Un monumento del comunismo siciliano compie ottant’anni

1 dicembre 2015

Gli auguriamo di raggiungere presto i cento anni, ma non oltre, perché i siciliani si sono un po’ scocciati di pagargli il vitalizio…

Un monumento del comunismo siciliano compie ottant’anni. Sapevamo che ce l’avrebbe fatta. Era un predestinato. Fin da quando una mano pietosa lo depennò dalle liste di proscrizione prima di Silla e poi di Antonio e Ottaviano, la sua vita è stata una magnifica corsa verso il progresso dei popoli.
Attraverso gli stadi della fanciullezza e poi della maturità, spericolò sulla strage degli innocenti, poi sulla strage di San Bartolomeo, sopravvisse alla notte dei lunghi coltelli, e ancora a quella di cristallo.
Scampò miracolosamente al rogo dei libri nella notte di Norimberga quando con il suo intercalare ”E ora chi faciemu?”,fu scambiato per la traduzione in siciliano del “Che fare?” di Lenin.
Colpito di striscio alla Bastiglia nell’89, fu preso in pieno dal colpo di stato del 18 brumaio, ma tenne botta.
Presa la forma di un cartello della forestale, sopravvisse alla strage di Portella della Ginestra, si fece il sessantotto e l’86.Tentò di poi la sorte col 9, il 31 e il 47.
Approdò al governo regionale senza darlo a vedere e ne uscì camminando a ritroso per depistare i socialisti. Fu quello il periodo in cui stette sui cabbasisi a tutti, ma per fortuna fu cosa breve..
Roccioso, sanguigno, credette a ragione di incarnare la faccia belluina e grifagna del comunismo alla siciliana che lo benedisse quando politicamente tirò le cuoia.
Gli regalarono un tablet con la biografia interattiva in video e in voce di Dalema e Veltroni, ma, non essendo avanzato anche tecnologicamente, toccò i tasti sbagliati e i due ex segretari dei PCI PDS DS PD PDR(partito di Renzi) uscirono contemporaneamente dal tablet e gli rinfacciarono la scissione di Livorno e altre colpe secolari, usando un linguaggio da centurioni ubriachi a Trastevere. La cosa durò fino a quando la batteria non si scaricò.
Gli auguriamo di raggiungere presto i cento anni, ma non oltre, perché i siciliani si sono un po’ scocciati di pagargli il vitalizio.

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