AMAT e i soldi gettati al vento: paga le ditte che effettuano il servizio di rimozione delle auto!

14 gennaio 2016

A denunciare un’assurdità senza precedenti è la vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta. Un servizio che dovrebbe consentire all’AMAT di guadagnare viene invece assegnato a ditte esterne che vengono addirittura pagate guadagnando due volte: con i soldi che incassano dai cittadini ai quali hanno rimosso l’auto e, come accennato, dall’AMAT. A questo seguono altre follie… 

All’AMAT di Palermo – l’Azienda controllata dal Comune che si occupa del trasporto dei cittadini (o quasi) – è noto, ne succedono di tutti i colori. Ma le cose che racconta in un comunicato stampa la vice presidente vicaria del Consiglio comunale, Nadia Spallitta, sono veramente incredibili. Sapete cosa succede per la rimozione delle automobili? “L’AMAT – scrive Nadia Spallitta – potrebbe avere delle entrate dall’appalto per la rimozione dei mezzi, dal momento che talune ditte sono pronte a pagare per avere questo appalto (in quanto poi la rimozione viene pagata dal cittadino). Invece, inverosimilmente, l’AMAT paga ditte esterne per il servizio con conseguenti mancate entrate!”.

Insomma, siamo alla follia. L’AMAT, che non ha i soldi per far funzionare le tre nuove linee di Tram e che dovrebbe essere finanziato mettendo le mani in taca ai cittadini palermitani con ZTL ‘pirandelliane’, si prende il lusso di rinunciare a un introito sicuro e, addirittura!, paga ditte esterne per gestire questo servizio: ditte esterne che, così, guadagnano due volte incassando i soldi dei cittadini ai quali sono state rimosse le automobili in divieto di sosta e, contemporaneamente, incassando i soldi dall’AMAT che paga queste ditte esterne che svolgono questo servizio!

Ribadiamo: quando abbiamo letto il comunicato di Nadta Spallitta non ci potevamo credere. Lo rileggiamo insieme per verificare se abbiamo capito male: “Ugualmente singolare è la circostanza per cui l’Amat potrebbe avere delle entrate dall’appalto per la rimozione dei mezzi, dal momento che talune ditte sono pronte a pagare per avere questo appalto (in quanto poi la rimozione viene pagata dal cittadino). Invece, inverosimilmente, l’Amat paga ditte esterne per il servizio con conseguenti mancate entrate”.

Fine delle follie dell’AMAT? Ma quando mai! Leggiamo sempre nel comunicato della vice presidente del Consiglio comunale: “Dall’analisi del documenti contabili della società partecipata, e a seguito dell’audizione in commissione consiliare dei sindacati Cobas e Ugl, emerge un quadro allarmante sulla gestione amministrativa ed economica dell’azienda, caratterizzata soprattutto da un’inutile esternalizzazione di servizi e incarichi che determina un aggravio di costi. In primo luogo ammonta a circa 10 milioni il costo dei servizi esternalizzati. E’ in corso, ad esempio, un bando per le manutenzione di soli 28 autobus su 400 ufficiali (di cui solo la metà funzionanti), quando l’acquisto degli stessi mezzi nuovi costerebbe di meno”.

Così apprendiamo la seconda follia: l’AMAT paga per la manutenzione degli autobus una cifra che è maggiore del costo degli autobus nuovi. Qui, ormai siamo oltre Pirandello: oltre le ZTL che dovrebbero essere istituite non per limitare l’inquinamento, ma per incrementarlo!

Proseguiamo nella lettura del comunicato stampa: “Analizzando il piano industriale si scopre che ben 150 mezzi circa hanno tra i 18 e i 24 anni (Euro 1 e 2), 12 autobus hanno più di 24 anni (Euro 0). Sostanzialmente la metà del parco mezzi andrebbe probabilmente rottamata e sarebbe più economico acquistarne di nuovi piuttosto che appaltare all’esterno per manutenzione (che tra l’altro potrebbero essere fatta a costo zero dai nostri operai). Sarebbe anche interessante verificare, ai fini della stima del patrimonio aziendale e quindi dell’equilibrio di bilancio, come vengano valutati questi mezzi così obsoleti che, tra l’altro, sono altamente inquinanti e che, una volta entrate in vigore le ZTL, non potrebbero più transitare, rischiando di ridurre ulteriormente le corse cittadine. Diversamente sarebbe quantomeno contraddittorio consentirne il transito.

Insomma, le ZTL i cui introiti dovrebbero servire per finanziare l’AMAT chiamato a gestire le tre linea di Tram impedirebbero ai mezzi della stessa AMAT di far circolare alcuni autobus, perché altamente inquinanti.

Altro giro, altra corsa: “Singolare – scrive sempre Nadia Spallitta – anche la circostanza che per vendere biglietti e abbonamenti ci avvaliamo dell’attività promozionale di un soggetto esterno, con costi che vanno dai 500 mila ai 700 mila euro annui”.

Insomma ‘st’AMAT non è in grado di rimuovere le auto in divieto di sosta (ma non ha a disposizione una barca di precari stabilizzati? Sono forse diventati tutti funzionari e dirigenti?); non è in grado di effettuare la manutenzione degli autobus (ma è normale che un’azienda che lavora con gli autobus non abbia meccanici?); non sa vendere i biglietti e gli abbonamenti.

Ma allora che cos’è l’AMAT? Cosa fanno i suoi dipendenti, autisti a parte?

“L’AMAT – scrive sempre Nadia Spallitta – più che un’Azienda pubblica, è una fucina di appalti e incarichi esterni (96 in un solo anno per importi non ancora stimati) che ne determinano nei fatti una gestione privata dell’Azienda nei suoi diversi settori di intervento, con costi che vengono fatti ricadere (anche sotto forma di tariffe ZTL) sui cittadini. Altresì emerge e appare inaccettabile che venga consentito alle linee extraurbane l’ingresso all’interno della città, con la perdita di circa 3.300 utenti e con conseguente danno all’Erario, quando invece sarebbe opportuno, anche per ridurre l’inquinamento e rendere più funzionali le corsie preferenziali, che il percorso delle linee extraurbane non attraversi la città”.

Così apprendiamo che mezzi di altre aziende svolgono, in aree cittadine, un servizio che dovrebbe essere svolto dall’AMAT!

“Dall’abnorme e a mio avviso illegittimo taglio delle corse avvenuto il 29 dicembre, con la delibera 255 della Giunta su una materia di stretta competenza del Consiglio comunale – dice sempre lNadia Spallitta – e che sarebbe dovuta essere oggetto di una programmazione dello stesso Consiglio, deriva un ulteriore danno alla collettività, non solo in riferimento alla sospensione, in alcuni tratti della città, del servizio connesso con queste corse, ma altresì un utilizzo ‘improprio’ del personale, costretto a turnazioni che sembrerebbero sforare le 6,5 ore giornaliere (questa la denuncia dei sindacati Cobas e Ugl): una prosecuzione a oltranza delle attività lavorative tale da non garantire né la salute degli autisti, né la stessa sicurezza dei cittadini”.

“Ho proposto in commissione – conclude la vice presidente del Consiglio comunale – di trasmettere budget, piano industriale e bilancio dell’AMAT alla Procura della Corte dei Conti affinché si accerti se, nei reiterati incarichi esterni e nell’esternalizzazione dei servizi che potrebbero essere resi all’interno, possa rinvenirsi un danno all’Erario”.

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