I paradossi all’ombra dello Stretto di Messina dove Crocetta si è alleato con Francantonio Genovese…

8 febbraio 2016

Il presidente della Regione, che ha definito il parlamentare nazionale Genovese, il cognato Franco Rinaldi e il folto gruppo di consiglieri comunali che hanno lasciato il PD per aderire a Forza Italia “un partito di detenuti ed ex detenuti” si ritrova – sembra incredibile! – alleato dello stesso Genovese. Inoltre si scopre che quelli che oggi contestano il ‘matrimonio’ tra il porto di Messina e quello di Gioia Tauro un anno e mezzo fa – come riferisce il quotidiano on line tempo stretto – erano tutti d’accordo (tranne Francesco Dell’Uva). Gli affari portuali dividono…

Il quotidiano on line tempo stretto pubblica un interessante approfondimento sul futuro del porto di Messina. Il tema – che il nostro blog ha trattato, come potete leggere qui – è l’accorpamento del porto della Città dello Stretto al porto di Gioia Tauro.

Si scopre così che il 18 Agosto del 2014 ordini professionali, sindacati, parlamentari nazionali e regionali, amministratori, forze sociali, Confindustria Sicilia e via continuando erano tutti d’accordo sull’accorpamento del porto di Messina con Gioia Tauro. tanto che il che il 20 Agosto – cioè due giorni dopo – venne firmato il cosiddetto Patto per l’Authority dello Stretto e di Gioia Tauro. Patto siglato a Palazzo Zanca, sede del Comune di Messina, dai rappresentanti della Sicilia e della Calabria.

Tra i rappresentanti dei politici siciliani hanno firmato il sindaco di Messina, Renato Accorinti, l’ex assessore comunale, Filippo Cucinotta, i deputati nazionali Enzo Garofalo, Bruno Mancuso, Maria Tindara Gullo, Gianpiero D’Alia, Francesco D’Uva; i deputati regionali Giovanni Ardizzone (presidente dell’Ars), Beppe Picciolo, Giuseppe Laccoto, Filippo Panarello, Franco Rinaldi, l’allora assessore regionale Giusy Furnari, i consiglieri comunali Giuseppe Santalco e Pietro Iannello, il presidente di Confindustria, Alfredo Schipani, i segretari Cgil e Cisl, Lillo Oceano e Tonino Genovese. Tra le altre firme, ancora esponenti politici, degli ordini, forze sociali, come Fera, Falzea, Limosani, Lazzari, Colavecchio, Morano, Arcovito, Pettinato, De Francesco, Rotella, Pino, Longo, Faramo, De Domenico.

Ad accordo ‘chiuso’, com’è noto, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ha contestato l’accordo. E ha motivato il proprio disaccordo al progetto di accorpamento tra Messina e Gioia Tauro dicendo che in Calabria c’è la ‘Ndrangheta.

“Dopo Crocetta – leggiamo sempre su tempo stretto – a dire no a Gioia Tauro è stato Vincenzo Franza più propenso ad optare per il matrimonio con Catania-Augusta. Il dibattito quindi si è riaperto ed oggi al fianco di Crocetta si sono schierati Picciolo, Greco, Panarello. Sicilia Futura ha presentato l’ordine del giorno a sostegno della battaglia di Crocetta sull’Authority invitandolo a venire in Aula”.

Secondo tempo stretto, “appare singolare” che a salvare l’ordine del giorno di Sicilia Futura siano stati i seguaci dell’onorevole Francantonio Genovese, l’ex sindaco di Messina e parlamentare nazionale che, com’è noto, ha lasciato il PD per aderire a Forza Italia.

E’ anche noto che Vincenzo Franza – l’imprenditore che opera nel campo dei trasporti marittimi – è schierato contro l’accorpamento del porto di Messina con Gioia Tauro ed è invece fautore della fusione del porto di Messina con mi porti di Catania e Augusta. E siccome Genovese è vicino ai Franza, è anche logico che sia contro l’accorpamento del porto di Messina con Gioia Tauro.

In questi giorni chi potere succedono, così, cose strane: per esempio, il presidente Crocetta ha definito il gruppo politico di Genovese, del deputato regionale Franco Rinaldi (cognato di Genovese) e dei tanti consiglieri comunali “un partito di detenuti ed ex detenuti”. Dopo di che lo stesso Crocetta si ritrova alleato del partito di “detenuti e di ex detenuti”.

Non va meglio al parlamentare regionale del PD, Filippo Panarello, che dopo aver combattuto Genovese quando quest’ultimo era un autorevole (e molto votato) dirigente del Partito Democratico di Messina, si ritrova, oggi, a pensarla come lo stesso Genovese.

Che dire? Che a Messina gli interessi portuali uniscono, facendo venire meno le polemiche su “detenuti ed ex detenuti” e le polemiche sulle tessere (almeno sul vecchio tesseramento di Genovese, perché oggi, nel PD siciliano, c’è il problema delle tessere ai cuffariani…).

 

 

 

 

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