Formazione professionale: oggi a Partanna di Trapani si presenta la class action contro la Regione

5 dicembre 2015

I protagonisti di una nuova battaglia legale – che verrà combattuta nei Tribunali italiani ed europei – sono Gli Irriducibili della Formazione professionale, un’associazione di lavoratori intenzionata a dare battaglia. Sostituendosi a sindacati che, fino ad oggi, hanno prodotto molte chiacchiere e pochi fatti. Sfiducia anche verso il nuovo assessore regionale, Bruno Marziano, che avrebbe pronta una riforma del settore?

Migliaia di licenziamenti – oltre 5 mila, per essere più o meno precisi – hanno colpito il settore della Formazione professionale della Sicilia. E un futuro denso di incognite per gli operatori non ancora licenziati. Di fatto, persone gettate in mezzo alla strada senza alcuna tutela, con le organizzazioni sindacali divise, pronte ad inviare ai mezzi di comunicazione comunicato stampa ‘roventi’, ma incapaci di organizzare un’azione per mettere con le spalle al muro  prima il governo regionale di Raffaele Lombardo e poi l’attuale governo di Rosario Crocetta. Che fare? Una risposta arriva dall’associazione Gli irriducibili della formazione professionale, che hanno convocato per oggi una riunione presso la Sala delle Scuderie del Castello Grifeo di Partanna (Piazza Benvenuto Graffeo), in provincia di Trapani. L’ingresso è libero ed aperto al pubblico.

Tema: una class action contro l’amministrazione regionale.

Si comincia dalla provincia di Trapani. Ma l’obiettivo sembra quello di estendere l’iniziativa ai lavoratori del settore di tutta la Sicilia.

“La class action – si legge in un comunicato degli Irriducibili della formazione professionale – mira a ripristinare una situazione di legalità lesa. Un tentativo legale volto ad ottenere due risultati: o il risarcimento del danno, o una soluzione alternativa all’impiego”.

“La Regione – prosegue il comunicato -si è resa responsabile di una grave strage giuridica in danno di tutti i lavoratori subordinati con contratto a tempo indeterminato che operano nel settore della formazione professionale siciliana. Nel nostro caso, tanto per fare un esempio già noto, operano, ex lege, le garanzie occupazionali per la salvaguardia del posto di lavoro. In buona sostanza, nel caso di crisi l’ente di formazione avrebbe dovuto applicare la normativa vigente. Ma non l’ha fatto. Da qui una duplice responsabilità: pecuniaria e di omesso controllo sull’operato dell’ente di formazione che non ha applicato le norme protezionistiche. Ancora più grave l’utilizzo di strumenti di sostegno al reddito o le indennità di disoccupazione che non appartengono alla categoria: la CIGD e l’ASpI ora NASpI, con un evidente danno erariale!”.  

“La Regione – leggiamo sempre nel comunicato – è direttamente responsabile. Ricordiamo i principi della Circolare 10/94 prettamente operativi nel nostro caso. Perché non applicare, ad esempio, lo strumento della mobilità esterna? Gli strumenti ci sono, ma i carnefici degli operatori non vogliono applicarli. La nostra azione mira principalmente a questo: far dichiarare una volta per tutte un principio basilare e normativamente esistente: la Legge 223/1991 non si applica ai lavoratori della formazione professionale siciliana e già qualche magistrato libero dai richiami della politica si è favorevolmente pronunciato. Del resto, la normativa è chiara e inequivocabile: in materia di mobilità del personale del settore della formazione professionale l’intera procedura è normativamente contemplata dall’allegato 12 del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) per la formazione professionale biennio 2012/2013, il quale richiama espressamente l’art. 25 del CCNL per la formazione professionale triennio 1994/1997”.

“Non solo – precisa ancora la nota degli Irriducibili -. L’art. 2, comma 1, della legge regionale n. 25 del 1993 cosl recita: ‘Al personale iscritto all’albo previsto dall’art. 14 della Legge regionale 6 marzo 1976, n.24 con rapporto di lavoro a tempo indeterminato è garantita la continuità lavorativa e riconosciuto il trattamento economico e normativo previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria’. Conseguentemente l’art. 2 comma 2-bis sancisce: ‘L’Assessore regionale per il lavoro, la previdenza sociale, la formazione professionale e l’emigrazione è autorizzato ad attuare per il personale di cui al comma 1, rimasto totalmente privo di incarico, i processi di mobilità previsti dal contratto collettivo nazionale di lavoro degli operatori della formazione professionale”.

Sul piano delle sequenze normative violate – si legge sempre nel comunicato – è, poi, interessante notare, lo stravolgimento giuridico applicato ai criteri resi con nota assessoriale n° 10/1994. Ed infatti: Al fine di garantire la salvaguardia occupazionale degli operatori della formazione professionale, presso  gli Uffici Provinciali del Lavoro competenti per provincia, saranno istituite apposite liste, distinte come appresso:

A) posto in mobilità ai sensi dell’art. 27 del CCNL 89/91. Il presupposto per l’inserimento nelle liste di cui sopra è quello di un contratto di lavoro a tempo indeterminato”.

Gli Irriducibili della Formazione professionale della Sicilia raccontano anche come si muoveranno:

“La nostra azione – si legge sempre nella nota – è rivolta principalmente alle Autorità Europee, uniche in grado di fermare questo vergognoso scempio pecuniario che solo la nostra Regione ha saputo fare così bene. Perché crediamo che in Italia, dove tutto è politicizzato, nessuno sarà in grado di assumersi una responsabilità così grande: far crollare il castello di bugie creato ad hoc, per eliminare le palesi responsabilità amministrative, contabili e legali”.

Quindi l’elenco degli step legali che della class action:

“1. Denunzia al Mediatore Europeo: al Mediatore sono rivolte le denunce relative ai casi di cattiva amministrazione che coinvolgono istituzioni e organismi dell’Unione Europea. Possono sporgere denuncia al mediatore Europeo i cittadini di uno Stato membro dell’Unione Europea e le persone residenti in uno Stato membro. Possono anche sporgere denuncia al Mediatore le imprese, le associazioni e altri soggetti che abbiano sede nell’Unione Europea. Il Mediatore potrà risolvere il problema segnalandolo semplicemente all’istituzione, organo, ufficio o agenzia in questione. Se il caso non viene chiarito, il Mediatore cercherà una soluzione amichevole che risolva il problema e soddisfi il ricorrente. In caso di esito negativo, il Mediatore può formulare delle raccomandazioni all’istituzione interessata. Se questa non accetta le sue raccomandazioni, il Mediatore può presentare una relazione ufficiale al Parlamento europeo in modo tale che quest’ultimo possa intraprendere le iniziative politiche necessarie.

  1. Diffida alle autorità competenti: Procura della Corte dei Conti, Procura della Repubblica presso il Tribunale.
  2. Attivazioneazioni risarcitorie (vogliamo anche arrivare fino in Corte di Giustizia).
  3. Manifestazionipacificheda parte di tutti gli iscritti.
  4. Denunziaesegnalazione a programmi televisivi di forte impatto nazionale.

6.Tavoli di studio e ricerca tra avvocato e lavoratore.

  1. Possibiliimpugnazioni al TAR di atti lesivi (si vocifera che vogliono letteralmente annullare la circolare 10/94).

Per la cronaca, questa non è la prima class action presentata dai lavoratori di questo settore. Negli anni del governo Lombardo ne è stata presentata una per costringere l’amministrazione regionale ad applicare la legge n. 24 del 1977 che, in realtà, non è mai stata abrogata.

Altro elemento degno di nota: dopo gestioni un po’ ‘barocche’ di questo settore, con assessori ‘tecnici’ che non sembravano molto ‘ferrati’ in questioni inerenti la Formazione professionale – per non parlare delle commistioni non esattamente ‘proprie’ tra politica e burocrazia – sulla plancia di comando di questa tormentata branca dell’amministrazione è arrivato un politico che non può certo essere ascritto al ‘Cerchio magico’ del presidente della regione, Rosario Crocetta, né del senatore Giuseppe Lumia. Parliamo dell’attuale assessore Bruno Marziano, parlamentare regionale di lungo corso con alle spalle un’esperienza di amministratore della cosa pubblica: Marziano, infatti, non è un economista teorico, non è uno studente universitario fuori corso e non ha nemmeno lavorato alle Poste: è un politico del PD inviso a Crocetta e a Lumia (che, ricordiamolo, hanno cercato di non farlo eleggere nelle elezioni di ‘recupero’ tenute nel collegio di Siracusa qualche tempo fa) che ha già presentato un progetto di riforma del settore. L’assessore del quarto governo Crocetta arriva fuori tempo massimo? E’ quello che vedremo nei prossimi giorni.

 

 

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