Fiori d’acciaio: “Cleo Li Calzi non può restare ai vertici della GESAP”

29 gennaio 2016

Il motivo è semplice e lo sottolinea Marcella Cannariato, protagonista di Fiori d’acciaio, associazione che si batte per i diritti delle donne: la nomina di Celo Li Calzi al vertice della società che gestisce i servizi a terra presso l’aeroporto di Punta Raisi viola il decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39. Riuscirà la giunta regionale di centrosinistra di Rosario Crocetta a rispettare la legge?

“Tutela delle Donne, ma nel rispetto della legge: il consiglio di amministrazione della GESAP va rivisto”. Parola di Marcella Cannariato, imprenditrice e tra le protagoniste di Fiori di Acciaio, l’Associazione che lotta per la difesa dei diritti delle Donne e di chi è meno rappresentato nell’odierna società.

“Con questo spirito, alcuni mesi fa – dice Marcella Cannariato – abbiamo avviato quella che amiamo chiamare ‘La nostra campagna di sensibilizzazione a favore delle Donne’, denunciando alla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’inadempienza di alcune società siciliane a controllo pubblico, che nella composizione dei propri organi sociali non rispettavano (e – ahimè – non rispettano tuttora) la legge n. 120/2011 sulle cosiddette quote rosa. Come abbiamo sempre detto, non è una questione femminista o di colore di quota: è per il bene primario della Cultura che si avviano tali battaglie, perché senza Cultura la nostra città, la nostra Regione ed il nostro Paese non può conoscere il progresso”.

“Con una manifesta emozione comunichiamo che la Presidenza del Consiglio dei Ministri – prosegue – a seguito di puntuali verifiche, ha diffidato le società da noi segnalate, intimandole ad adempiere alla legge sulle quote rosa, pena la decadenza degli organi sociali. Alcune società si sono adeguate, ma ancora ci sarà molto da fare e noi di Fiori di Acciaio continueremo con lo spirito di sempre a monitorare la situazione di tali società a controllo pubblico. Tra le segnalate, come ricorderete, vi è la società di gestione dell’aeroporto Falcone-Borsellino di Punta Raisi (GESAP), al centro di un annoso dibattito in merito alle nomine dei vertici e dei suoi componenti e, da ultimo, interessata proprio dalla diffida della Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

“E’ in questo quadro non proprio roseo che pochi giorni fa viene diffuso il comunicato stampa ufficiale della società GESAP nel quale si legge che, a seguito delle dimissioni del consigliere Giorgio Di Marco in favore delle “quote rose” imposte per legge, il nome prescelto sia quello dell’ex Assessore regionale al Turismo, dottoressa Cleo Li Calzi. Tante congratulazioni alla Società dell’Aeroporto di Palermo per aver scelto la dottoressa Li Calzi, professionista competente, valida e capace, perché finalmente la GESAP ha dimostrato che è concreto quanto da tempo sostenuto da Fiori di Acciaio: in Italia, in Sicilia esistono donne meritevoli di ricoprire ruoli gestionali di rilievo come quello di componente del Consiglio di Amministrazione dell’aeroporto palermitano, collegamento privilegiato tra la Sicilia ed il continente”.

Ma a questo punto arriva la sorpresa: “Peccato – dice sempre Marcella Cannariato – che anche questa volta la società GESAP abbia adottato una decisione gravemente in contrasto con l’ordinamento nazionale. Più precisamente, GESAP sta tentando di eludere un altro atto di legge: il decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39, che riporta le disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati a controllo pubblico. L’art. 7 del decreto attuativo della legge anti-corruzione dispone, infatti, la inconferibilità di incarichi di amministratore di enti a controllo pubblico a soggetti che nei “due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio della Regione che conferisce l’incarico”, ricordando che la dottoressa Cleo Li Calzi ha fatto parte, come assessore, della giunta guidata da Rosario Crocetta fino a pochi mesi fa”.

“Come Presidente di Fiori di Acciaio, per la piena tutela dei diritti, per il rispetto e per la condivisione delle regole – conclude Marcella Cannariato – vorrei che fosse fatta chiarezza sulla nomina della dottoressa Li Calzi, ribadendo il fatto che non ci sia assolutamente nulla di personale e che, anzi, sarebbe bello vedere nominata una Donna altrettanto competente e capace, ma pur sempre nel rispetto della legge”.

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