Muos, Mariella Maggio rompe il silenzio del PD

10 marzo 2016

E’l’unica parlamentare di questo partito a prendere posizione sul tema dell’impianto satellitare USA che si sta testando in questi giorni. Interviene commentando le motivazioni che la Cassazione ha depositato oggi sulla conferma del sequestro dell’area

E tre. Dopo Nello Musumeci e Giampiero Trizzino del M5S (come diciamo qui), anche la parlamentare regionale, Mariella Maggio fa sentire la sua voce sul Muos di Niscemi. Tre su 90 deputati dell’Ars: un record. Il Governo siciliano,invece, non batte un colpo mentre a Niscemi, nel secondo giorno di accensione dell’impianto per il test disposto dal Cga, l’ansia dei cittadini per la mancanza di precauzioni rispetto alle emanazioni elettromagnetiche è alle stelle.

Quella di Mariella Maggio è una voce che fa notizia. Non solo perché si aggiunge alle due sole voci fuori dal coro della politica siciliana (del suo silenzio assordante vi abbiamo detto qua), ma anche perché la sua è l’unica che arriva dal PD, partito del governatore Rosario Crocetta che è stato complice del Governo nazionale nella vicenda Muos e lontano anni luce, anche in questi giorni, dalle preoccupazioni dei niscemesi.

La Maggio, che è anche presidente della Commissione Territorio e Ambiente dell’Ars, interviene commentando la sentenza della Cassazione sulla conferma del sequestro del Muos. La decisione è dello scorso Gennaio (ve ne avevamo parlato qui), ma oggi sono state depositate le motivazioni.

E non è l’unica ‘brutta notizia’ per il Muos. Sempre oggi si è saputo che la Procura di Caltagirone (la stessa che aveva disposto il sequestro del Muos confermato prima dal Tribunale di Catania e poi dalla Cassazione) ha rinviato a giudizio sette persone (tra cui il dirigente della Regione Giovanni Arnone e alcuni responsabile delle ditte cui erano stati appaltati i lavori) per l’abuso edilizio: il Muos è stato costruito all’interno della Sughereta di Niscemi, sito di interesse comunitario a totale inedificabilità. Non a caso, l’iter autorizzativo è stato del tutto schizofrenico, come già stigmatizzato dal Tar.

Ma leggiamo cosa dice Mariella Maggio:

“Finalmente la sentenza della Cassazione dice chiaramente che il diritto alla salute dei cittadini di Niscemi e la tutela dell’ambiente rappresentano dei diritti  inalienabili, sui quali non si può scendere a compromessi né tantomeno le istituzioni possono permettersi valutazioni approssimative. In pratica il diritto alla vita – chiosa la parlamentare – non può essere sacrificato in nessuno caso, al contrario va salvaguardato e protetto”.

Sperare che dichiarazioni simili arrivino anche dai vertici del suo partito sarebbe da ingenui.

Qui sotto, invece, una sintesi delle motivazioni della Cassazione così come riportato dall’Ansa:

È «certamente sussistente quantomeno per la prosecuzione dei lavori in epoca successiva all’annullamento del provvedimento di revoca delle revoche» la consumazione a livello indiziario del reato di abuso edilizio nella realizzazione di infrastrutture militari costituenti il sistema radar Usa ‘Muos’ in Sicilia. Lo scrive la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi di conferma del sequestro del ‘Muos’ che – rileva il verdetto – è stato disposto con finalità di salvaguardia dell’ambiente e della salute degli abitanti.
Ad avviso della Cassazione, non ha meritato accoglimento la tesi dell’Avvocatura dello Stato che, per conto del Ministero della Difesa, chiedeva l’annullamento della conferma del sequestro del ‘Muos’.

Secondo l’avvocatura, «il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana ha sostanzialmente sancito le piena regolarità urbanistica dell’opera e la validità dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Caltanissetta e del nulla-osta dell’Azienda Regionale Foreste, residuando solo accertamenti su eventuali pericoli per la salute umana». Nella sua memoria difensiva, l’Avvocatura dello Stato ha insistito nel dire che i rischi per la salute degli abitanti sono «del tutto estranei alle esigenze cautelari perseguite con il decreto di sequestro che esulano dalla contestazione provvisoria».
La Cassazione ha replicato che la sentenza amministrativa «non solo non ha affermato la illegittimità dei provvedimenti di revoca delle revoche, ma ha disposto ulteriori accertamenti sui pericoli per la salute dell’uomo nell’insediamento in questione»

«Pericoli che – prosegue la sentenza 9950 della Terza sezione penale relativa all’udienza svoltasi lo scorso 21 gennaio – non sono certamente estranei ai valori tutelati dalle norme in materia paesaggistica e ambientale».
«Va ricordato al riguardo – concludono gli ‘ermellini” – che l’ambiente non costituisce solo un valore estetico da salvaguardare nella sua staticità, ma luogo nel quale l’uomo esprime la propria personalità individuale e sociale senza pregiudizio per la salute, elevata a diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività».

Con questa decisione la Suprema Corte ha confermato l’ordinanza con la quale il Tribunale della libertà di Catania, lo scorso 27 aprile 2015, aveva confermato il sequestro del ‘Muos’ (Mobile User Objective System).

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