Palermo: in Consiglio comunale va in scena il ‘giallo’ del Passante ferroviario e delle palazzine lesionate

12 marzo 2016

Ieri l’Amministrazione comunale ha portato a Sala delle Lapidi – sede del Consiglio comunale di Palermo – una delibera scaduta su un argomento delicatissimo: gli ‘eterni’ lavori del Passante ferroviario (costato già 800 milioni di euro e ancora bloccati!) e l’incredibile storia di 100 famiglie gettate in mezzo alla strada perché le loro abitazioni sono state lesionate dai lavori dello stesso Passante ferroviario. I retroscena di una delibera che il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore Emilio Arcuri avrebbero voluto approvata in quattro e quattr’otto. Invece tutto è stato rinviato a Martedì. E si è scoperto che…

L’unica cosa certa è che il Consiglio comunale di Palermo non è un luogo politico dove regna la ‘trasparenza’ amministrativa e meno che mai luogo di verità. Al contrario, è un consesso dove le operazioni temerarie, per dirla con Scipio Di Castro, sono la regola. Sta andando così con le ZTL, un imbroglio totale, con l’Amministrazione che sta ignorando una legge dell’Ars e si sta facendo un baffo dei ricorsi al TAR Sicilia. E’ così con gli ‘avvertimenti’ della Corte dei Conti che chiede ripetutamente, senza ricevere alcuna risposta, chiarezza sul controllo analogo. Ed è così con una discutibile delibera sui disastri provocati a circa cento famiglie dai lavori del Passante ferroviario: ‘operazione’, quest’ultima, fresca fresca, che sindaco e Giunta hanno cercato, ieri sera, di fare approvare dal Consiglio comunale senza dare agli stessi consiglieri comunali la possibilità di studiare un atto così importante.

I siciliani, scriveva Scipio di Castro, sono tutto sommato timidi, “ma diventano temerari quando amministrano la cosa pubblica”. Nel caso di Palermo e dei suoi amministratori comunali la temerarietà vale fino a un certo punto, perché questi signori amministrano la cosa pubblica con l’olimpica certezza che non saranno mai chiamati a rispondere del proprio operato. Insomma, siamo al ‘banditismo’ amministrativo e politico allo stato puro. Con il corollario della disinformazione.

Secondo voi, cari lettori, è normale portare in Consiglio comunale una delibera scaduta, intimando allo stesso Consiglio comunale di approvarla subito, pena l’arrivo del commissario inviato niente poco di meno da quegli ‘sfascellitti’ della Regione siciliana di Rosario Crocetta? Ma il sindaco Orlando e il vice sindaco e assessore Arcuri dicono vero?

Se la delibera era così urgente – domanda banale da cronista politico – perché il sindaco e l’assessore che segue questo nuovo ‘inchiappo’ amministrativo, il già citato dottor Emilio Arcuri (dottore inteso come medico), non hanno inviato prima, al Consiglio comunale, questa benedetta delibera? E’ così che si tratta una variante urbanistica a Palermo? Senza discuterla? Senza approfondirla? Sarebbe questa, sindaco Orlando, la “Palermo Capitale della cultura europea”? O forse ha ragione sempre lei quando dice che Palermo è una “città mediorientale”?

Ci chiediamo e chiediamo: una variante urbanistica così importante si deve approvare in quattro e quatr’otto? Ma i vari Leoluca Orlando, Emilio Arcuri, il presidente del Consiglio comunale, Salvatore ‘Totò’ Orlando, e l’uomo forte del sindaco a Sala delle Lapidi, Aurelio Scavone, pensano veramente che i palermitani siano tutti distratti? Pensano di essere i padroni assoluti della città? Se pensano questo, ebbene, si sbagliano.

Dicevamo dell’importanza di tale delibera. Sapete meglio di noi, cari lettori, cos’è il Passante ferroviario. E’ un’opera pubblica strategica che collegherà l’aeroporto ‘Falcone-Borsellino’ con Palermo; un tratto di rete ferroviaria che attraverserà la città per poi arrivare fino a Cefalù. Un’opera che è già costata 800 milioni di Euro. Ma che va a rilento. E va a rilento anche perché l’impresa che la sta realizzando ha beccato una vena d’acqua e non abbiamo ancora capito che cosa ha intenzione di fare.

Tra l’altro, non si è ancora capito di chi è la responsabilità. Perché un progettista di un’opera così importante non può ignorare la presenza di una vena d’acqua nel tracciato che ha scelto. Anche a Palermo, se non ricordiamo male, gli studi geologici si fanno prima e non dopo l’avvio dei lavori di un’opera pubblica. Dobbiamo ancora capire chi pagherà per questo intoppo. E questo lo dovrebbe spiegare la delibera che Orlando e Arcuri avrebbero voluto far approvare ieri dal Consiglio comunale a tempo di record.

La delibera ‘piè veloce’ dovrebbe spiegare anche cos’è successo alle palazzine che sono state lesionate durante la realizzazione di tale opera. Non è uno scherzo, perché cento famiglie circa hanno perso la casa. Nella delibera dovrebbe essere scritto di chi sono le responsabilità di tutto quello che è successo. Dove vivono oggi queste famiglie? Hanno già a disposizione altre abitazioni? In hotel? E chi sta pagando? I responsabili di questo disastro o i cittadini di Palermo con le tasse?

Su questo e su altri punti il sindaco Orlando e l’assessore Arcuri, prima di chiedere l’approvazione di questa delibera, dovrebbero recarsi in Consiglio comunale e fare chiarezza. Siamo certi che Martedì prossimo il primo cittadino e l’assessore saranno a Sala delle Lapidi per raccontare alla città come stanno le cose. Anche perché di mezzo ci sono decine, forse centinaia di milioni di Euro. E di mezzo c’è anche una variante urbanistica che non è una passeggiata, soprattutto se proposta – in modo temerario? – a ridosso del nuovo Piano regolatore generale (Prg) della città.

“Ho spiegato ai consiglieri comunali che questa storia del commissario inviato dalla Regione è una balla – ci dice il consigliere comunale Giuseppe Milazzo, che ieri, in quanto consigliere comunale anziano, ha rinviato la seduta a Martedì prossimo -. Poi vorrei capire: che senso ha portare in Consiglio comunale una delibera scaduta così importante e chiedere ai consiglieri comunali di approvarla a ‘sacco d’ossa’? Mi è sembrato corretto dare a tutti i consiglieri comunali qualche giorno di tempo per studiare la delibera. Martedì prossimo ci sarà un bel dibattito e tutti i cittadini di Palermo potranno conoscere i retroscena di questa storia”.

Milazzo è anche parlamentare regionale di Forza Italia. E non è persona controllabile dalla vecchia politica. Tant’è vero che gli azzurri di Sala d’Ercole (il Parlamento siciliano) e di Sala delle Lapidi (la sede del Consiglio comunale) lo temono perché non partecipa agli ‘inciuci’ che i berlusconiani organizzano all’Ars con Rosario Crocetta e con il presidente del Parlamento, Giovanni Ardizzone, e a Sala delle Lapidi con il sindaco Orlando e con i vari assessori.

Ma com’è che, ieri, tra il presidente del Consiglio comunale e i due vice presidenti a presiedere i lavori è stato chiamato il consigliere comunale più anziano, il già citato Milazzo? Sotto c’è un intrigo – nel quale è coinvolto un ‘pezzo’ del PD di Palermo – che adesso vi raccontiamo.

Dietro questa delibera che Orlando e Arcuri avrebbero voluto approvata in quattro e quattr’otto c’è l’accordo con il PD di Rosario Filoramo, il capogruppo di questo partito che un giorno fa opposizione e il giorno dopo si ‘trasforma’. Spesso, quando ci sono di mezzo ‘operazioni’ dell’assessore Arcuri, il nostro Filoramo indossa i panni del consigliere comunale governativo.

Ieri, quando è arrivata a Sala d’Ercole la delibera, Arcuri e Filoramo avevano un problema: non far parlare la consigliera comunale, Nadia Spallitta. Si tratta della vice presidente vicaria del Consiglio comunale, persona per bene, che le delibere le studia tutte. E le studia bene, aiutata dal fatto che nella vita fa l’avvocato e gli atti amministrativi li sa leggere.

Nadia Spallitta, ieri, aveva posto alcune questioni su tale delibera. Così, come abbiamo già detto, l’ala consociativa del PD, il sindaco Orlando (che non era presente in Aula: ma la sua presenza, quando a Sala delle Lapidi ci sono ‘operazioni’ in corso si avverte, è palpabile), Arcuri e via continuando avevano l’esigenza di non farla parlare. Perché le sue parole avrebbero messo a nudo gli ‘altarini’ di una delibera che, ne siamo certi, sarà tutto un programma (ancora non siamo riusciti a leggerla: ma stiamo cercando di procurarcela e abbiamo anche chiesto un’intervista al presidente della Commissione Urbanistica di Palazzo delle Aquile, Alberto Mangano: scelta che ci sembra corretta, sia perché Mangano non può non conoscere tale delibera, sia perché lo stesso Mangano nella vita fa l’architetto e meglio di lui gli inghippi di questa delibera non li può conoscere nessuno).

Dicevamo dell’esigenza del sindaco Orlando, di Arcuri e dell’ala consociativa del PD di Palermo di non fare parlare Nadia Spallitta per evitare troppo ‘scruscio’ sulla delibera malandrina del Passante ferroviario. Da qui la levata di genio: a un certo punto della seduta, muto tu e muto io, il presidente del Consiglio comunale, Salvatore ‘Totò’ Orlando, naturalmente del PD (se non ricordiamo male dovrebbe conoscere il senatore Giuseppe Lumia, quello dell’antimafia…) ha lasciato Sala delle Lapidi. Il vice, Giuseppe Finazzo, altro ‘filosofo’ di Sala delle Lapidi, sempre casualmente, era pure uccel di bosco. A questo punto la vice presidente vicaria del Consiglio comunale, cioè Nadia Spallitta, avrebbe dovuto andare a presiedere i lavori e, in quanto chiamata a presiedere i lavori, non avrebbe potuto esternare i suoi dubbi sulla delibera malandrina.

Nadia Spallitta, però, che forse aveva intuito il gioco, aveva a propria volta lasciato Sala delle Lapidi per andare a cercare l’uccel di bosco-Finazzo. Quando hanno realizzato che nemmeno Nadia Spallitta era in Aula, i vari Arcuri, Salvatore ‘Totò’ Orlando, Filoramo e via continuando saranno rimasti come baccalà: perché a qual punto, regolamento alla mano, a presiedere i lavori di Sala delle Lapidi, come già ricordato, è andato il consigliere comunale anziano, il già citato Milazzo, che è ancor meno controllabile di Nadia Spallitta.

“Un colpo gli ha preso a quelli quando hanno visto Milazzo sullo scranno del presidente”, ci ha raccontato un nostro amico che ha assistito alla scena. Il resto lo conoscete: Milazzo ha detto che la storia del commissario regionale è una min… e che è bene che i consiglieri comunali si studino la delibera.

Insomma, se Orlando, Arcuri e il PD consociativo avrebbero voluto fare le cose a ‘umma ‘umma, beh, hanno ottenuto l’effetto contrario. Non ci resta che acchiappare questa delibera e raccontare ai lettori che cosa prevede.

P.S.

Cari ‘compagni’ del PD di Palermo: già fate parte di un partito che, da quando è nelle mani di Renzi, è poco credibile, se non incredibile. Se ci mettete pure gli inciuci con il sindaco Orlando e con l’assessore Arcuri, beh, come si usava dire un tempo, buona notte ai suonatori…

 

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