Ultime dallo Stretto: Francantonio Genovese lascia il PD e aderisce a Forza Italia con la ‘benedizione’ di Berlusconi e Miccichè

8 dicembre 2015

Imparentato con la potente famiglia Franza, nipote dell’ex Ministro democristiano, Nino Gullotti, ‘incoronato’ primo segretario del PD siciliano da Walter Veltroni e già sindaco di Messina, Francantonio Genovese è finito in galera perché coinvolto nella scandalo della Formazione professionale nella Città dello Stretto e dintorni. Mollato dal PD renziano alla vigilia delle elezioni europee, il parlamentare nazionale è uscito di prigione nei giorni scorsi. Ora ha annunciato l’addio al suo ex partito e l’adesione a Forza Italia

Più che mai deciso a riunificare il centrodestra siciliano, il commissario-coordinatore di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, ha deciso di utilizzare il metodo della ‘paranza’ per ‘imbarcare’ nel suo schieramento politico tutti quelli che decideranno di stare con lui. Così, dalle parti di Messina, le reti della sua ‘paranza’ hanno fatto una pesca grossa, con la ‘cattura’ del parlamentare nazionale ed ex sindaco di Messina, Francantonio Genovese. Di scuola democristiana – Genovese è il nipote dell’ex Ministro della DC, Nino Gullotti – era finito nel PD dopo aver militato nella Margherita. Lo scorso anno Genovese è stato coinvolto nella scandalo dei corsi di Formazione professionale gestiti più per produrre soldi che giovani formati. Ed è finito in galera.

Su di lui – cioè sulla richiesta di arresto formulata dalla Procura delle Repubblica di Messina – il Parlamento nazionale si è espresso con un voto. E Genovese è finito in gattabuia anche grazie ai voti dei parlamentari del suo partito. Cosa, questa, che non deve essergli piaciuta. Tanto che, a qualche settimana dalla riacquistata libertà, ha deciso di aderire a Forza Italia. In realtà, il PD renziano sembrava intenzionato a salvare non tanto Genovese, quanto la sua notevole forza elettorale. Ma quando la magistratura presentava alla Camera dei deputati la richiesta di arresto, incombevano le elezioni europee. I sondaggi davano un PD in crescita. Un’avanzata che rischiava di essere bloccata da un eventuale salvataggio di Genovese dalle manette.

Sull’onda dei sondaggi del momento il PD renziano, come ai tempi degli imperatori romani, ha optato per il pollice verso, cioè per l’arresto di Genovese, abbandonato al suo destino. Scelta giusta per il Partito Democratico che farà il pieno dei voti. Ma molto amara per Genovese, che finisce dietro le sbarre. Questo passaggio Genovese non deve averlo ‘digerito’. E infatti, appena fuori dal carcere, ha dato il ben servito al suo ex partito.

Imparentato con la potente famiglia Franza di Messina, Genovese era arrivato nel PD ai tempi di Walter Ventroni, che l’aveva nominato primo segretario del Partito Democratico della Sicilia. Genovese è sempre stato una potenza elettorale. Cosa, questa, che non è mai andata a genio ai suoi compagni di partito, che in genere mal sopportano chi prende troppi voti (vedi Mirello Crisafulli ad Enna o Nino Papania a Trapani). E’ successo nel 2013, quando Genovese, alle primarie in vista delle elezioni politiche, è risultato il dirigente del PD più votato d’Italia. E forse, sussurrano i maligni, i suoi guai sono iniziati da lì.

Dopo lo ‘scivolone’ giudiziario, Genovese è sempre stato guardato con sufficienza dai dirigenti del PD siciliano. Ma non bisogna dimenticare che nell’autunno del 2012, quando si votava per le elezioni regionali, il pacchetto di voti di Genovese è risultato essenziale per l’elezione di Rosario Crocetta a presidente della Regione siciliana. Crocetta – candidato del PD, dell’UDC e di Confindustria Sicilia – poteva contare sull’alleanza ‘strisciante’ di Gianfranco Miccichè, che si era candidato – sostenuto da Raffaele Lombardo – per indebolire il candidato del centrodestra, Nello Musumeci.

Nonostante la spaccatura del centrodestra Musumeci ‘rischiava’ comunque di vincere. Così Berlusconi e Miccichè hanno convinto la corrente catanese di Forza Italia – ovvero Giuseppe ‘Pino’ Firrarello e Giuseppe Castiglione a votare, sottobanco, per Crocetta.

Ma – queste è storia – senza i voti messinesi di Genovese, a Crocetta non sarebbero bastati i voti di Firrarello e Castiglione e la spaccatura del centrodestra operata da Miccichè e Lombardo.

Soddisfatto della ‘pesca grossa’, ovvero del passaggio di Genovese tra gli azzurri siciliani il già citato Miccichè: “Ho incontrato a Messina un gruppo di giovani pronti portare in alto la Sicilia. Si deve rendere merito a Francantonio Genovese di aver creato una squadra che, oltre ad essere qualificata è giovane, e potrà portare un grande contributo a Forza Italia”. A chi gli ha fatto notare i guai giudiziari del nuovo arrivato, Miccichè ha replicato così: “Prima dovranno dimostrare che è colpevole. Gli avvocati Pecorella e Paniz ci hanno convinto a votare contro il suo arresto, il PD invece ha votato l’arresto solo per demagogia, non hanno letto le carte”.

Insomma, ben venuto a Genovese tra gli azzurri siciliani. Genovese sarebbe pronto a rientrare in politica quando avrà dimostrato la sua innocenza. E se la vicenda giudiziaria del parlamentare nazionale dovesse volgere al peggio? Questa eventualità non sembra essere stata presa in considerazione da Miccichè.

Bisognerà capire, a questo punto, cosa diranno i ‘giovani leoni’ di Forza Italia della Sicilia, che non sembrano aver gradito molto il ritorno di Miccichè. A tal proposito è indicativo un video che circola da qualche giorno sulla rete. La scena si svolge a Caltanissetta. Sul palco, a parlare, c’è Vincenzo Gibiino, che, di fatto, è stato ‘sbarellato’ da ruolo di coordinatore di Forza Italia in Sicilia e chiamato a Roma da Berlusconi in persona (dentro Forza Italia, partito-padronale, non ci sono congressi, ma solo nomine dall’alto da parte del ‘capo’).

A un certo punto, mentre Gibiino sta parlando, si alza un dirigente del partito di Agrigento – Francesco Coppa – gridando: “Oh capitano mio capitano”: è un verso celebre di Walt Witman, immortalato in un altrettanto famoso film dal titolo: L’attimo fuggente con Robin Williams. Dopo di lui, ad uno ad uno, si alzano tutti i presenti ad applaudire Vincenzo Gibiino. Insomma, l’ex coordinatore chiamato a Roma da Berlusconi aveva iniziato un’azione di rinnovamento, aprendo soprattutto ai giovani. Chissà cosa penseranno i protagonisti del lungo applauso a Giibino.    

Un commento al ‘caso’ Genovese arriva da Pino Apprendi, dirigente del PD di Palermo: “L’ex segretario regionale del PD, Francantonio Genovese – scrive Apprendi su facebook – ossequiato dalla maggioranza dei delegati che lo hanno eletto, oggi decide, dopo essere stato arrestato, di passare in Forza Italia. Molti del PD gioiscono di questa scelta, ma non una parola quando era in carica. Tutti sapevano del ‘sistema’ formazione, ma i 20.000 voti facevano comodo a tutti, anche a chi, grazie ai suoi voti ha guadagnato il seggio all’Ars”.

Aggiornamento – Post su facebook di Ninni Terminelli

Nel PD oggi mi trovo in minoranza perché sono un uomo libero, un uomo che non sa obbedire, ma condividere, un uomo di sinistra. A Palermo sono stato il primo segretario del PD. Una mattina, durante una riunione con il segretario regionale di quegli anni rischiai di rompere una porta della sede di via Bentivegna per difendermi dalla tracotanza e arroganza dell’uomo che avevo davanti. Gridai molto, come ho sempre fatto, quando in politica mi sono sentito prevaricato. Non ho mai saputo obbedire, ma condividere in politica. Quell’uomo si chiamava Francantonio Genovese che leggo essere transitato, dopo le sue vicende personali giudiziarie in Forza Italia.

Questa è stata la mia storia nel PD: non abbassare mai la testa! Per questo ho pagato e pago prezzi, trovando murate le mie istanze, ma non arrendendomi.
A chi però ha cercato di fermare il mio cammino nel partito, voglio ricordare che mentre io rompevo quasi una porta per difendere il PD di Palermo dall’arroganza, voi stavate nei tavoli con lui a discutere di quote e ruoli delle vostre correnti, considerandomi esagerato. Nessuno di voi ha disdegnato la sua alleanza, quando serviva numericamente in un congresso o in un sostegno ad un governo e mi dicevate che ad essere così radicale sarei rimasto isolato.

Con lui stavate a turno a braccetto perchè conveniva, a chi rischiava di rompere una porta per difendere i valori del vostro partito invece avete chiuso ogni spazio. Almeno così pensate…Lo so, ho pagato tanti prezzi per come ho fatto politica, ma stasera vinco io…Genovese in Forza Italia dimostra quante volte ho avuto ragione a non obbedire, ma a condividere.

Oggi la mia storia e la mia coerenza parlano anche se voi continuerete a fare finta di niente.

La mutazione genetica in Sicilia c’è sempre stata, ma non interessa a nessuno imparare la lezione. Ce ne saranno tanti altri. Mai però con il mio nome!

Ho il dovere di combattere ancora e lo farò…Io non so obbedire, so condividere…

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