Regione delle follie e Ragione che non c’è, tra beni immobili venduti & presi in affitto e forestali in carriera

12 febbraio 2016

Cronache dalla colonia extramondo/ Gli immobili della Regione venduti e poi presi in affitto dalla stessa Regione: una tavola ‘cunsata’ di fatto mai ‘sparecchiata’ da magistratura contabile e magistratura penale (hanno pagato solo i contribuenti). Il circo informatico Barnum di Sicilia E-servizi. I ‘capi’ delle società collegate risparmiati dalla ‘scure’ di Baccei. E la progressione di carriera dei forestali, invenzione del sindacato siculo-ellenico

1) Gli immobili della Regione.

2016) La Regione va caccia di immobili  di proprietà  per liberarsi dagli affitti.

2007 La Regione vende  gli immobili di proprietà per prenderli in affitto.

Non è un gioco, purtroppo,  è la realtà di una  politica perversa e affaristica,

Cominciamo dalla fine. Nel 2007 il Governo  regionale di Salvatore Cuffaro, si dice per fare ‘cassa’, vende i gioielli di famiglia, una trentina di immobili circa  ad una società privata nella quale, per come si potrà leggere nella relazione della Corte dei Conti, fa capolino il nome di uno dei furbetti del quartierino legato all’immobiliarista Ricucci. Cuffaro va avanti. L’operazione va a buon fine  e  la Regione, dopo aver ceduto la proprietà degli immobili, se li prende in locazione. La brillante operazione finisce sotto il mirino  della Sezione del Controllo della Corte dei Conti che, nelle sue conclusioni, rileva  come le locazioni siano state concluse in pura perdita per la Regione, in quanto i canoni di affitto sono risultati assai superiori a quelli di mercato.

Curiosamente, la  Corte non trasmette gli atti alla sua Procura per una valutazione dell’eventuale danno all’Erario e nemmeno alla Procura della Repubblica per eventuali rilievi penali. Tutti salvi. Eccetto i contribuenti.

2) Chiude alla Regione l’Ufficio informatico.

L’ultimo dei moicani, il dottore Maurizio Pirillo, ha gettato la spugna e ha lasciato l’Ufficio informatico, la struttura che la Regione  aveva creato per coordinare l’attività informatica. La struttura è rimasta sulla carta. E forse era questa la sua vera funzione: uno specchietto per le allodole, leggasi eventuali inquirenti che avrebbero potuto avere da ridire sulla creazione di una società esterna per svolgere un servizio interno alla Regione,  opponendo che, guarda caso ci abbiamo appena pensato. Scampato il pericolo con l’arrivo del Grande Imbonitore, il Barnum Sicilia E-servizi, in cui, è notizia di questi giorni, tutte le assunzioni di chiunque e comunque sono legittime, è cresciuto forte e rigoglioso.

Domanda: ma se si poteva fare all’interno, perché non lo si è fatto?

3) Tagli agli emolumenti e alle pensioni dei dirigenti regionali.

La tosatura dell’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, sui regionali continua… Sono sicuro però che i mie ex colleghi saranno contenti di sapere che i loro sacrifici sono destinati ad una buona causa:  mantenimento di una serie di piccole, simpatiche realtà tanto care ed utili ai nostri politici: centri studi, associazioni culturali e congregazioni per la difesa del cardo selvatico e del finocchio ingranato, et similia…

La contentezza dei mie ex colleghi diventerà gioia sfrenata quando apprenderanno che, per procedere ad analoghe tosature per i componenti dei consigli di amministrazione e dei dirigenti delle società partecipate la politica interverrà successivamente, con un apposito disegno di legge che sarà presentato “a babbo morto”.

6) La progressione di carriera di forestali

A quanto pare il meccanismo ad orologeria delle progressioni di carriera dei forestali avventizi (come possa verificarsi una progressione di carriera di un avventizio è un mistero tutto nostro), è stato interrotto in Commissione Bilancio  e Finanze all’Ars. Vedremo se il blocco resisterà all’urto dell’Aula.

Di che si tratta? Semplice: la regola è una rigida applicazione del principio:

“Chi si alza perde la piazza, chi si siede è cavaliere”.

Un’invenzione del sindacato siculo-ellenico, che, vivendo in una bolla irreale, trasforma ogni fantasiosa pretesa in diritto.

Fino ad ora ogni operaio forestale iscritto nelle liste di assunzione a tempo determinato (dalle quali potrebbe uscire in qualunque momento ad insindacabile giudizio dell’Amministrazione, come tutti gli altri circa 24.000), che  per  qualunque motivo lascia il bacino, viene sostituito da un suo collega di categoria che occupa il posto inferiore. Il posto di quest’ultimo viene  coperto dal collega di livello inferiore  e  così fino alla fine della scala. Il posto libero alla fine sarà quello più basso e non il più alto. Gli oneri pubblici nel primo caso sarebbero inferiori. Ma questo ai sindacati non importa affatto, a loro importa mantenere questo perverso meccanismo e dobbiamo ringraziare se, come succede o succedeva in Grecia, ad ogni vuoto non subentrano parenti fino al IV grado.

(Che bella idea, vero?)

Foto tratta da scuolazoo.com

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