Buttanissima Sicilia e la Nemesi storica al Teatro Biondo di Palermo

12 dicembre 2015

Quest’anno il Teatro Biondo Stabile di Palermo non ha fatto altro che mandare in scena Buttanissima Sicilia di Pietrangelo Buttafuoco, opera ‘intelligente’ che predica la fine dell’Autonomia siciliana. E ora che il governo Renzi li sta accontentando, sbaraccando gli articoli finanziari dello Statuto e lasciando tutti senza soldi si lamentano – sempre al Teatro Biondo – di essere rimasti senza soldi. Incontentabili…

di Procopio da Cesarea

Ricordate? Nei mesi scorsi il Teatro Stabile Biondo di Palermo ha portato sulla scena la riduzione teatrale di Buttanissima Sicilia, la ‘colta’ e soprattutto ‘intelligente’ fatica letteraria di Pietrangelo Buttafuoco. Riduzione teatrale di grande successo di pubblico. In tanti si sono catapultati a godersi lo spettacolo che racconta di una Sicilia-buttana che, grazie a una munifica Autonomia, distrugge se stessa. Repliche. Controrepliche. Ultra-repliche. Ragazzi, un successone di botteghino.

Sapete qual è, alla fine, il ‘succo’ di ‘sta Buttanissima Sicilia? Che per salvare la nostra disastrata Isola bisogna sbaraccare, e subito, l’Autonomia siciliana, fonte di tutti i mali passati, presenti e futuri.

Ovviamente, le persone con un po’ di cervello hanno provato a spiegare che eliminare l’Autonomia è un grave errore, perché bisogna distinguere le istituzioni autonomiste dagli ascari che, governando la Sicilia, le hanno sfregiate, non applicando lo Statuto, o piegandolo a interessi di parte, spesso squallidi. Ma è stato tutto inutile. Nella Sicilia governata dagli ascari del centrosinistra, Buttanissima Sicilia non poteva che diventare l’opera di riferimento, il “vado verso la vita” di dannunziana memoria…

Fin qui la storia teatrale di Buttanissima Sicilia e del Teatro Biondo. Ma, accanto alla storia, c’è anche la cronaca del Teatro Stabile di Palermo. La cronaca di queste ore, per essere precisi. Leggiamo in un trafelato comunicato stampa dell’UGL Sicilia:

“Oggi il Teatro Biondo ha chiuso le sue porte alla cittadinanza palermitana,  per via dello sciopero indetto unitariamente dai sindacati di categoria, ma è soltanto l’inizio di una delicatissima vertenza che farà parlare molto di sé, in quanto preannunciata da tempo e denunciata, a tutela delle maestranze a rischio stipendi,  che vede compromessa la sopravvivenza dei  lavoratori  stessi,  lì proprio nel tempio della cultura, ove invece bisognerebbe investire e non uccidere la cultura”.

Filippo Virzì, il sindacalista dell’UGL preoccupato nel vedere un Teatro Biondo lasciato senza soldi tiene il conto dei piccioli: “1.750.000 Euro dal Comune, 360.000 Euro dalla Regione, 300.000 dal FUS Nazionale e la quota dell’ex Provincia pari a 800.000 euro, questo è il buco nero in numeri  di una morte annunciata, da questo momento in poi accenderemo i riflettori sulla ‘vertenza Biondo’ per definire una soluzione condivisibile e praticabile,  ma anche per verificare e per capire lì dove necessario, dove sono  le responsabilità e del  perché si è arrivati a tanto”.

“Le organizzazioni sindacali   – conclude Antonino Ficarra, Segretario Provinciale dell’UGL Federazione Spettacolo – per volontà  e mandato dei lavatori riunitisi in assemblea, andranno avanti ad oltranza con lo sciopero fino a domenica, al fine di far emergere la drammaticità della vertenza, e l’assenza di una politica culturale per il Teatro Biondo”.

Insomma, per un anno il Biondo di Palermo, proponendo e replicando Buttanissima Sicilia, non ha fatto altro che predicare lo sbaraccamento dell’Autonomia siciliana. E ora che il governo Renzi li sta accontentando si lamentano? Cari amici del Teatro Biondo Stabile: cosa pensate che sia la fine dell’Autonomia siciliana? Una festa a premi? Babbo Natale che arriva e vi dice: “Cari artisti, cca ci su i picciuli, itivi a divertivi?”. Cosa si auguravano i ‘capi-scienziati’ del Teatro Biondo di Palermo? Che interpretando il ruolo di Kapò dell’Autonomia siciliana Renzi li avrebbe risparmiati?

Nemesi, nell’antica Grecia, era una dea un poco poco particolare: veniva chiamata per fare pagare il conto agli autori dei delitti sfuggiti alla Giustizia degli uomini. Questa dea deve amare molto Palermo, se è vero che tanti delitti, di tutti le specie e di tutti i generi, rimangono impuniti dai tempi di Emanuele Notarbartolo ai nostri giorni.

Di tanto in tanto Nemesi – sempre nell’antica Grecia – assestava qualche ‘botta’ agli ingrati verso la sorte. Da qui il nostro dubbio: Nemesi – che per decenni ha lasciato in pace il capoluogo della Sicilia – ha improvvisamente deciso di presentare il conto al Teatro Biondo di Palermo, rifilandogli una bella – come si usa dire in questi casi – Nemesi storica?

Se è così, chi la conosce – e noni non siamo tra questi – dovrebbe spiegare a questa dea che il conto, al Biondo di Palermo, non lo deve presentare alle maestranze del Teatro, lasciandole senza stipendi, ma a chi, celebrando Buttanissima Sicilia di Buttafuoco, ha celebrato e chiamato la fine dell’Autonomia siciliana.

p.s.

Ah, dimenticavamo: ragazzi, è il governo Renzi che, tagliando i soldi alla Sicilia, sta di fatto, chiudendo il Teatro Biondo Stabile di Palermo. Non ci crederete, ma è lo stesso Renzi che, in Tv, ha detto che, per ogni Euro speso per la guerra, l’Italia dovrà spendere 100 Euro per la cultura. Ma, a quanto pare, questi 100 Euro per la cultura per ogni Euro speso per la guerra il governo Renzi non li spenderà a Palermo. E meno che mai per il Teatro Biondo.

Consiglio alle maestranze del Biondo: perché di questi tagli – e dei soldi della cultura: 100 Euro per ogni Euro speso in guerra – che non arriveranno al Biondo di Palermo non ne parlate con il sottosegretario Davide Faraone? Magari, da persona colta, vi spiega la Nemesi…

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