Le nomine nella sanità ai tempi di Rosario & Lucia: così fan tutte…

12 febbraio 2016

Per rispettare la legalità ci vuole anche ‘trasgressione’. Certe miserabili norme – buone solo per politici altrettanto miserabili e privi di Santi in Paradiso – non possono certo ostacolare la ricerca di originali soluzioni stocastiche. Le nomine ai vertici delle Aziende Sanitarie Provinciali e delle Aziende ospedaliere operate dal presidente della Regione e dall’ex assessore, contrariamente ai dubbi sollevati in queste ore circa possibili quanto fatue illegittimità, sono invece un’alta forma di ‘’verità effettuale”: dove si dimostra che si può andare in Paradiso a dispetto dei Santi…

Se nelle nomine dei Direttori generali delle Aziende sanitarie siciliane (Aziende sanitarie Provinciali e Aziende ospedaliere), targate Rosario Crocetta – Lucia Borsellino, fosse stata rispettata la regola della parità di genere, il titolo sarebbe lo stesso del gustoso film di Tinto Brass: Così fan tutte. Così invece non è, perché nell’età aurea della legalità, in materia di nomine nella sanità, e non solo, il Governo regionale non ha rispettato la sola regola di parità di genere. Per il resto, ha osservato scrupolosamente tutte le norme di legge. E questo lo diciamo alla faccia di tutti i tentativi di rivisitazione sindacale, giudiziaria e politica!

Dicono che, per la nomina a Direttore generale di Azienda sanitaria, la legge prevede una direzione apicale (cosiddetta struttura complessa) per almeno un quinquennio antecedentemente alla stessa nomina: non è vero!

Dicono che, per legge (D.lgs. 502/92), potevano accedere alla direzione di una struttura complessa esclusivamente i dirigenti di II livello: non è vero!

Dicono che si poteva accedere alla nomina di dirigente di II livello esclusivamente per pubblico concorso: non è vero!

Dicono che una struttura complessa non poteva essere affidata ad esterni ai sensi dell’art. 15 septies del D.lgs. 502/92, salvo, forse, nel caso di nomine di celebri scienziati: non è vero!

Dicono che una rinomata Commissione, incaricata di selezionare i curricula degli aspiranti alla nomina di Direttore generale, avesse fissato la regola della prevalenza temporale nella valutazione degli incarichi dichiarati dai candidati: non è vero!

Dicono che per talune nomine (Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Palermo, ASP Agrigento, ASP Trapani) la superiore regola sia stata disattesa: non è vero!

Dicono che, per un’importantissima nomina, la responsabilità di un servizio informatico sia stata considerata direzione di struttura complessa: non è vero!

Dicono che, se violazioni di legge ci sono state, forse i motivi possono cercarsi nelle pressioni politiche: non è vero!

Dicono che qualche segnalazione (all’ombra del Tempio della Concordia) sia stata anche ascoltata: non è vero! 

Dicono che le carriere di molti nominati Direttori generali sarebbero state costruite con tante violazioni di legge, ancora facilmente leggibili, ma non riscontrate nel tempo e quindi, magicamente, trasformate in titoli legittimi: non è vero!

E’ vero soltanto che, come nel film di Tinto Brass, la LEGGE va a farsi benedire…

 

 

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