La politica siciliana ormai si avvita su se stessa. Due esperienze nate per rinnovare – Leoluca Orlando a Palermo e i grillini – affondano negli errori e nelle contraddizioni. Nel capoluogo dell’Isola il sindaco e Rifondazione comunista, oltre a ridicolizzare il concetto stesso di ZTL, vorrebbero persino tassare gli invalidi. I grillini vincono le elezioni a Gela, eleggono il sindaco per poi accorgersi che aver sbagliato il candidato! Per non parlare della ‘presunta’ sinistra e degli stessi grillini che tacciono, insieme, sul Muos di Niscemi e sui disastri ambientali della Valle del Mela, nel Messinese
La politica siciliana di questi giorni ci regala due vicende che possono diventare oggetto di riflessione e, perché no?, anche di confronto.
La prima vicenda, per vari aspetti pirandelliana, è quella dell’approvazione, da parte del Consiglio comunale di Palermo, di una bizzarra delibera che introduce una strana ZTL che servirà non a ridurre l’inquinamento della città, ma a incrementare lo stesso inquinamento chiedendo in cambio ai cittadini i soldi per pagare il Tram.
La seconda vicenda è andate in scena a Gela, dove il sindaco grillino, Domenico Messinese, è stato sbattuto fuori dal Movimento 5 Stelle per aver tradito i propri elettori (il sindaco Messinese si è messo d’accordo con l’ENI, che a Gela, dagli anni ’50 del secolo passato, fa il bello e il cattivo tempo, in barba al programma di governo della sua città che si era impegnato ad attuare e, quindi, contro i grillini che sono contrari alle nuove perforazioni petrolifere e ad altre cose chieste dall’Ente Nazionale Idrocarburi alle quali il primo cittadino ha detto sì).
La prima vicenda, come già ricordato, è pirandelliana nel suo dipanarsi lungo i sentieri dell’assurdo: ricorrere alle ZTL (Zone a Traffico Limitato), che per definizione esistono per ridurre l’inquinamento, per consentire invece ai cittadini di inquinare a pagamento, il tutto per dare al Comune di Palermo la possibilità di fare ‘cassa’ e pagare i costi del Tram, è irragionevole (sarebbe tragicomico se non ci fosse di mezzo la salute dei cittadini). I primi a rendersene conto, con molta probabilità, di questa ‘bacarata’ sono i 24 consiglieri comunali che hanno votato “sì” alla delibera e i consiglieri comunali di Forza Italia che, sottobanco, l’hanno appoggiata (con l’eccezione del consigliere Angelo Figuccia, unico esponente azzurro che fa opposizione alla giunta comunale di Leoluca Orlando).
Ebbene, nonostante l’assurdità di una simile delibera 24 consiglieri comunali l’hanno approvata. Provando ad appioppare agli automobilisti di Palermo (ma anche a tanti altri cittadini, come potete leggere qui) un obolo di 100 Euro all’anno più altri ‘ammennicoli’. Non distinguendo tra quei cittadini benestanti (per i quali è sempre fastidioso subire un’ingiustizia, ma che non crea loro grandi problemi economici) e coloro i quali sono in sofferenza economica.
E visto che parliamo di ingiustizie non sembra nemmeno commentabile l’idea dell’Amministrazione comunale (e dei consiglieri comunali che, direttamente o indirettamente, hanno sponsorizzato la delibera) di far pagare ai disabili la ZTL, dimenticando che nel nostro Paese i disabili che percorrono le Zone a Traffico Limitato non possono essere multati.
Dunque, contraddizioni in tutte le salse: una tassa per non inquinare utilizzata, di fatto, per inquinare; la stessa tassa appioppata con criteri liberisti: ovvero per penalizzare i più poveri; l’idea, ancora più balzana della ZTL pirandelliana, di far pagare anche i disabili. Il tutto da un’Amministrazione comunale e da 24 consiglieri comunali che si dicono “progressisti e di sinistra”. Per non parlare dell’assessore comunale alla Mobilità, Giusto Catania, di Rifondazione comunista…
Le contraddizioni non mancano nemmeno tra i grillini. Gela è una delle più grandi città siciliane. Ed è la città dove il presidente della Regione, Rosario Crocetta, si è esibito come demagogo, da sindaco, prima di andare a ‘terremotare’ la Regione siciliana. Il Movimento 5 Stelle ha vinto le elezioni. Ma ha dimostrato di non sapere scegliere il candidato che poi è stato eletto sindaco. Indubbiamente, aver messo alla porta il sindaco Messinese, dopo che quest’ultimo ha tradito, a dire degli stessi grillini, il proprio mandato elettorale, è un fatto positivo. Ma non basta a far dimenticare l’errore commesso nell’averlo scelto come candidato sindaco.
I grillini, per il futuro di Gela, hanno ipotizzato una città diversa da un luogo dove l’ENI, come già accennato, in oltre sessant’anni ha provocato guasti ambientali, sociali ed economici indescrivibili. Ma appunto perché la posta in palio era così alta il Movimento 5 Stelle non avrebbe dovuto sbagliare il candidato a sindaco. L’espulsione del primo cittadino di Gela dal Movimento 5 Stelle è una sconfitta per i grillini.
Queste due vicende ci dicono che, in Sicilia, la politica non è cambiata, ma anzi è peggiorata nei vecchi partiti (il riferimento è al papocchio del Tram a Palermo) e stenta ad affermarsi anche tra i nuovi soggetti politici. Di fatto, i cittadini siciliani non hanno a disposizione grandi riferimenti. Il Muos di Niscemi è ormai una realtà, tra il silenzio ‘assordante’ della vecchia politica (PD siciliano in testa) e anche dei grillini, che del ‘Mostro elettromagnetico’ non parlano più. Così come non parlano più della Valle del Mela, l’area del Messinese dove si concentra un inquinamento senza fine, tra raffineria di Milazzo, altre industrie inquinanti e un elettrodotto in corso di realizzazione – che non servirà alla Sicilia, che l’energia la esporta – ma al resto d’Italia.
Sulla Valle del Mela – questo va detto per onestà di cronaca – la vecchia politica siciliana, con in testa il PD – non ha mai mosso un dito. I grillini dell’Assemblea regionale siciliana avevano iniziato a difendere gli abitanti di alcuni centri della Valle del Mela che si ritrovano a vivere con i tralicci sotto casa. Ma dopo un anno di manifestazioni accanto alla gente di questa zona del Messinese, i grillini hanno tirato i remi in barca, così come hanno fatto con il Muos, argomento che per i grillini è diventato tabù.
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