Cari leghisti, facciamo un patto: voi staccate il Nord e noi stacchiamo la Sicilia

3 marzo 2016

Perché, caro Salvini, non rispolverate la cagnara secessionista e ci liberiamo da questa Italia? Ma sì, condividete il percorso politico del Movimento indipendentista della Sicilia. Si otterranno due risultati: i vostri elettori si libereranno di noi e noi ci liberemo di voi. Liberi tutti!

Il grande merito della Lega Nord è quello di avere raccolto sotto le sue insegne i nemici del Sud, tutti quelli senza il cui egoismo, la cui ignoranza politica, la loro miope visione della vita e del mondo, l’Italia sarebbe migliore. E’ bello sapere chi  sono  i propri nemici, poterli contare e guardare in faccia.

I leghisti rappresentano la sintesi tenebrosa e disperata dell’ignoranza e dell’astio razzista. Senza testa, solo pancia, rappresentano l’impossibilità di capire che quando brucia la parete del vicino la propria casa è in pericolo. Sono l’incarnazione della stupidità e della  cecità politica dei rozzi e cinici bauscia.

Questi campioni del razzismo e fautori dell’apartheid dovrebbero frequentare la scuola dell’obbligo, a studiare Educazione civica e Storia, ma  non  la storia ufficiale, quella scritta da coloro che Gramsci chiamava “scrittori salariati”, razza immortale, gli stessi che oggi strombazzano le “magnifiche sorti  e progressive” del governo Renzi  grazie al quale i progressi dell’Italia sono e coincidono con i progressi del Nord e sono il frutto avvelenato delle spoliazioni sistematica del Sud e delle Isole.

Quando nascerà un sentimento autenticamente nazionale? Forse quando la vera nazione italiana (se esiste) avrà (se davvero li ha) confini più circoscritti e giocherà la sua partita senza dover sopportare il peso morto costituito da altre parti del Paese. 

Lasciateci dunque al nostro triste destino, sarete pochi ma buoni, Salvini. Perché non rispolverate la cagnara secessionista? Avremo allora molti punti in comune, lei e la sua Padania e noi e la nostra Sicilia.

Sarà sempre difficile per chi è in mala fede o assolutamente cinico e ignorante capire che se siamo a questo punto la colpa non è del Sud, ma del Nord; ma io sono testardo e cercherò di spiegarglielo lo stesso.

La Sicilia, dicono i più benevoli, è stata trattata sempre come una colonia riottosa. In realtà le cose stanno peggio. Se lei avesse il tempo tra una boiata e l’altra di dedicarsi alla lettura, le consiglierei un romanzo di un mio grande conterraneo, Luigi Pirandello, I vecchi e  giovani, un grande affresco sulle condizioni della Sicilia e dell’Italia alla fine dell’Ottocento, ma siccome so che il suo cervello è in tutt’altre faccende affaccendato, mi permetto di trascrivere a suo beneficio un pagina di quel romanzo.

Chi parla è donna Caterina Auriti, una nobildonna il cui marito, garibaldino, era  caduto nella battaglia di Milazzo, durante l’impresa dei Mille. Ecco le sue riflessioni:

“Povera isola, trattata come terra di conquista! Poveri isolani, trattati come barbari che bisognava incivilire! Ed erano calati i Continentali a incivilirli: calate le soldatesche nuove, quella colonna infame comandata da un rinnegato, l’ungherese Eberhardt, venuto per la prima volta in Sicilia con Garibaldi e poi tra i fucilatori di lui ad Aspromonte, e quell’altro tenentino savoiardo, Dupuy, incendiatore; calati tutti gli scarti della burocrazia; e liti e duelli e scene selvagge e la Prefettura del Medici e i tribunali militari e i furti, gli assassinii, le grassazioni, orditi ed eseguiti dalla nuova polizia in nome del real governo; e falsificazioni e sottrazione di documenti e processi politici ignominiosi: tutto il primo governo della Destra parlamentare! E poi era venuta la Sinistra al potere, e aveva cominciato anch’essa con provvedimenti eccezionali per la Sicilia; e usurpazioni e truffe e concussioni e favori scandalosi e scandaloso sperpero di denaro pubblico; prefetti, delegati, magistrati messi a servizio dei deputati ministeriali e clientele spudorate e brogli elettorali; spese pazze, cortigianerie degradanti; l’oppressione dei vinti e dei lavoratori, assistita e protetta dalla legge e assicurata l’impunità agli oppressori”

Ecco che cosa avete fatto; e se il vostro rammarico è quello che la peggiore Sicilia ha usato bene questa eredità di fango e ha superato i suoi maestri, fate una cosa. Condividete il percorso politico del Movimento indipendentista della Sicilia. Otterrete due risultati: i vostri elettori si libereranno di noi, un fardello pesantissimo e noi ci liberemo, soprattutto di voi.

Se invece serviamo alla sua causa come oggetto di scherno e come cattivo esempio da citare nei suoi sproloqui per migliorare la razza dei suoi elettori, pazienza.

Noi, se si farà vedere dalle nostre parti, l’accoglieremo come merita.

 

 

 

 

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