Egregio assessore Contraffatto, gli ATO rifiuti sono stati una grande truffa avallata da tutte le autorità

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Trovare oggi colpevoli negli affidamenti diretti sarà quasi impossibile. La radice dei mali che oggi colpisce il sistema della raccolta dei rifiuti sta nelle assunzioni a ruota libera fatte dagli ATO rifiuti. La necessità di tornare al controllo preventivo della legittimità degli atti da parte della Corte dei Conti. E si istituiscano sezioni speciali in magistratura e tra le forze dell’ordine contro il malaffare nella pubblica amministrazione

“A Santa Chiara,doppu ca’ c’arrubbaru ci misiru i chiavi”.

Dalle nostre parti questo detto descrive un intervento tardivo e quindi inutile di difesa di un bene pubblico, e la cui necessità era facilmente comprensibile in via preventiva. Come definire altrimenti l’intervento avviato dall’assessore regionale, Vania  Contraffatto, che sta  passando a setaccio tutti i Comuni dell’Isola che, con il pretesto dell’emergenza, hanno affidato il servizio di raccolta rifiuti senza gara? Che dire, poi, del rilievo che viene dato alla circostanza che, sempre in questi casi, l’affidatario appronta uomini e mezzi? Che, così facendo, sostiene l’assessore, si raddoppiano i costi del personale in quanto i Comuni continuerebbero a pagare i loro impiegati che, però, non fanno lavorare e così appunto il costo si raddoppia?

Partiamo dalla fine. Il costo del personale non si raddoppia, si triplica. Infatti quando si costituirono gli ATO rifiuti la cosa più corretta, sotto il profilo del pubblico interesse, sarebbe stata quella di predisporre un organico per ciascun ATO e assegnare agli ATO, prendendoli da ciascun Comune, i soggetti che negli stessi Comuni, fino al giorno prima, svolgevano lo stesso servizio. Il costo degli ATO sarebbe stato pari a 0 (Zero). Invece, che cosa ha fatto la mala politica? L’ho detto nell’articolo sul cuffarismo su questo stesso blog come potete leggere qui: gli addetti comunali sono rimasti nei Comuni a fare altro e sono stati assunti oltre 13.000 (tredicimila!) nuovi soggetti, tutti per chiamata diretta, tutti rigorosamente raccomandati, il cui costo ha devastato le finanze degli ATO, che per questo motivo non hanno mai funzionato.

La spesa pubblica erogata agli ATO rifiuti è stata generata da un comportamento illegittimo e illegale, è stata una truffa organizzata e portata a termine sotto il naso di tutti gli organi di controllo e di garanzia, dalla magistratura ordinaria a quella contabile, fino a quella penale. Tutti sono colpevoli, e  a nessuno è consentito di cadere dal piede del pitrusino.  

Riprenda la toga, signora Contraffatto, e sbatta in galera tutti i responsabili di questo schifo, dal presidente della Regione dell’epoca a scendere, dall’assessore dell’epoca a scendere. Tutti, per culpa in vigilando, per omissioni, per complicità e chi più ne ha più ne metta. Non è difficile. La prova è in re ipsa: “factum (le assunzioni illegittime) infectum fieri nequit”. Le cose che sono state fatte (le assunzioni illegittime) non si possono considerare non fatte. Lì è la radice della mala pianta, lì è il prequel di quanto accade oggi, ma  oggi non sarà possibile trovare colpevoli degli affidamenti diretti.

Crede che qualcuno confesserà di avere creato artatamente l’emergenza, che non aveva già accordi con le ditte amiche? Che  ha preso le mazzette? No, certo, se la caveranno. Solo con la confessione potrebbe venirne a capo. Come fece il buon Antonio Di Pietro che ne sbatté uno in galera e non lo fece uscire fino a quando non confessò. E fu Mani pulite.

Siamo diventati garantisti e non si può più? E allora cerchiamo rimedi garantisti. Si torni al controllo di legittimità degli atti della pubblica amministrazione (Regione, Enti locali), da parte della Corte dei Conti. Si crei una direzione speciale di polizia, o dell’Arma, o della Guardia di finanza contro i reati nella pubblica amministrazione; si crei una  magistratura speciale per i reati contro la pubblica amministrazione. Si preveda per legge l’obbligo per  la Sezione di controllo della Corte dei Conti di trasmettere, in caso di fumus di illegalità negli atti e nei comportamenti degli amministratori pubblici,  apposita  relazione alla propria Procura, informando la Procura della Repubblica. Si triplichino le pene e si commini una detenzione preventiva non inferiore a due anni.

Insomma, che sentano ‘u scruscio di catini!

P.S.

Gentile  assessore, lo sa  che cosa brucia di più? Che quei raccomandati, al bisogno, scenderanno in piazza per difendere i loro DIRITTI (!!!) e alle prossime elezioni voteranno per quelli che li hanno assunti!

 

 

 

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