Morire per Renzi? No, grazie!

5 marzo 2016

Nel nome della solita, ipocrita ‘missione di pace’, il governo Renzi sta per mandare 5 mila ragazzi italiani a rischiare la vita in Libia. E perché, alla fine? Per difendere gli interessi di Squinzi, dell’ENI, dell’OTO Melara, della Beretta, dell’Augusta e, in generale, delle fabbriche di morte. Scommettiamo che la maggior parte di questi soldati sono meridionali?

Da qualche parte, in un vecchio, polveroso e dimenticato documento, sta scritto:

“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”

Un concetto nobilissimo, vanificato e inzaccherato dagli interessi politici ed economici di un’Italietta che, tale e quale a quella di Crispi e di Mussolini, dimentica delle tragedie cui è andata incontro, cerca  il suo improbabile “destino coloniale”.

E così, dopo le missioni di pace di Iraq e Afganistan e in altre parti calde dell’Europa e del mondo, da guerrafondai senza  competenza, mandiamo i nostri figli al macello.

Oggi la sinistra al potere, nipotina degenere di quella che ha scritto quello articolo della Costituzione italiana, senza più veli e infingimenti, fa fare all’Italia il salto di qualità. Per difendere gli interessi di Squinzi, dell’ENI, dell’Oto Melara, della Beretta e dell’Agusta, le nostre allegre fabbriche di armi e grandi venditori nel mondo, si stanno per mandare in Libia 5.000 ragazzi italiani

Di che italiani si tratta? Stando alle statistiche dei morti in missioni di pace, si tratta per lo più di cafoni, terroni e sudici, la cui maggioranza assoluta è detenuta dai siciliani; di meridionali, dunque, che nei momenti in cui occorre carne da cannone tornano tanto utili.

La storia si ripete sempre quando non viene raccontata la verità.

Sapete, cari lettori, che i due terzi dei soldati morti nella Prima guerra mondiale furono meridionali? E perché? Perché i ragazzi del Nord erano più utili nelle fabbriche di armi e di altro. E sapete da dove venivano i Carabinieri che erano obbligati a sparare addosso a loro se non uscivano dalle trincee a farsi massacrare? Sempre meridionali.

Questo Paese a volte  fa orrore. Per questo la Storia tace.

E sapete perché la storia è sempre la stessa? Perché i nostri politicanti siciliani ‘ascari’ venduti al Nord a tutto pensano, tranne che  all’occupazione in Sicilia, agli interessi della Sicilia. E quindi i ragazzi che non vedono per loro un futuro, essendo tutti i posti occupati  dagli elettori di questi miserabili, ed essendo la ricchezza della Sicilia scialacquata in privilegi e favori e dispersa in mille rivoli improduttivi per loro, cercano la loro strada nell’esercito e nelle forze dell’ordine in genere.

Nessuno  dirà queste cose in Parlamento, se pure un dibattito ci sarà sulla missione di pace che si prepara. Tutti appunto diranno che si tratta di una missione di pace. Una cosa bellissima fino a quando non pioveranno proiettili su questi ragazzi. E allora che faremo? Risponderemo al fuoco e, dopo avere contato i nostri morti, ricominceremo. E non è guerra questa? Che ipocrisia!

Un governo nazionale che, attraverso un suo cacciatore-raccoglitore, l’assessore Alessandro Baccei, sta dissanguando la Sicilia, pretende che i nostri ragazzi si armino e partano per tutelare gli interessi di quanti  fanno solo i propri interessi.

E noi che facciamo. Stiamo a guardare?

 

 

 

 

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