Se la toccata di culo non è reato…

4 febbraio 2016

Fa riflettere l’assoluzione disposta dal Tribunale di Palermo di un uomo- ex dirigente di un importante ufficio pubblico- denunciato da due colleghe che erano state palpeggiate. Ma a quanto pare, il palpeggio a certe condizioni (non ci chiedete quali) non costituisce reato. Insomma, abbiamo scoperto che esiste la toccata di culo sportiva…

Si racconta che Giovanni Verga e Luigi Capuana- erano già entrambi famosi scrittori- arrivarono alla seguente conclusione sul maschio siciliano: “La verità è che siamo degli ingravida balconi”. Erano i tempi in cui il mito della donna, in questo caso siciliana, restava quasi appeso all’idea petrarchesca di Madonna Laura. Magari un po’ più formosa e formata: ma sempre da immaginare, lontano mille miglia l’idea di sfiorarla se non con il soave pensiero.

Sull’idea della donna si incentrano tanti romanzi di Vitaliano Brancati, anche lui grande scrittore siciliano: a cominciare dal celebre Bell’Antonio, interpretato in modo magistrale nella traduzione cinematografica da Marcello Mastroianni.

La donna come oggetto di desiderio recondito, come sogno immaginifico, come idea di una vita appesa al non so che. Ma mai in Sicilia a qualcuno è venuto in mente di maltrattare la figura femminile.

Abbiamo dovuto aspettare il nostro tempo- sempre più triste e sempre più tristo- per vedere all’opera la degenerazione di quella che un tempo si chiamava educazione.

E’ il caso di un uomo, che ricopriva un ruolo dirigenziale all’Agenzia dell’Entrate di Palermo, che a quanto pare, come raccontano i quotidiani, ogni tanto, si dilettava a palpeggiare le colleghe d’ufficio. Ma senza concupiscenza, a quanto pare, senza malizia, senza l’insano desiderio dell’umana materialità. Così almeno ha stabilito un giudice (sempre di Palermo) chiamato a pronunciarsi sulla denunce delle colleghe di questo signore con le mani lunghe.

Ma sì, il nostro dirigente le mani le allungava, palpeggiava, ma non c’era – così secondo il pronunciamento del giudice- il piacere del tatto. Era un semplice palpeggio giocondo, giocoso. Forse anche virtuoso: ma la malizia no, quella non c’era di sicuro. Era, alla fine, una toccata di culo sportiva, un verso di Giuseppe Ungaretti ma declinato nella realtà effettuale.

Certo, non è facile rintracciare nell’animo umano, da giudice, stati così reconditi: percepirne le essenze, le presenze e, soprattutto, le assenze; in questo caso, l’assenza di desiderio carnale.

Dobbiamo essere grati a questa giustizia che ci apre questi grandi orizzonti della conoscenza.

Dostoevskij non avrebbe potuto fare di più o di meglio….

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