Con un ‘buco’ di 1,9 miliardi di Euro la Regione è praticamente fallita e non ci dicono nulla?

14 dicembre 2015

Ci chiediamo e chiediamo: ci siamo persi qualcosa? Mentre Crocetta si godeva il mare e il sole a Tusa l’assessore Baccei preparava il blitz per sbarazzarsi di 60-70 mila persone? A giudicare dal miliardo e 400 milioni di Euro che l’assessore vorrebbe iscrivere nel Bilancio regionale 2016 tra gli accantonamenti negativi sembrerebbe proprio di sì. Si veleggia con il vento in poppa verso un default controllato. Nella speranza che non si verifichino disordini di piazza. In effetti stamattina, a Palermo, è prevista una manifestazione dei dipendenti della Formazione…

Esiste il default continuato, ma non dichiarato? E’ la domanda che ci poniamo esaminando quello che sta succedendo negli uffici della Regione siciliana. Il tema non è tanto nell’anticipazione di cassa pari a 260-270 milioni di Euro (ne parliamo in questo articolo che il blog ha pubblicato ieri sera) chiesta alle banche nei giorni scorsi dalla Ragioneria generale della Regione (fatto, questo, che è già indicativo di uno scenario finanziario critico). Il vero problema, come ora cercheremo di raccontare, è il Bilancio regionale 2016, che non ha né capo, né coda, almeno stando alle notizie in nostro possesso. Proviamo a descrivere quello che sta succedendo e che potrebbe succedere.

Intanto non è mancata la confusione sulla quantificazione del ‘buco’ della Regione. ‘Buco’ che non è stato provocato dal un’Amministrazione regionale spendacciona, ma dagli scippi operati dal governo nazionale di Matteo Renzi, in molti casi calpestando quanto previsto dallo Statuto autonomistico della nostra Regione. Il tutto con la connivenza della maggioranza Parlamento dell’Isola e del PD siciliano. 

Fatta questa doverosa premessa, nei giorni scorsi, in quasi tutti i giornali, per ciò che riguarda il Bilancio regionale 2016, si è parlato di un ‘buco’ pari a un miliardo a 400 milioni di Euro. A noi questo dato non ha mai convinto, perché lo consideravano sottostimato. Questo perché al ‘buco’ dei conti, a nostro modesto avviso, andava sommato il prelievo forzoso che lo Stato opera trattenendosi dalle ‘casse’ regionali (utilizzando l’Agenzia delle Entrate) il fondo per il ‘presunto’ risanamento dello Stato. Noi conteggiavano il ‘buco’ della Regione, a valere sul Bilancio 2016, intorno a 2,8 miliardi di Euro.

Oggi possiamo essere più precisi. A quanto pare, 800-900 milioni di Euro sarebbero stati ‘recuperati’ con tagli di diversa natura.

Ciò posto, il ‘buco’ del Bilancio regionale 2016 dovrebbe attestarsi intorno al miliardo e 900 milioni di Euro.

Perché, allora, i vari Alessandro Baccei (assessore all’Economia ‘del governo Renzi’ nel governo regionale a sovranità limitata di Rosario Crocetta), il dottore Salvatore Sammartano (Ragioniere generale) e il dottore Giovanni Bologna (altro dirigente generale di questo assessorato) fanno sapere che il ‘buco’ è pari a circa un miliardo e 400 milioni di Euro?

Forse la spiegazione sta nel fatto che, a ‘umma ‘umma – cioè tra il detto e il non detto – negli uffici dell’assessorato regionale all’Economia considerano già effettuati circa 500 milioni di Euro di tagli che in vece si debbono ancora ‘materializzare’ (ma che è meglio tenere nascosti per evitare proteste e disordini sociali). A noi, in verità, risulta che questi 500 milioni verranno tagliati dalle società regionali collegate, dall’agricoltura (supponiamo gli enti regionali che operano in agricoltura: che in lingua italiana significa la chiusura di questi enti regionali, i cui dipendenti non hanno ancora percepito stipendi e tredicesime) e dagli ignari operai della Forestale. Che cosa ci sarebbe da tagliare ancora in questi tre settori, beh, con tutta la buona volontà non riusciamo a proprio comprenderlo: a meno che il governo regionale, con in testa l’assessore Baccei (visto che su tali argomenti il presidente della Regione, a parte il suo fantomatico piano B, conta quanto il due di coppe con la briscola a denari…), non intenda procedere al licenziamento di questo personale.

Allora: diamo per già avvenuto il ‘risparmio’ di questi 500 milioni di Euro. A questo punto il ‘buco’ sarebbe pari al già citato e celebrato miliardo e 400 milioni di Euro. Come tutti sappiamo, l’ineffabile sottosegretario Davide Faraone, ‘capo’ della ‘dinastia’ renziana sicula del PD, nei gironi scorsi, aveva detto che il governo Renzi era pronto ad erogare alla Regione siciliana un miliardo e 400 milioni di Euro. Ma nella legge nazionale di stabilità la cifra messa per iscritto è pari a 900 milioni di Euro. All’appuntamento con il destino dei siciliani mancano circa 500 milioni di Euro.

In realtà, come ha raccontato il dottore Busalacchi (in questo articolo che potete leggere qui), anche i 900 milioni di Euro sono virtuali. Si dovrebbero materializzare, ma ancora non si sono materializzati. Che succederà, allora? Il gioco potrebbe essere il seguente.

Il governo regionale iscriverebbe in Bilancio un miliardo e 400 milioni di Euro di accantonamenti negativi. In pratica, si iscriverebbero nel Bilancio regionale 2016 circa un miliardo e 400 milioni di Euro di “pagherò”. Soldi che potrebbero essere utilizzati solo quando lo Stato li erogherà.

Ovviamente, questo non basterebbe. Un’operazione del genere può essere effettuata solo con un’ulteriore garanzia. Che cosa si potrebbero inventare Baccei, Sammartano e Bologna, che certo non difettano di fantasia? Potrebbero, ad esempio, mettere a garanzia di questi mille e 400 milioni di Euro i fondi destinati alla sanità siciliana. I lettori che ci seguono giustamente diranno: e se Renzi e Faraone non ‘cacceranno’ il miliardo e 400 milioni di Euro che succederà in Sicilia? Chiuderanno gli ospedali?

Baccei, Sammartano e Bologna ci tranquillizzeranno, spiegandoci che, nel malagurato caso (che a nostro avviso è il possibile finale di questa storia) in cui il governo nazionale, il prossimo anno, non dovesse erogare questo benedetto miliardo e 400 milioni di Euro, verrebbe subito effettuata una variazione di Bilancio (che ovviamente dovrebbe essere approvata dall’Ars) per imputare la somme venute meno ad altri capitoli del Bilancio regionale, salvando i fondi per la sanità.

Ma siccome noi,come si dice dalle nostre parti, siamo un po’ tinti (ovvero monelli), chiediamo ai tre ‘sacerdoti’ dei conti ballerini della Regione: a quali capitoli verrebbero imputati i soldi che mancherebbero, cioè il miliardo e 400 milioni di Euro che lo Stato non erogherebbe? Ai fondi per l’Ars? Sono, sì e no, 150 milioni di Euro e non basterebbero. Ai Comuni siciliani? Nel 2016 saranno tutti mezzi falliti. In piedi rimarrebbero solo i fondi per il funzionamento della ‘macchina’ regionale. Cioè gli stipendi dei dipendenti che sono già stati colpiti.

Cosa vogliamo dire, con il nostro ragionamento? Semplice: che la Regione siciliana proiettata nel 2016 è già tecnicamente in default. Al di là degli artifizi contabili, per il prossimo anno mancano i fondi per il circa 24 mila forestali, non ci sono i fondi per i Comuni (a nostra avviso, tra qualche settimana, Baccei e il PD siciliano cominceranno a dire che i Comuni dell’Isola, per essere virtuosi, dovrebbero iniziare a fondersi l’uno con l’altro). Per i Comuni non solo mancheranno i soldi per il personale: mancheranno, soprattutto, i fondi per pagare i 24 mila precari (a meno che i sindaci – cosa che hanno fatto quest’anno in parte in modo surrettizio – non decideranno di tassare i cittadini per pagare i precari: e quando parliamo di “tassare” non ci riferiamo solo ad un aumento di imposte e tasse locali, ma anche alle scoperture di tesoreria con le banche che verranno pagate sempre dai cittadini).

Ancora: non ci sono le risorse per pagare le ex Province lasciate a ‘bagno-Maria’ con un a farsesca riforma lasciata a metà. Non ci sono i soldi per le attività culturali (al Teatro Biondo di Palermo sono già iniziate le proteste del personale). Oggi, a Palermo, in Piazza Indipendenza, arriveranno i dipendenti della Formazione professionale che Crocetta e compagni hanno massacrato (quella di oggi è una manifestazione organizzata senza i sindacati: e forse proprio per questo potrebbe anche riuscire: un ‘successo’ per il nuovo assessore regionale alla Formazione professionale, Bruno Marziano…).

Non ci sono i soldi per pagare i 13 mila dipendenti assunti dagli ATO rifiuti (cioè dai sindaci) senza concorsi. E come abbiamo scritto ieri sera, mancano i soldi in altri settori dell’Amministrazione regionale, dai Consorzi di Bonifica agli enti che operano in questo settore. E secondo noi, quest’anno, mancheranno anche i soldi per le Associazione ambientaliste che gestiscono le Riserve naturali (questo potrebbe essere un fatto positivo perché, una volta libere dal ‘giogo’ della Regione, potrebbero ricominciare ad occuparsi della tutela dell’ambiente…).

Addirittura sapete che cosa ci hanno ‘spifferato’? Che verrebbero trasferire nella Tabella H (che ormai viene finanziata con percentuali minime rispetto al passato) anche le associazioni dei non vedenti. Insomma, oltre ad aver tagliato i fondi ai minori a rischio, agli anziani e all’infanzia, arrivano anche i tagli per i ciechi.

Insomma, per dirla tutta, il 2016 si annuncia disastroso. Grazie ai tagli del governo Renzi, certo. Ma grazie, anche, ai sindacati collusi con il governo, a cominciare da CGIL, CISL e UIL (di questa genìa si salva solo la Funzione pubblica CGIL che, comunque, avrebbe potuto fare di più, molto di più). Il prossimo anno si annuncia disastroso anche grazie ai tanti sindaci dei Comuni siciliani (soprattutto dei sindaci che fanno capo al PD, ma non solo), che invece di tutelare i cittadini che li hanno eletti, hanno tutelato il governo Renzi, limitandosi a criticare solo il governo regionale (emblematico il silenzio del presidente dell’ANCI Sicilia, Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, che forse non ha perso la speranza di candidarsi alla Regione al posto di Crocetta appoggiato dal centrosinistra: un’illusione).

Ma il vero responsabile politico dei disastri avvenuti in questi anni in Sicilia e dei disastri che si approssimano è il PD siciliano, che ha avallato tutti gli scippi di Renzi e, oggi, continua ad avallare le penalizzazioni a carico di 5 milioni di siciliani.

Di fatto, la Regione è in default. Un default strano, non dichiarato. E’ come se lo Stato avesse delegato alla Regione il seguente compito:

cara Regione siciliana, licenzia 24 mila forestali, licenzia 24 mila precari degli enti locali, sbarazzati di tutti gli enti regionali che operano in agricoltura (Consorzi di Bonifica, ma non solo), licenzia i 13 mila addetti ex ATO rifiuti, costringi i Comuni a tassare ulteriormente i cittadini, ma senza clamore, perché Renzi deve fare passare il messaggio farsesco che sta abbassando le tasse. Fai sparire le 9 ex Province con tutti i dipendenti. Insomma, liberaci di 60-70 mila soggetti da pagare così come avete ‘ben’ fatto con 5 mila dipendenti della Formazione professionale e poi ci vediamo…

Riusciranno i nostri ‘eroi’ del governo regionale e del PD siciliano a lasciare 60-70 mila persone con il culo a terra senza che per questo scoppi una rivolta sociale? E quello che vedremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.

 

 

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