Musei chiusi, abusivismo e immondizia: la soluzione c’è, ma nessuno la vuol vedere

16 marzo 2016

Viene da sorridere nel leggere sempre le stesse notizie, sempre le stesse emergenze. Per le quali ci sono soluzioni semplicissime, se solo si volesse risolverle. I musei, ad esempio, chi l’ha detto che tutto il personale deve rispettare lo stesso orario di lavoro?


La cronaca siciliana, a giorni alterni, ci delizia con alcuni temi fissi. Per esempio:
1) I musei che restano chiusi per mancanza di personale.
2) Le discariche in città.
3) La difficoltà di eliminare l’abusivismo edilizio.
Per ciascuno di questi problemi le soluzioni sono semplicissime, se solo si volesse risolverli veramente. Basterebbe un po’ di intelligenza, applicata a un pizzico di fantasia.

I musei. Non è scritto da nessuna parte che tutto il personale in servizio debba rispettare lo stesso orario di lavoro (attenzione! non d’ufficio! C’è una bella differenza!!). Si può prestare il servizio dovuto anche in orario diverso da quello canonico 8-14. Si può cominciare anche di pomeriggio. O anche di sera. Sempre in regime di lavoro ordinario.

Si potrebbe coprire il fabbisogno tutte le domeniche e le feste comandate, sempre in regime ordinario. Per chi non vuole capire faccio un esempio di scuola. Se ci sono due custodi in un museo (caso limite), uno presterà servizio dalle 8 alle 14 e l’altro dalle 14 alle 20. Il museo resterà aperto dalle 8 alle 20.

C’è un’altra soluzione. Si può calcolare a mese la prestazione dovuta (es. 36 ore settimanali per 4 settimane = 144 ore mensili- salve sempre le frazioni) per ciascun operatore, e la si gestisce a secondo delle necessità, sino ad espletamento.

2) Le discariche. Per i rifiuti ingombranti è sufficiente che i Comuni si dotino e mettano a disposizione dei cittadini un numero adeguato di cassoni gommati mobili da piazzare in luoghi strategici della città e procedere alla loro rimozione con cadenza prestabilita.

3) L’abusivismo. Uno Stato serio avrebbe dovuto proibire dalla notte dei tempi all’ENEL di erogare energia elettrica alle abitazioni sfornite di certificato di abitabilità e avrebbe dovuto altresì proibire ai Comuni o ai gestori comunque denominati di fornire acqua potabile.

Non ci sarebbe da sempre una sola casa abusiva in tutto il territorio nazionale.

Ma il nostro, purtroppo, fu, è, e sempre sarà lo Stato di Pulcinella.

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