Tram di Palermo: perché questa fretta? Sullo sfondo, un’inchiesta giudiziaria. E la revoca dei fondi europei

25 dicembre 2015

Ieri qualcuno ha affermato che con l’approvazione del papocchio Tram-ZTL è stata scongiurata l’ipotesi della revoca degli oltre 300 milioni di Euro da parte dell’Unione Europea. Ma la prospettiva della revoca, da parte di Bruxelles, è ancora in piedi. Proviamo a sintetizzare una telenovela che va avanti dagli anni ’90 del secolo passato, tra pochissime luci e moltissime ombre

Il ‘regalo di Natale’ 2015 dell’Amministrazione comunale di Leoluca Orlando a Palermo costerà 100 Euro per automobile. Il Consiglio comunale che ha approvato la delibera contestata l’ha chiamata ZTL In realtà, non è una ZTL, ma una tassa di circolazione automobilistica abusiva. Un papocchio che i 20 consiglieri orlandiani hanno ‘patteggiato’ con i consiglieri di Forza Italia. Ed è anche logico: gli appalti del Tram sono diventati ‘pesanti’ con la sindacatura di Diego Cammarata e stanno proseguendo con Orlando, sempre all’insegna di centinaia di milioni di Euro. In questa vicenda ‘appaltizia’ i lati oscuri (gli ‘inturciuniamenti’, come si usa dire dalle nostre parti) sono incredibili. E si distribuiscono tra le due amministrazioni, una di centrodestra (Cammarata) e l’attuale di centrosinistra (Orlando).

Sulla vicenda, nell’autunno dello scorso anno, è intervenuto il commissario nazionale dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone. Ma poi tutto è finito nelle ‘sabbie mobili panorite’. In questi giorni, per sollecitare l’approvazione di questa delibera, i fautori del papocchio ZTL-Tram hanno detto che tutto andava fatto presto (entro la fine di quest’anno) per evitare di restituire oltre 300 milioni di Euro all’Unione Europea. Tesi strana, perché a nostra memoria Bruxelles revoca i finanziamenti per mancata rendicontazione.

Sotto questo profilo, il rischio che l’Europa revochi il finanziamento è ancora in piedi, perché a noi risulta che la pubblica amministrazione siciliana nel suo complesso non sia riuscita a rendicontare non soltanto gli oltre 300 milioni di Euro del Tram di Palermo, ma circa un miliardo e 200 milioni di Euro. Investimenti che riguardano opere in parte ancora incomplete. Si tratta di lavori che sono stati avviati e solo in parte completati con anticipazioni dello Stato, della Regione e degli stessi Comuni. E anche con qualche anticipazione della stessa UE (in questo caso si tratta, per lo più, del Fondo Sociale Europeo). Questo particolare è importante.

Spesso leggiamo sui giornali che l’Unione Europea chiede indietro i soldi. In realtà, soprattutto per ciò che concerne il FERS, il Fondo Europeo Regione di Sviluppo (a cui fanno capo gli oltre 300 milioni di Euro del Tram di Palermo), Bruxelles non chiede indietro quasi nulla: si limita a non erogare i fondi che sono stati per lo più anticipati da Stato, Regione e Comuni. E’ quello che potrebbe succedere con il Tram di Palermo. Se ciò dovesse avvenire, sarebbe un bel problema per Regione siciliana e Comune di Palermo, che dovrebbero restituire le risorse finanziarie per tale opera che sono state anticipate dallo Stato.

Insomma, la storia della revoca dei fondi europei con la fretta con la quale l’Amministrazione Orlando ha chiesto e ottenuto dal Consiglio comunale l’approvazione di questa delibera sembra un po’ forzata. Con molta probabilità, la verità potrebbe risiedere altrove. Dove? Nella possibile revoca degli oltre 300 milioni di Euro da parte dell’Unione Europea. E magari nelle segnalazioni di un anno fa ad opera della già citata Anticorruzione di Raffaele Cantone.

Chi scrive un anno fa si è occupato di questa vicenda allora finita sui tavoli della Procura della Repubblica di Palermo e della Corte dei Conti. Gli uffici dell’Anticorruzione, un anno fa, puntavano la propria attenzione sulla fase esecutiva del progetto per il Tram a Palermo. A cominciare dalle consulenze assegnate nel 2005, a quanto pare a ruota libera, quando sindaco era Cammarata.

La gara viene aggiudicata nel 2006. Per un importo pari a oltre 191 milioni di Euro. Gara aggiudicata senza progetto esecutivo, a quanto pare, se è vero che negli anni successivi si procede per stralci. Come sia potuto accadere che i lavori per un progetto così importante siano iniziati e siano stati eseguiti in assenza di un progetto esecutivo approvato dagli organi competenti non si riesce a capire. Ma questo è accaduto.

L’Anticorruzione apriva anche il capitolo delle varianti. Qui la storia si complica, perché non siamo in grado di sapere se tali varianti sono state approvate quando il nostro Paese era governato da Romano Prodi (governo 2006-2008), o da Berlusconi (governo 2008-2011). Il passaggio è centrale, perché Roma approntava il 60 per cento dei fondi proprio mentre a Palermo si approvavano varianti non concordate con il governo nazionale. E parliamo di oltre 80 milioni di Euro!

Sulla vicenda ha indagato la Procura della Repubblica di Palermo. I pubblici ministeri – ci riferiamo allo scorso anno – erano Maurizio Agnello e Roberto Tartaglia. Oggi, sempre per questa inchiesta, c’è un nuovo pubblico ministero: Daniela Varone. Ed è stata proprio quest’ultima, nei giorni scorsi, a firmare una delega al Nucleo di Polizia Tributaria. Con tale delega, la Polizia Tributaria si è presentata negli uffici della Ragioneria generale del Comune di Palermo per raccogliere la documentazione che riguarda gli appalti per le tre linee di Tram.

Non sappiamo se si tratta della vecchia indagine o di una nuova indagine. Ma sappiamo che da quando al vertice della Procura della Repubblica di Palermo c’è Franco Lo Voi molte cose stanno cambiando. E’ stato scoperchiato il ‘verminaio’ della Gesap, la scietà che gestisce i servizi a terra presso l’aeroporto ‘Falcone-Borsellino’ di Palermo. Ed anche se l’inchiesta fa capo alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta, è sempre con la gestione Lo Voi che è ‘esploso’, dopo un ventennio senza clamori, il ‘caso’ dei beni sequestrati alla mafia. Una vicenda dalle poche luci e dalle molte ombre che ha provocato lo smantellamento della Sezione per le misure di prevenzione del Tribunale di Palermo.

Che vogliano dire con questo? Che sull’operazione Tram di Palermo – che come abbiamo detto coinvolge in modo quasi simmetrico, centrodestra e centrosinistra – non possono essere escluse sorprese. Forse la ‘fretta’ di far ‘partire il Tram’ – quasi a voler giustificare l’incredibile giro di appalti & affari che va avanti dal 1996 e prosegue fino ai nostri giorni – è legata alla possibile evoluzione di tale inchiesta? E’ chiaro che la nostra è solo una congettura. O quasi…

Poi c’è la già citata possibilità della revoca dei fondi UE. Che in questo caso significa che l’Unione Europea non erogherà gli oltre 300 milioni di Euro anticipati da Stato, regione siciliana e Comune di Palermo. A noi risulta che la rendicontazione – del Tram e di altre opere realizzate con le risorse del FERS 2007-2013 – sia ancora in alto mare (come potete leggere qui).

Insomma, l’approvazione in frett’e furia del papocchio Tram-ZTL potrebbe essere il tentativo dell’Amministrazione comunale di Palermo di mettere le mani avanti per dire a Bruxelles: “La rendicontazione non c’è, ma il Tram è già funzionante”. Questo, però, potrebbe non bastare, perché la revoca dei fondi è un fatto automatico. Regione e Comune di Palermo hanno avuto due anni di proroga per rendicontare le risorse FERS (ricordiamo che parliamo della Programmazione iniziata nel 2007 e terminale il 31 Dicembre del 2013). E li hanno sciupati miseramente.

Insomma, la telenovela Tram di Palermo è tutt’altro che chiusa.

 

 

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