La Sicilia anche agli ultimi posti anche in materia di assistenza ai bambini

3 gennaio 2016

Nemmeno i minori si salvano dai disastri provocati da chi, oggi, amministra la Regione siciliana. Siamo il fanalino di coda per il tempo pieno a scuola, nella refezione scolastica, negli asili nido e via cotinuando. Per non parlare della povertà. Cosa prevede la Carta dei diritti dell’infanzia

Questo blog ha portato all’attenzione dei suoi lettori in più occasioni lo stretto rapporto che esiste tra criminalità organizzata e negazione dei diritti, specie quelli dell’infanzia. Basti pensare che sotto il piombo mafioso sono caduti negli anni  ben 85 minorenni. Abbiamo in più occasioni riportato i risultati di numerose analisi effettuate da enti ed istituzioni specializzate (richiamo per tutte quella del CENSIS) che rappresentano  senza  possibilità di dubbio la correlazione tra sottosviluppo, disoccupazione e  carenze sociali e presenza sul territorio della criminalità organizzata. Per questo vi rimando agli articoli sul tema pubblicati sul blog (uno su tutti: Occupazione e antimafia, che potete leggere qui)

Oggi vorrei  fare un passo avanti verso un’ulteriore sensibilizzazione delle nostre coscienze riportando in sintesi le risultanze di un’indagine di Save the Children e dell’Università di Goteborg sui diritti negati ai bambini. Di seguito esporrò la sintesi delle risultanze che riguardano la nostra Sicilia, Regione che, rispetto ai processi di avanzamento sociale e civile, da troppo tempo ormai occupa gli ultimi posti della graduatoria europea.

Per capire poi la distanza morale che c’è tra i nostri governanti  isolani, a qualsiasi livello, e i loro doveri, porto alla vostra attenzione una particolare  edizione della “Dichiarazione dei diritti dell’infanzia”, nel testo riscritto  da un gruppo di bambini di Palermo. C’è di che vergognarsi di questi nostri politici che sperperano risorse anche per favorire la caccia  ai passeri.

Torniamo ai rapporti, non senza aver fornito ai lettori un’utile indicazione: Gli interventi della Regione siciliana per la istruzione nelle previsioni di spesa del bilancio equivalgono a Zero (0)!

Andiamo avanti, il catalogo è questo:

In Italia il livello minimo di competenza in matematica è pari al 25%; in Sicilia il dato si innalza al 37% (ciò significa che è maggiore il numero di giovani con livelli minimi di competenza in matematica).

Il tempo pieno a scuola: in Italia la  media è del 32% dei minori; in Sicilia  il dato scende all’8% e al 5% a Palermo (città notoriamente europea che ha speso oltre 300 milioni di Euro per 15 kilometri di Tram!).

Refezione scolastica: in Sicilia  ne fruisce il 49% dei minori.

Le risorse. Se in Italia poco memo di due milioni di minori vivono in condizioni di povertà relativa (media 19%), in Sicilia il dato schizza al 39%.

La spesa dei bilanci di Regione ed enti locali è sempre residuale, bonus, misure una tantum, mai programmi strutturali e duraturi.

Servizi sociali destinati ai minori: in Italia spese per 113 euro pro capite, in Sicilia 70 euro pro capite.

Asili nido pubblici: in Italia i bambini presi in carico dagli asili pubblici sono il 13%, in Sicilia il 5%.

Le privazioni. In Sicilia un bambino su 10 non può permettersi una settimana di vacanza; 1 su 15 non ha svaghi extrascolastici; uno su 10 non frequenta alcuna attività sportiva; uno su 5 non legge un libro. L’avverbio che più di frequente si associa  ai  bambini nella nostra bella isola è SENZA.

Nella certezza che questi dati non smuoveranno neanche un euro dalla famigerata Tabella H del Bilancio della Regione, quella che tra gli altri foraggia gli amici degli amici, verso i nostri figli e nipoti, vi invito a dedicare qualche minuto alla lettura della ‘’Carta dei diritti del’infanzia’. Constaterete quanto lontana  è la nostra politica da quella sensibilità che l’ha dettata.

 

Carta dei diritti dell’infanzia

La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e l’Adolescenza è stata approvata dall’Assemblea delle Nazioni Unite (ONU) a New York il 20 Novembre del 1989.

L’Italia ha ratificato e reso esecutiva la Convenzione il 27 Maggio 1991 attraverso l’approvazione della Legge n.176.

E’ importante che tutti i genitori e gli adulti responsabili conoscano in dettaglio questo documento al fine di essere, ognuno nel proprio ambiente e attraverso le proprie opportunità, difensori consapevoli e convinti dei diritti di ogni bambino che nasce.

Questo documento vede nei bambini e negli adolescenti non solo degli oggetti di tutela, ma soprattutto dei soggetti di diritto, proponendo una nuova consapevolezza sul valore che l’infanzia rappresenta per l’intero pianeta.

Il testo che segue è la versione integrale del documento riscritta da un gruppo di bambini di Palermo.

·         Bambino o bambina è ogni essere umano fino a 18 anni.

·         Gli Stati devono rispettare, nel loro territorio, i diritti di tutti i bambini: handicappati, ricchi e poveri, maschi e femmine, di diverse razze, di religione diversa, ecc.

·         Tutti coloro che comandano devono proteggere il bambino e assicurargli le cure necessarie per il suo benessere.

·         Ogni Stato deve attuare questa convenzione con il massimo impegno per mezzo di leggi, finanziamenti e altri interventi. In caso di necessità gli Stati più poveri dovranno essere aiutati da quelli più ricchi.

·         Gli Stati devono rispettare chi si occupa del bambino.

·         Il bambino ha diritto alla vita. Gli Stati devono aiutarlo a crescere.

·         Quando nasce un bambino ha diritto ad avere un nome, ed essere registrato ed avere l’affetto dei genitori.

·         Il bambino ha diritto al proprio nome, alla propria nazionalità e a rimanere sempre in relazione con la sua famiglia.

·         Il bambino non può essere separato, contro la sua volontà, dai genitori. La legge può decidere diversamente quando il bambino viene maltrattato. Il bambino separato dai genitori deve mantenere i contatti con essi. Quando la separazione avviene per azione di uno Stato (carcerazione dei genitori, deportazione, ecc.) il bambino deve essere informato del luogo dove si trovano i suoi genitori.

·         Il bambino ha diritto ad andare in qualsiasi Stato per unirsi ai genitori. Se i genitori abitano in Stati diversi, il bambino ha diritto di mantenersi in contatto con loro.

·         Il bambino non può essere portato in un altro Stato illecitamente. Tutti gli Stati si devono mettere d’accordo per garantire questo diritto.

·         Il bambino deve poter esprimere la propria opinione su tutte le cose che lo riguardano. Quando si prendono decisioni che lo interessano, prima deve essere ascoltato.

·         Il bambino ha diritto di esprimersi liberamente con la parola, con lo scritto, il disegno, la stampa, ecc.

·         Gli Stati devono rispettare il diritto del bambino alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione.

·         Il bambino ha diritto alla libertà di associazione e di riunione pacifica.

·         Il bambino deve essere rispettato nella sua vita privata. Nessuno può entrare a casa sua, leggere la sua corrispondenza o parlare male di lui.

·         Il bambino ha diritto a conoscere tutte le informazioni utili al suo benessere. Gli Stati devono: far fare libri, film ed altro materiale utile per il bambino; scambiare con altri Stati tutti i materiali interessanti adatti per i bambini; proteggere i bambini dai libri o da altro materiale dannoso per loro.

·         I genitori (o i tutori legali) devono curare l’educazione e lo sviluppo del bambino. Lo Stato li deve aiutare rendendo più facile il loro compito.

·         Gli Stati devono proteggere il bambino da ogni forma di violenza.

·         Lo Stato deve assistere il bambino che non può stare con la sua famiglia affidandolo a qualcuno. Chi si occupa del bambino deve rispettare le sue abitudini.

·         Gli Stati devono permettere l’adozione nell’interesse del bambino. L’adozione deve essere autorizzata dalle autorità con il consenso dei parenti del bambino. Se l’adozione non può avvenire nello Stato del bambino, si può fare in un altro Stato. L’adozione non deve mai essere fatta per soldi.

·         Gli Stati devono cercare di unire alla sua famiglia il bambino separato e, se non ha famiglia, lo Stato lo deve proteggere come qualsiasi altro bambino.

·         Il bambino svantaggiato fisicamente e mentalmente deve vivere una vita completa e soddisfacente. Gli Stati devono scambiarsi tutte le informazioni utili per migliorare la vita dei bambini disabili e devono garantire l’assistenza gratuita se i genitori o i tutori sono poveri. Inoltre bisogna fornire al bambino occasioni di divertimento.

·         Il bambino deve poter vivere in salute anche con l’aiuto della medicina.

·         Gli Stati devono garantire questo diritto con diverse iniziative: fare in modo che muoiano meno bambini nel primo anno di vita; garantire a tutti i bambini l’assistenza medica; combattere le malattie e la malnutrizione fornendo cibi nutritivi ed acqua potabile; assistere le madri prima e dopo il parto; informare tutti i cittadini sull’importanza dell’allattamento al seno e sull’igiene; aiutare i genitori a prevenire le malattie e a limitare le nascite. Il bambino che è stato curato deve essere controllato periodicamente.

·         Ogni bambino deve essere assistito in caso di necessità, di malattia o necessità economica, tenendo conto delle possibilità dei genitori o dei tutori.

·         Ogni bambino ha diritto a vivere bene. Gli Stati devono aiutare la famiglia a nutrirlo, a vestirlo, ad avere una casa, anche quando il padre si trova in un altro Stato.

·         Il bambino ha diritto all’istruzione. Per garantire questo diritto gli Stati devono: fare le scuole elementari obbligatorie per tutti; fare in modo che tutti possano frequentare le scuole medie; aiutare chi ha la capacità a frequentare le scuole superiori; informare i bambini sulle varie scuole che esistono.

·         Gli Stati devono controllare, anche, che nella scuola siano rispettati i diritti dei bambini.

·         L’educazione del bambino deve: sviluppare tutte le sue capacità; rispettare i diritti umani e le libertà; rispettare i genitori, la lingua e la cultura del Paese in cui egli vive; preparare il bambino ad andare d’accordo con tutti; rispettare l’ambiente naturale.

·         Il bambino che ha una lingua o una religione diversa, ha il diritto di unirsi con altri del suo gruppo per partecipare ai riti e a parlare la propria lingua.

·         Il bambino ha il diritto di giocare, di riposarsi e di svagarsi. Gli Stati devono garantire a tutti questo diritto.

·         Il bambino non deve essere costretto a fare dei lavori pesanti o rischiosi per la sua salute. Gli Stati devono approvare delle leggi che stabiliscono a quale età si può lavorare, con quali orari ed in quali condizioni. Devono punire chi non le rispetta.

·         Gli Stati devono proteggere il bambino contro le droghe ed evitare che sia impiegato nel commercio della droga.

·         Gli Stati devono proteggere il bambino dallo sfruttamento sessuale.

·         Gli Stati devono mettersi d’accordo per evitare il rapimento, la vendetta o il traffico di bambini.

·         Gli Stati devono proteggere il bambino da ogni forma di sfruttamento.

·         Nessun bambino deve essere sottoposto a tortura o punizioni crudeli. Se un bambino deve andare in prigione, deve essere per un motivo molto grave e per un breve periodo. In carcere deve essere rispettato, deve mantenere i contatti con la famiglia e deve essere tenuto separato da carcerati adulti.

·         In caso di guerra i bambini non devono essere chiamati a partecipare se non hanno almeno 15 anni.

·         Se il bambino è vittima della guerra, tortura o sfruttamento deve essere aiutato a recuperare la sua salute.

·         Il bambino che non osserva la legge deve essere trattato in modo da rispettare la sua dignità. Gli Stati devono garantire: che nessun bambino sia punito per cose non punite dalla legge dello Stato; che il bambino accusato sia assistito da un avvocato e sia ritenuto innocente finché non è condannato; che la sua causa sia definita velocemente; che, se giudicato colpevole, abbia il diritto alla revisione della sentenza; che se parla un’altra lingua abbia l’assistenza di un interprete.

·         Gli articoli di questa Convenzione non devono essere sostituiti alla legge dello Stato se questa è più favorevole al bambino.

·         Gli Stati devono far riconoscere i diritti dei bambini sia ai bambini stessi sia agli adulti.

·         Gli Stati devono scegliere dei rappresentanti che si riuniscano periodicamente e controllino se i diritti dei bambini vengono rispettati.

 

 

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