La doppia morale e i ‘valori’ del PD: a Roma Angelino Alfano sì, a Palermo Francesco Cascio no…

18 febbraio 2016

Sono tutt’e due ex berlusconiani. E tutt’e due militano nella stessa formazione politica che oggi è il più ‘fulgido’ esempio di trasformismo politico: il ‘Nuovo’ Centrodestra Democratico. Ma mentre nella Capitale Alfano è al governo da Ministro degli Interni. mentre alla Regione siciliana gli alfaniani fanno parte del governo Crocetta-PD, a Palermo alcuni dirigenti del Partito Democratico ‘scoprono’ i ‘valori’ di questo partito e non vorrebbero il berlusconiano Cascio nel nome di una ‘diversità’ che non c’è

“C’è un limite oltre il quale un uomo di sinistra non può andare”. Il lamento di Ninni Terminelli – rosso antico che, in un “delirio di immobilità”, da fedele sherpa nella lunga marcia attraverso le istituzioni ha trasmigrato dalla Rete di Leoluca Orlando al PCI-PDS, fino ad arrivare al PD – a proposito della ventilata candidatura di Francesco Cascio, forzaitaliota della prima ora a Sindaco di Palermo in rappresentanza del centrosinistra, fa un po’ sorridere.

E perché no? Forse che Terminelli, essendo lui un uomo di sinistra in un partito che fu di sinistra, si può ritenere abilitato a lanciare strali contro la politica del suo partito che di “sinistro” non ha più nulla? Se ne accorge solo adesso? Che cosa conserva, custodisce e attua il PD dei valori e dei principi della sinistra?

Noi ricordiamo che, quando la Corte Costituzionale ha stabilito che il Porcellum – il sistema elettorale che ha eletto l’attuale Parlamento è illegittimo e che pertanto gli eletti attraverso quel sistema sono “abusivi” – i PDisti, invece di concorrere all’immediata modifica legislativa e andare a votare con una nuova legge elettorale, sono rimasti saldamente al proprio posto. E oggi reggono le fila di un governo nato da una ‘congiura di palazzo’, il cui presidente è un privato cittadino, alla faccia del bipolarismo e dei suoi principi. Il primo dei quali, quello sempre disconosciuto, postula logicamente che, a seguito delle dimissioni della coalizione e del suo leader che ha vinto le elezioni, si deve tornare a votare.

Ma i Presidenti della Repubblica, tutti, da questo orecchio non ci hanno mai sentito. A cominciare da Scalfaro e a finire con Napolitano, al quale si deve l’invenzione del governo Renzi.

Che cosa c’è di sinistra nel governo Renzi? E quali sarebbero dunque i ‘valori’ del PD, un partito che del relativismo politico fa la sua bandiera?

Forse i ‘valori’ del PD risiedono nel Fiscal Compact, il trattato internazionale che ha vulnerato la nostra Costituzione introducendo quel “pareggio di bilancio” che è la negazione delle politiche economiche keynesiane? Forse i valori del PD stanno nell’abolizione dell’articolo 18? Forse stanno nei ‘successi’ del Jobs Act? O forse i ‘valori’ del PD risiedono nell’Italicum, la nuova legge elettorale che ricalca, per certi versi peggiorandola, la già citata – e censurata – legge elettorale Porcellum?

Oggi Terminelli e altri dirigenti e simpatizzanti del PD, a Palermo, sono pronti a dare battaglia per difendere l’onore e i ‘valori’ del PD contro la candidatura di Francesco Cascio a sindaco di Palermo nel centrosinistra. Dimenticando che il trasformismo politico di Cascio, in fondo, è lo stesso del Ministro Angelino Alfano (del quale, non a caso, Cascio è sodale e compagno di partito nel ‘Nuovo’ Centrodestra Democratico).

Ma come: a Roma Alfano sì e a Palermo Cascio no? Non sono forse ambedue ex berlusconiani come Denis Verdini, l’ultimo ‘acquisto’ di Renzi? Perché questa disparità di trattamento, se anche alla Regione siciliana gli alfaniani sono ormai alleati-fidati del governo di Rosario Crocetta a trazione PD?

Solo a Palermo il PD ritrova i propri ‘valori’?

Il relativismo politico è una brutta bestia. È la traduzione il salsa italica di un famoso detto inglese: “L’onore dell’Inghilterra sta in ciò che le conviene”. E ciò che conviene al governo Renzi diventa onorevole e onorabile.

Caro Terminelli, lasci perdere, si goda la vita e faccia finta di niente. Questa è l’Italia, sempre la stessa, da Agostino Depretis, il grande trasformista, a mago Zurlì.

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