La rabbia dei Sindaci siciliani: “Comanda Crocetta o Baccei? Governo e Ars non sono più credibili”

27 febbraio 2016

Alla base della dura presa di posizione del vice presidente di ANCI Sicilia, Paolo Amenta, c’è il caos che va in scena nel Parlamento siciliano, dov’è in discussione la manovra economica e finanziaria 2016. L’assessore Baccei e l’Ars prima hanno deciso di ‘saccheggiare’ un centinaio di milioni di Euro dal Fondo pensioni della Regione per finanziare i Comuni. Poi ci hanno ripensato e hanno deciso di non toccarlo. Poi hanno ancora cambiato idea, decidendo di ‘saccheggiare’ a metà il Fondo pensioni… Amenta: “D’ora in poi parleremo solo con Roma”

Ormai è ufficiale: il presidente della Regione ‘facente funzioni’, il toscano Alessandro Baccei (il presidente Rosario Crocetta ormai nemmeno parla più: si è rassegnato…) e l’Ars sono nel pallone. In teoria, riuniti ormai da una settimana nella Sala d’Ercole di Palazzo Reale – sede del Parlamento siciliano – per discutere e approvare la manovra economica e finanziaria 2016, stanno in realtà facendo una gran confusione. E’ tutto caotico, ma sui Comuni dell’Isola il caos sembra pressoché totale.

Fino a stamattina Governo e Ars, dopo una lunga riunione con i vertici dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazione dei Comuni Italiani), avevano deciso di prelevare un centinaio di milioni dal Fondo pensioni della Regione (ripristinato nel 2009 e utilizzato per pagare le liquidazioni) da erogare ai Comuni. Opzione folle, che ha scatenato malumori tra i circa 18 mila dipendenti regionali, che temono di perdere le proprie pensioni (e non hanno torto…).

Dopo di che Governo e Ars ci hanno ripensato, decidendo di non toccare più il Fondo pensioni. Poi ci hanno ripensato ancora e hanno stabilito che toglieranno al Fondo pensioni della Regione 50 milioni di Euro (sembra che beccai non dorma la notte al pensiero che esiste ancora un fondo presso la Regione che non è stato ‘saccheggiato’ dal suo ‘capo’ Renzi – quello che l’ha spedito in Sicilia e che nemmeno lui può ‘saccheggiare’ per tappare i ‘buchi’ creati dal saccheggio del suo ‘capo’ Renzi).

Insomma, il caos è totale. Tanto che il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta, ha preso carta e penna e ha vergato un comunicato stampa di fuoco:

“Dopo quattro ore di discussione con i vertici dell’Assemblea regionale siciliana, i capigruppo e l’assessore all’Economia Baccei – scrive Amenta – chiuso con l’impegno ad aprire un tavolo tecnico a Roma con il Governo nazionale, riconoscendo le giuste rivendicazioni dei Comuni, che nell’arco di questi ultimi anni hanno già perso quasi 700 milioni dei fondi che gli spettavano, oggi Governo e Assemblea regionale tornano in Aula per emendare un Finanziaria che si sono già spartiti, penalizzando ulteriormente i Comuni”.

Amenta commenta un emendamento che, “anziché riconoscere, com’era stato concordato nell’incontro dei giorni scorsi, i tagli ai danni dei Comuni, li vorrebbe penalizzare ulteriormente con nuove proposte che non modificano e non migliorano le difficoltà rappresentate dagli Enti Locali”.

E’ inverosimile – aggiunge Amenta – quello che  sta succedendo. Governo e Ars non sono più credibili e come Comuni non abbiamo più interlocutori seri. Si erano assunti l’impegno di non tagliare i 115 milioni destinati agli investimenti dei Comuni, ed ora li hanno ridotti a 50, inserendo ancora la possibilità di pagare le rate mutuo con i fondi  PAC senza autorizzazione del CIPE e del Ministero. Dimenticando che altri 114 milioni dei 340 previsti nella quota corrente aspettano ancora il via libera da parte del Ministero. Per cui, ancora una volta, i Comuni sono considerati alla stregua di una qualsiasi associazione di volontariato”.

“Insomma, siamo al punto di partenza – prosegue il vice presidente di ANCI Sicilia -. D’altra parte non si è più capito chi comanda in Sicilia, se Crocetta o Baccei, per cui nel chiedere l’immediato intervento del Governo romano, chiediamo altresì all’Ars di non discutere del punto riguardante la Quota investimenti ai Comuni. Non solo, ma siano loro a dare risposte e ad interloquire con le cooperative del Terzo Settore sui servizi da garantire nei Comuni”.

 

 

 

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