Agrigento: quasi pronta una denuncia per estorsione per i vertici di Girgenti Acque Spa

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E’ il Comitato per l’Acqua Pubblica di Ravanusa che si accinge a denunciare Girgenti Acque Spa, la società che gestisce il servizio in 27 Comuni dell’Agrigentino. L’avvocato Lillo Massimiliano Musso: “Oggetto delle nostre denunce è la condotta illecita perpetrata in danno di migliaia di cittadini”. Perché ‘caso’ dell’acqua ad Agrigento segna la continuità tra Berlusconi e Renzi e Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta. La farsa dei parlamentari del PD che per quattro giorni alla settimana sono per l’acqua pubblica e per tre giorni sono per la gestione privata…

Nella Città dei Templi e dintorni la ‘guerra per l’acqua’, che va avanti dai tempi del governo regionale di Raffaele Lombardo, si arricchisce di un nuovo capitolo. A dare fuoco alle polveri è il Comitato per l’Acqua Pubblica di Ravanusa che si accinge a denunciare i vertici di Girgenti Acque Spa per estorsione. A guidare l’attacco contro la società che gestisce il servizio idrico in poco meno della metà dei Comuni della provincia di Agrigento è l’avvocato Lillo Massimiliano Musso.

“Stiamo raccogliendo le firme per denunciare Girgenti Acque per estorsione”, afferma lo stesso Massimiliano Musso. Che spiega: “Nel caso concreto, oggetto delle nostre denunce è la condotta illecita perpetrata, in danno di migliaia di cittadini, da Girgenti Acque Spa che, sotto minaccia di cessazioni d’utenza di un bene pubblico essenziale e di esecuzioni forzate su pensioni e beni necessari, persino di distacchi dalla rete fognaria, estorce ai cittadini somme di denaro non dovute, ottenendo con la minaccia firme su piani di rientro (o di rateizzazione) utili, in verità, a precostituire una prova da far valere nell’eventuale successivo giudizio in cui si contestino le bollette”.

L’estorsione, per la cronaca, è il reato commesso da chi, con violenza o minaccia, costringa uno o più soggetti a fare o a non fare qualche atto al fine di trarne un ingiusto profitto con altrui danno. Si attende, adesso, la replica di Girgenti Acque Spa.

La provincia di Agrigento è uno dei casi della Sicilia in cui la privatizzazione del servizio idrico, voluta dal governo Berlusconi 2001-2006, è riuscita solo a metà (anche a Palermo città, e da qualche tempo anche in provincia, c’è un servizio gestito da una società pubblica. l’AMAP).

Nell’Agrigentino, in verità, è in corso una ‘guerra’, se è vero che molti sindaci si sono rifiutati di consegnare le infrastrutture idriche a Girgenti Acque Spa. Il risultato è che in 16 Comuni dell’Agrigentino si va avanti con la gestione diretta da parte degli stessi Comuni. Mentre negli altri 27 Comuni della provincia a gestire il servizio idrico è Girgenti Acque Spa.

Le differenze, per i due tipi di utenti, sono notevoli. Girgenti Acque Spa presenta ‘bollette’ che i cittadini non esitano a definire ‘salate’: “Si va, in media, da 300 a 400 Euro all’anno – ci dice Salvatore Petrotto, ex sindaco di Racalmuto -, con punte di 500 o 600 Euro all’anno. Mentre nei Comuni che gestiscono il servizio idrico in proprio le ‘bollette’ non superano i 100 Euro all’anno”.

La differenza di ‘bollette’ ha creato malumori tra i cittadini dei 27 Comuni che pagano ‘bollette’ tre, quattro e anche cinque volte maggiori.

Ovviamente, il blog è aperto alle repliche di Girgenti Acque Spa e alle precisazioni dei sindaci dei Comuni dell’Agrigentino e, in generale, dei cittadini.

P.S.

Com’è noto, l’Ars aveva approvato una legge per il ritorno alla gestione dell’acqua pubblica che, pur con tutti i limiti, era comunque una risposta positiva al referendum del 2011, che ha sancito la volontà di oltre il 90 per cento della popolazione italiana che vuole il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua. Ma la gestione pubblica dell’acqua non piace all’attuale governo di ‘centrosinistra’ di Matteo Renzi. 

La legge regionale sul ritorno all’acqua pubblica è stata impugnata dal governo Renzi che, in perfetta continuità con i governi Berlusconi, si batte in favore della gestione privata dell’acqua. 

Ad Agrigento, in verità, i renziani sono un po’ in difficoltà, perché, di fatto, vanno contro gli interessi dei cittadini, se è vero che cercano di imporre un servizio privato che ha dimostrato di essere iniquo. 

Agrigento rappresenta anche la perfetta continuità tra il governo regionale di Raffaele Lombardo e l’attuale governo regionale di Rosario Crocetta. Il governo Lombardo ha provato in tutti i modi a smantellare la gestione pubblica dei Comuni dell’Agrigentino: e ha perso. Lo stessa cosa sta provando a fare oggi il governo regionale di Rosario Crocetta.

I problema – per Crocetta e per i suoi assessori renziani – è che c’è una legge regionale che consente ai Comuni di gestire il servizio idrico. Renzi e gli assessori renziani sono forti, potenti e prepotenti: ma non è detto che vincano questa battaglia. 

Da notare anche i ‘capitomboli’ di certi dirigenti del PD di Agrigento, i quali, nella propria provincia, da Venerdì a Lunedì, sono favorevoli all’acqua pubblica e alla gestione del servizio idrico da parte dei Comuni; mentre da Martedì a Giovedì, quando sono a Palermo per partecipare ai lavori parlamentari al Senato, alla Camera dei deputati e all’Assemblea regionale siciliana sono renziani e fautori dell’acqua gestita dai privati… 

 

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  • L'acqua è il bene primario dell'umanità. Da decenni qui in Sicilia le istituzioni hanno avuto la faccia tosta di appoggiare il malaffare legato alla gestione dell'acqua, ossia il bene primario vitale dell'umanità. La Sicilia è una terra ricca d'acqua dolce, quindi ogni cittadino siciliano ha pieno diritto di usufruire di un costante approvvigionamento idrico sulla propria abitazione, senza dover per forza ricorrere all'uso di riserve idriche, tipo cisterne sotto casa o serbatoi posizionati sulle terrazze. E' ora di dire basta a tutto quel malaffare legato all'acqua, che punta al solo riempimento delle tasche di pochi adepti e a discapito di tutti quei cittadini costretti a rifornirsi di riserve idriche. Mandiamoli tutti in galera!

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