Il ‘Buon anno’ di Renzi e Crocetta alle Madonie: chiusura del Punto nascite di Petralia Sottana

1 gennaio 2016

Il Punto nascite dovrebbe chiudere per volontà della Ministra della Salute, Beatrice Lorenzin. Che non ha alcun titolo politico per intrufolarsi nell’organizzazione del servizio sanitario, che in Sicilia spetta alla nostra Regione. Ma siccome siamo governati da ‘ascari’, ecco che l’ennesimo taglio di un servizio sanitario si materializza. Obiettivo: fare risparmiare il governo Renzi sulla pelle dei siciliani. la protesta di Magda Culotta, parlamentare nazionale del PD e sindaco di Pollina. Si ‘risparmia’ anche sul servizio 118. La dichiarazione del vice sindaco di Castellana Sicula, Vincenzo Lapunzina

Gli ‘auguri’ di buon 2016, per i siciliani, da parte del governo nazionale di Matteo Renzi e del governo regionale di Rosario Crocetta, arrivano con nuovi tagli alla sanità. Ci sono i tagli occulti, di cui parleremo nel nostro ‘viaggio’ nella manovra economica e finanziaria messa a punto dall’assessore regionale all’Economia, per conto di Roma, Alessandro Baccei (qui potete leggere la prima puntata del nostro ‘viaggio’). Ma ci sono anche i tagli già visibili e che saranno ancora più visibili: la riduzione ulteriore di posti letto e un bel ‘regalo’ per i paesi delle Madonie: la chiusura del Punto nascita di Petralia Sottana.

La motivazione è sempre la stessa: il governo Renzi ruba i soldi alla Regione siciliana e l’assessore Baccei – con l’avallo degli ‘ascari’ del governo Crocetta e dei partiti, altrettanto ‘ascari’ che lo sostengono – taglia altri soldi alla Sicilia. Tagli orizzontali per oltre un miliardo e 200 milioni di Euro circa (come potete leggere in questa seconda puntata del nostro ‘viaggio’ nella manovra economica e finanziaria 2016 messa a punto dal solito Baccei). E nuovi tagli, occulti e visibili, nella sanità.

L’assessore regionale alla Salute-Sanità, Baldo Gucciardi, si è messo subito sull’attenti. E da buon trapanese ha pensato di non opporsi alla chiusura del Punto nascite di Petralia. Il discorso è semplice: perché mai si dovrebbe continuare a venire al mondo nei piccoli e medi centri madoniti: meglio una bella città.

Insomma, le Madonie sono già di per sé aree disagiate: così il governo nazionale e il governo regionale hanno deciso di renderle ancora più disagiate, eliminando l’ennesimo servizio sanitario.

Qualcuno potrebbe obiettare che la viabilità stradale, sulle Madonie, è un mezzo disastro: ma questo non è un problema della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, e dell’assessore Gucciardi: soprattutto nell’attuale governo regionale è ‘importante’ il principio delle ‘monadi senza finestre’: nessun assessore deve sapere cosa fa l’altro assessore: cuore che non sente, taglio che non si vede…

Non manca chi non sembra molto felice della chiusura del Punto nascite di Petralia Sottana. Si tratta di Magda Culotta, sindaco di Pollina e parlamentare nazionale del PD. “I diritti fondamentali dei cittadini non possono dipendere dalle logiche partitiche – scrive in un comunicato Magda Culotta – non possiamo permettere a nessuno di considerare la salute come un privilegio da distribuire col manuale Cencelli. La chiusura del Punto nascite di Petralia Sottana, se confermata, oltre a essere uno sfregio al territorio madonita, ci consegna una riflessione politica sugli equilibri di potere in Sicilia e sull’influenza degli stessi sul Ministero della Salute”. 

Insomma Magda Culotta conferma la decisione che trapela da ambienti ministeriali di non concedere alcuna proroga all’ospedale Madonna dell’Alto di Petralia.  “Pensavamo – continua Culotta – fosse naturale che alle Madonie, essendo considerate per la ‘Strategia Nazionale Aree Interne’ un territorio prototipale, potesse essere garantito un servizio essenziale come il Punto nascite, ma evidentemente ci siamo sbagliati. Il Partito Democratico non può deporre le armi di questa battaglia esistenziale per il nostro territorio. Continueremo a lottare affinché con l’avvio della Snai, si possa far capire al Ministro Lorenzin quanto sia importante questo presidio sanitario per un territorio come le Madonie”.

Aggiornamento ore 12 e 20/ Dichiarazione del vice sindaco di Castellana Sicula, Vincenzo Lapunzina:

“Dalla mezzanotte del 1 gennaio 2016 il punta nascita di Petralia Sottana è stato chiuso. Lo stesso garantirà esclusivamente le emergenze giudicate tali dal personale medico che dalle ore 20 resterà in servizio con turni di reperibilità. Inoltre dalla stessa ora il servizio del 118, su tutto il territorio madonita, sarà garantito solo da tre ambulanze senza nessun medico e infermiere a bordo delle stesse.  E’ previsto solo un autista ed un portantino.

Abbiamo il diritto di cittadinanza sulle Madonie  e non possiamo essere  considerati cittadini di serie B. Questa situazione annunciata da tempo è inaccettabile. Il governo regionale si attivi affinché si attenzionino seriamente le difficoltà ed i disservizi con cui ci confrontiamo  quotidianamente. Non possiamo accettare decisioni prese dietro le scrivanie da  parte di assessori, ministri e dirigenti che non conoscono le specifiche realtà e la morfologia di quest’area montana, in particolare il ministro della salute Lorenzin – che ha decretato la chiusura del punto nascita –  venga a farsi un giro dalle nostre parti e si ravveda in merito alle sue determinazioni. Di contro, senza mezzi termini, l’assessore regionale alla salute prenda atto della sonora sconfitta e ne tragga le doverose conclusioni”.

 

P.S.

Sull’organizzazione del servizio sanitario lo Stato, in Sicilia, non ha alcuna competenza. E’ la Regione che deve decidere come organizzare il proprio servizio sanitario. Non si capisce a che titolo la Ministro Lorenzin – che lo ricordiamo fa parte di quel partito fantasma che si chiama Nuovo Centrodestra Democratico – debba venire a mettere il naso in Sicilia. Ci sono di mezzo considerazioni economiche e finanziarie? 

Facciamo quattro conti: lo Stato, contrariamente a quello che si crede, non corrisponde, alla Regione siciliana, il 50 per cento dei 9 miliardi e 200 milioni di Euro che, in teoria, vengono spesi nella nostra Isola per la sanità. A parte il fatto che in Sicilia – come racconteremo nei prossimi giorni – non si spendono 9 miliardi e 200 milioni per la sanità siciliana, va detto che lo Stato corrisponde alla nostra Regione, teoricamente, 2 miliardi e 200 milioni di Euro all’anno. 

Si tratta di dati ufficiali. Desumibili dalla lettura dei documenti finanziari della Regione. I siciliani, con le proprie tasse, pagano il 50 per cento effettivo delle spese sanitarie: circa 4 miliardi e 700 milioni di Euro. Un’altra quota arriva dall’IRAP pagata dagli imprenditori siciliani. Lo Stato, in teoria, dovrebbe versare solo 2,2 miliardi di Euro all’anno. Ma non li versa per intero. Perché, dai nostri conti, grazie ai tagli operati non sulle grandi strutture private che operano in Sicilia (Ismett, Bambino Gesù, Rizzoli, Maugeri), ma dai tagli imposti in modo occulto ad Aziende Sanitarie Provincia e ad Aziende ospedaliere la Regione spende circa un miliardo e mezzo di Euro in meno ogni anno. Soldi che in parte la Regione dirotta su altri settori e che in parte si configurano come erogazioni in meno, da parte dello Stato, a valere sui 2,2 miliardi di Euro.

Di fatto, il governo Renzi risparmia sulla pelle dei siciliani con la connivenza del governo regionale e dei partiti politici che sostengono tale governo (i partiti di centrosinistra, PD in testa, ma anche Forza Italia): ed è per questo che i siciliani non debbono più votare per questi partiti.  

g.a. 

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