Stefania Prestigiacomo scopre lo Statuto. Miracoli della scienza?

12 dicembre 2015

La voce circola da un po’: Gianfranco Micciché, dopo avere riorganizzato le basi del suo partito in Sicilia, si  riscoprirà ‘sicilianista’ e tenterà di avvicinare quel mondo variegato di movimenti che si ispirano all’indipendentismo o all’autonomismo. La sua fedelissima compagna di partito anticipa la strategia…

La voce circola da un po’ e in ambienti diversi: Gianfranco Micciché, dopo avere riorganizzato le basi del suo partito in Sicilia, si  riscoprirà ‘sicilianista’ e tenterà di avvicinarsi al mondo variegato di movimenti che si ispirano all’indipendentismo o all’autonomismo per conquistare quei voti.

C’è chi dice che le tipografie siciliane abbiano già ricevuto l’ordine di stampare una quintalata di copie di Statuto Siciliano (che in mano ad un partito che si chiama Forza Italia si disintegreranno immediatamente) da fare distribuire durante convention e festini. E che le sartoria stiano già confezionando bandiere siciliane di ottima fattura. Mentre tutte le segretarie, così si racconta, stanno già segnando in agenda tutte le date più importanti della storia siciliana: dai Vespri all’assassinio di Antonio Canepa. Che saranno ricordati da qui alle prossime elezioni (nella speranza che risparmino ai caduti Siciliani -che si rivolterebbero nelle tombe- gli inni di Forza Italia).

E già si vedono le prime mosse in tal senso. Da un paio di giorni, Stefania Prestigiacomo, ex Ministro del Governo Berlusconi e da sempre vicina a Micciché (che l’ha nominata componente dell’ufficio politico) parla di Sicilia “tradita” e di Statuto Siciliano “svenduto”. Sentite un po’:

“E’ stato bocciato questa mattina, in Commissione Bilancio a Montecitorio, il solo emendamento presentato alla legge di stabilità che incrementava di 500 milioni di euro il contributo assegnato alla Sicilia ai sensi dell’annoso contenzioso Stato-Regione, sul quale – dice Prestigiacomo- si è espressa anche la Corte Costituzionale riconoscendo la legittimità della richiesta della Regione siciliana di restituzione delle somme dovute, previste dallo Statuto e quindi dalla Costituzione”.

E ancora: “Il prossimo anno, ha detto il governo, si aprirà un tavolo per definire le modalità di intervento futuro ma è chiaro- aggiunge l’esponente di Forza Italia-  che per il passato la partita si considera chiusa così, con soli, appunto, 900 milioni. Dovrei definirmi impressionata dal totale silenzio di Crocetta al riguardo, ma non lo sono. Al presidente della mia Regione non interessa nulla della sua terra e con l’atteggiamento di oggi ne ha certificato la svendita”. 

Ma non basta. Ecco la chiosa degna di una Siciliana doc: “Quel poco valore che aveva ancora il nostro statuto speciale è stato cancellato, stracciato” accusa Stefania Prestigiacomo.  (Sorvoliamo sul fatto che Statuto sia scritto in minuscolo: può essere stata l’agenzia di stampa che ha riportato la nota, il suo addetto stampa, o magari la conferma indiretta del valore che ha per Forza Italia).

Tutto quello che dice la Prestigiacomo è vero. Noi lo diciamo da anni, prima in solitudine. Ora non più. Grazie a Dio, sempre più siciliani si stanno rendendo conto di quanto questo Stato sia “vampiro” per dirla col presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone.  Ne ha parlato pure la Cgil Sicilia, ed è quanto dire.

Siamo stati noi dei Nuovi Vespri a smascherare la svendita della Sicilia contenuta nella delibera di Giunta dello scorso 20 Novembre con cui Crocetta va a Roma confermando la sua natura di ascaro impenitente. Il tema, dunque, ci è molto caro.

Dovremmo, quindi, essere felici delle dichiarazioni dell’esponente di Forza Italia: finalmente, un esponente di un partito nazionale si ricorda di essere siciliano e si preoccupa della Sicilia.

Ma la nostra felicità dura poco, il tempo di una riflessione: cara signora Prestigiacomo, ma perché di Statuto non ha parlato quando era al Governo nazionale? Perché non lo ha difeso allora, quando poteva fare qualcosa? Come mai, all’improvviso, la Sicilia e i suoi diritti traditi acquistano una importanza per lei che prima non avevano?

Insomma, non vorremo essere sgarbati con una lady di cotanta grazia, ma non troviamo altre parole: lei non è credibile. Come non lo è chi le ordina di cominciare a fare trasparire un interesse verso questioni che non vi sono mai state a cuore.

Carta canta. 

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