al Piano paesaggistico approvato dalla Provincia di Agrigento, che non prevede questo genere di interventi.

“A noi sta bene così – taglia corto Claudio Lombardo, di Mareamico, l’associazione ambientalista che si muove senza il timore di calpestare i piedi ai politici -. Questa precisazione, da parte del vertice regionale del WWF Sicilia, a noi basta. Noi – puntualizza ancora Lombardo – non siamo contrari alla valorizzazione turistica delle nostre coste. Ma ci sono modi e luoghi dove realizzare gli insediamenti turistici. Dentro un Sito d’Interesse Comunitario (SIC) non ci sembra il caso di programmare interventi urbanistici pesanti. Fuori dall’area SIC ben vengano gli insediamenti turistici, ovviamente nel rispetto delle leggi”.

Lombardo ci racconta che il 3 Aprile parteciperà a una seduta del Consiglio comunale di Siculiana, il Comune dove ricade la Riserva di Torre Salsa. Mentre il 5 Aprile sarà ascoltato dalla Commissione Territorio e Ambiente dell’Assemblea regionale siciliana.

 

 

 

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