Oggi Berlusconi a Palermo per definire i contorni del Partito della Nazione in Sicilia

18 marzo 2016

Forza Italia e PD si preparano per affrontare, insieme, da alleati ormai inseparabili, le prossime battaglie elettorali. A cominciare dalle elezioni comunali. Con il ritorno alla scheda unica e all’effetto ‘trascinamento’. Insieme per fermare il cambiamento. Insieme – berlusconiani e Partito Democratico – per ‘difendere’ i ‘valori’ della ‘vecchia Sicilia’. Valori che – questo bisogna riconoscerglielo – Berlusconi, negli anni ’90, ha difeso insieme con Marcello Dell’Utri, ereditando i ‘valori’ della vecchia DC siciliana e di altre formazioni politiche

Oggi pomeriggio Silvio Berlusconi arriva a Palermo. Motivazione ufficiale: dare una mano al suo luogotenente fidato, Gianfranco Miccichè, impegnato a ricompattare il centrodestra. Motivazione vera: dare il via, dalla Sicilia, al Partito della Nazione, ovvero l’abbraccio tra PD e Forza Italia. Obiettivo: battere il Movimento 5 Stelle che nell’Isola, pur tra qualche ‘scivolone’ e qualche contraddizione, è comunque un’alternativa alla vecchia politica delle clientele. Un’alternativa nei Comuni e un’alternativa alla Regione.

Certo, a Roma prima il Ministro Angelino Alfano e poi Densi Verdini hanno fatto da apripista nell’accordo con il PD di Renzi. Ma è in Sicilia – da sempre ‘Laboratorio politico’, dalla ‘Solidarietà autonomistica’ che nei primi anni ’70 anticipò il Compromesso storico tra DC e Pci, sino alla fine della Prima Repubblica – che, con molta probabilità, verrà ufficializzato l’accordo tra PD e Forza Italia.

Insomma, in Sicilia i berlusconiani e il PD si preparano ad affrontare insieme la battaglia elettorale contro il Movimento 5 Stelle. A cominciare dalle elezioni comunali. Non a caso, in Assemblea regionale siciliana, è già pronto il disegno di legge per cambiare la legge elettorale nei Comuni: via la legge voluta dal ‘genio’ Antonello Cracolici per tornare alla vecchia scheda unica per sindaco e consiglieri comunali con il voto di ‘trascinamento’.

E’ la legge elettorale che, fino al 2008, ha fatto la fortuna del centrodestra in Sicilia, prima che un altro ‘genio’ della politica – l’ex presidente Raffaele Lombardo – iniziasse a sfasciare la Regione siciliana e lo stesso centrodestra.

Hanno capito tutto i grillini siciliani che, non a caso, hanno vergato il seguente comunicato stampa:

Ex Province e legge elettorale, l’Ars prepara altri due colpi bassi” .

Il gruppo parlamentare del M5S all’Ars è polemico con il calendario dei lavori in programma a Sala d’Ercole, “figlio” di interessi e di appetiti politici sul fronte delle ex Province e della voglia di sbarrare la strada al Movimento 5 stelle per quanto riguarda la legge elettorale.

E’ assurdo – commentano i deputati – che si pretenda di cambiare le regole del gioco a ridosso della tornata elettorale in parecchi Comuni. La verità è che vogliono trovare il modo migliore per sbarrare la strada al Movimento 5 Stelle, che evidentemente fa enorme paura a tutti. Sappiano, comunque, i partiti che non c’è legge elettorale che tenga di fronte alle continue prove di incapacità dimostrata dal governo e di inconsistenza dalle opposizioni e al continuo trasformismo politico. I cittadini saranno determinatissimi nel rispondere a eventuali trappole elettorali”.

Sulla legge elettorale il M5S si esprimerà conto il cosiddetto effetto ‘trascinamento’ e sosterrà l’importanza della doppia scheda per la preferenza di genere “per evitare la possibile tracciabilità del voto”.

Ovviamente, oggi Berlusconi verrà a recitare la parte dell’uomo politico che arriva per riunificare il centrodestra siciliano, per riportarlo agli antichi splendori e bla bla bla. Tutto falso. Il vero obiettivo, ribadiamo, è quello di provare a puntellare la vecchia Sicilia: quella vecchia Sicilia che lui, l’ex Cavaliere, conosce benissimo dai tempi degli attentati alla Standa e degli stallieri, quando accanto a lui brillava la stella di Marcello Dell’Utri.

Se negli anni ’90 Forza Italia ereditava, in Sicilia, il ‘fardello’ della DC (ma anche di altre formazioni politiche), oggi lo scenario è mutato. E’ mutata la società siciliana ed è mutato il contesto politico. Quelli che un tempo erano gli avversari oggi sono, di fatto, alleati. Insieme ai quali Berlusconi dovrà a provare a fermare il cambiamento, rappresentato non soltanto dai grillini, ma anche da una società civile siciliana che si va svegliando, come dimostra la manifestazione popolare contro le trivelle prevista il 30 marzo a Palermo.

Uno sforzo ‘comune’ – quello di Forza Italia e PD, che ormai ‘sono’ la vecchia Sicilia – per fermare i movimenti che si battono contro il Muos, per fermare i movimenti che si battono per la gestione pubblica dell’acqua (in queste ore il PD di Renzi ha ‘svoltato’, schierandosi per la gestione privata dell’acqua, alla faccia del referendum del 2011: e in questo Forza Italia è sempre stata coerente, perché ha sempre patrocinato e difeso la gestione privata dell’acqua, con tutto quello che questo ha comportato e comporta in Sicilia…), per fermare i movimenti che si battono per il referendum contro le trivelle.

Di fatto, su questi temi PD e Forza Italia hanno la stessa linea politica.

Bisognerà capire cosa faranno i tanti movimenti autonomisti, sicilianisti e indipendentisti. Fino ad oggi hanno fatto poco. Ma è chiaro che non potranno schierarsi con la ‘vecchia Sicilia’ di Berlusconi e del PD.

 

 

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