Riscossione Sicilia, i dipendenti vogliono Equitalia. A scapito dei Siciliani

15 gennaio 2016

Sembra incredibile: i Siciliani dovrebbero rinunciare ai loro soldi e ai loro diritti perché i dipendenti preferiscono la società statale. Ma perché non si dimettono e chiedono l’assunzione  a Roma? 

Tra querele in Procura e zuffe politiche, rischia di passare in secondo piano la vera natura dello scontro che si sta consumando intorno a Riscossione Sicilia, la società incaricata di riscuotere i tributi nell’isola. Il disegno, per chi lo vuol vedere, è chiaro: togliere alla Regione l’ultimo polmone di finanza autonoma, l’ultimo residuo del secondo comma dell’art. 37 dello Statuto in qualche modo applicato.

E passare tutto nelle mani dello Stato centrale. Ovvero, ad Equitalia, ovvero alla Agenzia delle Entrate. La stessa che, come ha sostenuto coraggiosamente la Corte dei Conti (potete leggere qui le parole dei giudici contabili), trattiene, in maniera unilaterale- ergo illegittima-  tributi che spetterebbero alla Siciliaprivando conseguentemente la Regione della liquidità necessaria per fare fronte alla chiusura del programma comunitario e ai pagamenti della PP.AA”.

Insomma, dare Riscossione Sicilia ad Equitalia sarebbe come dare in custodia una pecora al lupo. Se i Siciliani già sono ampiamente derubati di risorse che spetterebbero a loro con le conseguenze accennate dalla Corte dei Conti (bilancio a secco, niente soldi per i Comuni ecc..), con il passaggio ad Equitalia lo sarebbero ancora di più. Ancora meno soldi per loro, ancora di più per lo Stato.

Ora, che a questo disegno lavori l’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, è comprensibile. Sappiamo che è stato inviato in Sicilia per fare gli interessi di Roma. Mentre è degna di nota l’opposizione del Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta. Lo fa solo per salvare l’amico Antonio Fiumefreddo che è alla guida di Riscossione Sicilia? Forse.  Ma, anche inconsapevolmente, così facendo si sta, di fatto, opponendo all’ennesimo scippo in danno dei Siciliani.

Giunge poi la notizia che i dipendenti di Riscossione Sicilia, attraverso i loro rappresentanti in audizione all’Ars, abbiano chiesto di passare con Equitalia. Per inciso, giusto è che i dipendenti vengano pagati e trattati equamente, così come giusto sarebbe riformare la società (magari regionalizzando del tutto la riscossione) per ottimizzare il suo funzionamento.

Ma, risulta quantomeno egoistico chiedere che TUTTI I SICILIANI PAGHINO – RINUNCIANDO AI PROPRI SOLDI- PER ASSICURARE L’ AGIO AD UN PUGNO DI DIPENDENTI molto concentrati su se stessi e poco sull’interesse generale.

Una soluzione potrebbe essere quella delle dimissioni collettive con conseguente richiesta di assunzione ad Equitalia, magari a Roma, LASCIANDO AI SICILIANI RISCOSSIONE SICILIA, I LORO SOLDI E I LORO DIRITTI.

Buon viaggio.

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