Canone Rai: e se si rinunciasse all’Enel?

16 febbraio 2016

Mentre Assoelettrica parla di caos per le modalità di riscossione del canone, il portale abbassalebollette.it suggerisce di fare meglio i conti e magari rivolgersi a fornitori di energia meno cari per compensare l’aumento imposto dal Governo Renzi…

La vicenda del canone Rai nella bolletta elettrica si complica ancora di più. Già qui vi abbiamo parlato dei dubbi di avvocati e associazioni dei consumatori sulla legittimità del nuovo balzello e sulla mai chiarita questione degli arretrati. A queste controversie, adesso si aggiungono tutte le problematiche già segnalate l’anno scorso da Assoelettrica (l’Associazione nazionale delle imprese elettriche che riunisce 200 imprese del settore) e rilanciate ieri:

“Siamo al 15 febbraio, ma le imprese del settore ancora non sanno come dovranno esigere il canone Rai che il Governo ha voluto inserire nelle bollette dell’energia elettrica” ha dichiarato Chicco Testa, presidente dell’Associazione delle imprese elettriche, che ha espressamente parlato di “difficoltà nel predisporre i necessari sistemi informatici per emettere le nuove fatture modifica” e ha sottolineato come “ancora non sia stata risolta la questione dei ritardati pagamenti e della morosità”.

Ovvero, se l’utente non paga il canone, a rimetterci saranno le imprese che forniscono energia? Così pare, al momento. Per loro, infatti, non è previsto  alcun  indennizzo o contributo e, in caso di morosità, non potrebbero interrompere il servizio di fornitura di energia elettrica, né avrebbero titolo per perseguire il cliente moroso, vista la natura di imposta del canone Rai. Lo spiega bene il  presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti:  “C’è un problema di  fattibilità giuridica perché c’è un problema di titolo a riscuotere il canone e c’è la tutela del consumatore. Ci stiamo battendo per una maggiore trasparenza in bolletta e il pagamento del canone potrebbe diventare un elemento di confusione. E poi c’è il sistema di fatturazione: non è banale cambiarlo per un’impresa. C’è anche una questione di fiscalità. E infine un problema legato alla morosità, con il rischio che si riversi sul mercato elettrico”. 

Non solo. In caso di contenziosi, chi dovrebbe garantire la restituzione delle somme indebitamente percepite?

Insomma, per le imprese che forniscono energia, la storia del canone Rai in bolletta rischia di trasformarsi in una vera e propria fregatura: “Insieme a Utilitalia,- ha fatto sapere Testa-  abbiamo preparato un documento circostanziato che elenca tutti i problemi aperti, ma il ministero per lo Sviluppo economico ancora non ci ha dato risposta. E il tempo ormai stringe”.

Ma non è tutto. C’è un passaggio nelle denunce di Assoelettrica, ma anche delle altre associazioni di categoria, che non passa inosservato ed è quello che fa riferimento all’eventualità di un cambio di fornitore: “Il mercato elettrico è completamente liberalizzato dal 2007. Oggi l’elettricità è venduta ai clienti finali da centinaia di operatori privati. La gestione del canone Rai da parte di questi soggetti privati risulterebbe estremamente complessa ed onerosa, tenendo conto anche del fatto che i clienti finali oggi possono cambiare fornitore, e anche più volte, nel corso dell’anno. Tale ultimo aspetto – sottolineano le associazioni – aprirebbe poi ad una serie di problematiche gestionali legate alla corretta applicazione del canone Rai proprio nei casi di switching (il cambio di fornitore, ndr) o anche nei semplici casi di voltura, ovvero di movimentazione degli intestatari della fornitura”.

Una ipotesi, quella del cambio di gestore, che sta prendendo sempre più piede. Non perché altri gestori non sarebbero tenuti ad inserire il canone in bolletta (la cosa si complicherebbe con operatori stranieri, certamente), ma perché, come suggerisce abbassalebollette.it – portale specializzato nel risparmio sulle bollette di luce e gas – l’utente, per compensare l’aumento della bolletta dovuto al canone Rai, potrebbe fare i conti meglio e rivolgersi a fornitori meno costosi di quelle tradizionali.

In pratica, secondo le stime di abbassalebollette.it sul costo medio dell’energia e sui consumi di una famiglia media italiana, “il solo cambio del fornitore di energia elettrica, mediante il passaggio al mercato libero dell’energia, è in grado di garantire un risparmio annuo fino a 150 Euro, più che sufficienti a ripagare il canone”.  Il portale, va da sé, offre servizi di comparazione delle migliori offerte.

Morale: al di là di tutti i dubbi di fattibilità giuridica, dello spauracchio di possibili contenziosi, della confusione che regna sovrana su diversi aspetti della questione, al di là del rischio- ormai concreto- che da qui a luglio le imprese non saranno pronte, il nuovo balzello renziano potrebbe tradursi in un vero e proprio colpo basso per i fornitori di energia elettrica tradizionali – Enel in primis – che potrebbero registrare la fuga di utenti verso concorrenti meno costosi per compensare il canone.

Cosa che non sarebbe indolore per lo stesso Governo, visto che il maggiore azionista di Enel è il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

 

 

 

 

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